Oggiono: incontro con ADMO per sfatare i miti e le paure sulle donazioni di midollo

"Perché dobbiamo aspettare che si scopra un bambino malato di leucemia vicino a noi per recarci in massa a testare la nostra compatibilità? Perché?". Rosario Vaticano proprio non riusciva a spiegarsi come mai le persone compiano una determinata scelta solo sulla base di una spinta emotiva. "Eppure iscriversi al registro dei donatori è molto semplice, basta fare un prelievo di sangue e sostenere un colloquio" ha aggiunto il referente per Lecco e provincia dell'Associazione Donatori Midollo Osseo.

I relatori intervenuti alla serata a cura di ADMO

È proprio per sfatare paure e falsi miti, che l'ADMO, oltre agli incontri di sensibilizzazione nelle scuole, organizza serate come quella svoltasi nella serata di ieri nella sala consigliare del municipio di Oggiono. "Mesi fa Lisa Panzeri mi ha contattata e mi ha proposto di organizzare questo incontro. Ho accettato subito perché credo che di queste tematiche non si parli mai abbastanza. Serate come questa rappresentano preziose occasioni di approfondimento" ha spiegato il sindaco di Oggiono Chiara Narciso.

Il dottor Gaetano Brambilla

Il primo intervento della serata ha visto il dottor Gaetano Brambilla impegnato nel raccontare cosa significa nel concreto diventare donatori di midollo osseo. "Come ha detto Rosario, per diventare donatori è necessario effettuare un prelievo di sangue, utile a svolgere la tipizzazione degli antigeni HLA. Attraverso tale test si ricavano delle informazioni che vengono inserite nel registro dei donatori. Questi dati identificano il donatore in modo univoco e permettono di calcolare la compatibilità con i possibili riceventi" ha spiegato l'ematologo. "Per i donatori AVIS è molto facile, basta parlarne con chi lavora al centro trasfusionale, come per esempio le infermiere. Si effettua un piccolo prelievo di sangue in più durante una donazione. Certo, prima si sostiene anche un colloquio, sempre lì al centro, per verificare che voi siate donatori informati e consapevoli. Ci si può iscrivere al registro dei donatori di midollo fino a 35 anni" ha aggiunto Rosario Vaticano.

Rosario Vaticano

Il dottor Brambilla ha quindi proseguito il suo intervento spiegando come si svolge poi nel concreto la donazione di midollo. Se si viene richiamati per donare il midollo. "Una volta iscritti al registro dei donatori, infatti, la probabilità che sia individuato un ricevente compatibile con voi è di 1 su 100mila. Qualora doveste essere ricontattati, inoltre, potete comunque rifiutare di sottoporvi alla donazione. Non c'è alcun obbligo giuridico. Ci sono due modi con cui si può effettuare nel concreto la donazione di midollo e anche qui la scelta è del donatore" ha ricordato il dottore. "Il primo modo è il prelievo diretto del midollo dalla cresta iliaca, una procedura che si svolge da ricoverato in anestesia generale. In alternativa si può ricorrere al prelievo delle cellule staminali dal sangue periferico. Questa soluzione, che si svolge in ambulatorio, è quella oggi più utilizzata".

Lisa Panzeri

Il dottor Brambilla si è fermato per riprendere fiato. Poi, spostando lo sguardo dal desktop del PC al pubblico, ha ricordato quale sia il punto fondamentale dell'intera questione: "Per chi soffre di malattie del sangue, in particolare quelle che coinvolgono i globuli bianchi, a volte non c'è alternativa al trapianto di midollo osseo". Il racconto di Lisa Panzeri ha rappresentato una prova molto forte a sostegno di questa affermazione. "Mi sono ammalata di leucemia linfoblastica acuta all'età di 12 anni. Quando ci si trova a dover affrontare un percorso oncologico a quell'età bisogna crescere in fretta. Dopo un autotrapianto, ho comunque iniziato a stare meglio" ha esordito Panzeri. "Alle superiori ho avuto la fortuna di incontrare delle compagne di classe che mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno aiutato molto. Durante l'ultimo anno, però, le mie condizioni sono peggiorate. Gli esami del sangue hanno rivelato che la leucemia probabilmente non se ne era mai andata del tutto".

Il sindaco Chiara Narciso

Lisa ha preso fiato, l'emozione era difficile da trattenere. "Quando ci si ammala per la seconda volta si sa già tutto. Si sa già cosa si dovrà affrontare. Le giornate passate a vomitare, il cortisone, la perdita dei capelli. Facevo chemioterapia alla mattina e radioterapia al pomeriggio. Un giorno il mio cuore è collassato e sono andata in coma. Anni dopo ho scoperto che avevano anche fatto venire il prete per l'estrema unzione".

Il ritmo del racconto saliva piano piano, lasciando emergere la speranza. "Mi sono svegliata la mattina dopo e nei giorni successivi mi sono ripresa. Il mio medico mi ha detto che si poteva fare il trapianto. Io gli ho chiesto cosa sarebbe successo se non avessimo trovato un donatore. Lui non mi ha risposto. Lì ho iniziato ad avere paura." ha spiegato Lisa Panzeri. "Ho iniziato ad avere paura perché sapevo che la mia seconda chance era nelle mani di un'altra persona, chissà dove in giro per il mondo. Quella sera ho pregato. Era una cosa che non facevo più da anni, da quando mi ero ammalata la prima volta. In quel momento ero molto arrabbiata con tutti, anche con Dio". Ad un certo punto, la svolta. "A settembre si trova un donatore compatibile, un americano. Ma è il 2001, c'è appena stato l'attacco alle torri gemelle, il midollo rischia di non partire in tempo. I medici in fretta e furia decidono di mettersi alla ricerca di un altro donatore compatibile. Poche settimane dopo, ne viene individuato uno in Italia, a Ragusa. Il 24 ottobre 2001 effettuo il trapianto".

Di fronte alle parole di Lisa, la tensione nella sala era palpabile. "In occasioni come queste o negli incontri a scuola chiedo ai ragazzi con cui parlo di aiutarmi a realizzare il mio sogno: far sì che sempre meno persone possano vivere quella terribile preoccupazione che si prova nei giorni in cui si aspetta l'individuazione di un donatore compatibile. L'attesa di qualcosa che potrebbe non arrivare mai. Per fare questo, non serve neanche per forza diventare donatori, basta solo divulgare questo messaggio. Oggi su ADMO c'è ancora molta ignoranza e preoccupazione ingiustificata". ha concluso Lisa Panzeri.

Andrea Giovenzana

Il programma della serata prevedeva un ultimo intervento, quello di Andrea Giovenzana, un giovane ragazzo che l'anno scorso ha effettuato una donazione di midollo osseo. "Sapete, tutta l'inquietudine e la paura che prova un malato il donatore non la sente neanche lontanamente. Il donatore ha la possibilità di salvare una vita con un impegno minimo, sostanzialmente un semplice prelievo di sangue" ha raccontato Giovenzana. "Lo voglio dire con forza: la donazione di midollo è un iter sicuro, facile da affrontare dal punto di vista fisico ed è una scelta che può fare la differenza perché dà la possibilità ad una persona colpita da una malattia del sangue di guarire''.
Andrea Besati
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