Abbiamo perso per la credibilità che il partito democratico non ha saputo riconquistare
Nel fare un'analisi di queste elezioni in cui sono stata protagonista credo sia doveroso considerare due aspetti: il percorso fatto e il risultato ottenuto.
Sul percorso fatto non nutro dubbi: è stata una campagna elettorale seria, appassionante e portata avanti con determinazione, pur nella piena consapevolezza di essere svantaggiati secondo i sondaggi del momento. Non c'è stato giorno che non sia stato affrontato con tenacia e determinazione e, allo stesso tempo, con quel sano tocco di entusiasmo e allegria. Ho già espresso a più riprese i miei ringraziamenti nei confronti di tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno partecipato attivamente a queste elezioni. In questa sede, però, ci tengo in particolar modo a Manuel Tropenscovino, i Giovani Democratici Lecco e i componenti del Team Comunicazione. Senza l'appoggio di tutti loro, giovani under30, questa campagna non avrebbe avuto quella freschezza e quello slancio che sono stati per me fondamentali per affrontare al meglio le diverse sfide.
A fronte di questo enorme impegno, il risultato, evidentemente negativo, non può che pesare umanamente.
Una prima domanda da porsi è questa: quanto la nostra attività territoriale è stata incisiva sull'elettorato del collegio? Purtroppo poco, ma per una semplice ragione: tre settimane è un periodo troppo esiguo per poter raggiungere efficacemente un bacino di oltre 200.000 elettori distribuito su due provincie.
Non abbiamo trattato i giusti temi? Personalmente non credo. Ho sposato convintamente il programma del Partito Democratico ritenendolo coerente con le esigenze del Paese. Ma non solo, in questa campagna abbiamo concentrato gran parte degli interventi e delle iniziative sull'analisi dei problemi specifici del nostro territorio: sanità, infrastrutture, trasporto pubblico, formazione professionale e turismo sostenibile per citarne alcune.
Il nostro tallone di Achille è stata la credibilità. Il Partito Democratico non ha saputo riconquistare quella sfiducia ormai persa da tempo da una parte dell'elettorato italiano, quello che, molto probabilmente, si è anche astenuto dalle urne. Proprio da qui si dovrà ripartire per lavorare nei prossimi mesi, a cominciare dalle elezioni regionali.
Da parte mia, l'impegno politico prosegue, più convinto che mai, specialmente sui temi della mia generazione, rispetto ai quali, purtroppo, ho riscontrato una scarsa sensibilità in certi settori della nostra società. Tante sono ancora le conquiste che dobbiamo ottenere e rivendicare, a partire dal lavoro, dall'istruzione e dall'ambiente.
Concludo con queste parole di Antonio Gramsci, già riprese da molti in questi giorni difficili: mi sono convinto che anche quando tutto sembra perduto bisogna mettersi tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio.
Sul percorso fatto non nutro dubbi: è stata una campagna elettorale seria, appassionante e portata avanti con determinazione, pur nella piena consapevolezza di essere svantaggiati secondo i sondaggi del momento. Non c'è stato giorno che non sia stato affrontato con tenacia e determinazione e, allo stesso tempo, con quel sano tocco di entusiasmo e allegria. Ho già espresso a più riprese i miei ringraziamenti nei confronti di tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno partecipato attivamente a queste elezioni. In questa sede, però, ci tengo in particolar modo a Manuel Tropenscovino, i Giovani Democratici Lecco e i componenti del Team Comunicazione. Senza l'appoggio di tutti loro, giovani under30, questa campagna non avrebbe avuto quella freschezza e quello slancio che sono stati per me fondamentali per affrontare al meglio le diverse sfide.
A fronte di questo enorme impegno, il risultato, evidentemente negativo, non può che pesare umanamente.
Una prima domanda da porsi è questa: quanto la nostra attività territoriale è stata incisiva sull'elettorato del collegio? Purtroppo poco, ma per una semplice ragione: tre settimane è un periodo troppo esiguo per poter raggiungere efficacemente un bacino di oltre 200.000 elettori distribuito su due provincie.
Non abbiamo trattato i giusti temi? Personalmente non credo. Ho sposato convintamente il programma del Partito Democratico ritenendolo coerente con le esigenze del Paese. Ma non solo, in questa campagna abbiamo concentrato gran parte degli interventi e delle iniziative sull'analisi dei problemi specifici del nostro territorio: sanità, infrastrutture, trasporto pubblico, formazione professionale e turismo sostenibile per citarne alcune.
Il nostro tallone di Achille è stata la credibilità. Il Partito Democratico non ha saputo riconquistare quella sfiducia ormai persa da tempo da una parte dell'elettorato italiano, quello che, molto probabilmente, si è anche astenuto dalle urne. Proprio da qui si dovrà ripartire per lavorare nei prossimi mesi, a cominciare dalle elezioni regionali.
Da parte mia, l'impegno politico prosegue, più convinto che mai, specialmente sui temi della mia generazione, rispetto ai quali, purtroppo, ho riscontrato una scarsa sensibilità in certi settori della nostra società. Tante sono ancora le conquiste che dobbiamo ottenere e rivendicare, a partire dal lavoro, dall'istruzione e dall'ambiente.
Concludo con queste parole di Antonio Gramsci, già riprese da molti in questi giorni difficili: mi sono convinto che anche quando tutto sembra perduto bisogna mettersi tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio.
Laura Bartesaghi