Nibionno: Franco Fracassi è ospite della biblioteca sui fatti d’attualità. Tutto esaurito

Tutto esaurito alla sala dell'oratorio di Cibrone che, nel pomeriggio di sabato 22 ottobre, ha ospitato Franco Fracassi, giornalista indipendente, scrittore, documentarista, fotografo ed esperto di geopolitica. L'incontro, moderato dalla giornalista Michela Mauri, è stato promosso dalla commissione biblioteca di Nibionno presieduta da Alberto Bigoni e condivisa dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Laura Di Terlizzi, che ha ringraziato per l'ampia partecipazione.

L'ospite Franco Fracassi

Fracassi ha iniziato a svolgere la professione di giornalista nel 1988 scrivendo di viaggi. Poi è entrato a far parte della redazione del settimanale "Avvenimenti". Fino al 2004 ha lavorato per testate italiane e internazionali: ha scritto per agenzie di stampa, quotidiani, settimanali, mensili, ha realizzato servizi radiofonici e televisivi, coprendo i principali eventi mondiali (la caduta del Muro di Berlino, il colpo di Stato in Russia, le Olimpiadi di Atlanta, i mondiali di calcio, i vertici internazionali, tra cui il G8 di Genova) e realizzando inchieste su terrorismo, mafia, servizi segreti, corruzione. Inoltre, tra il 1996 e il 1997 ha lavorato come inviato per il settimanale sudafricano "Sunday Independent", realizzando reportage e inchieste in tutta l'Africa australe. Per sedici anni è stato inviato di guerra in Croazia, Bosnia, Kosovo, Angola, Sri Lanka, Iraq, Afghanistan, Israele. Dopo il 2004, tutte le inchieste che ha realizzato si sono trasformate in libri o in film: ha scritto 29 libri e due collane enciclopediche mentre come regista ha diretto quindici documentari d'inchiesta (di cui è stato anche autore e produttore), tutti distribuiti in Italia e all'estero.

Al microfono il sindaco Laura Di Terlizzi

 

Come fotografo ha pubblicato su alcune delle principali testate internazionali ("The New York Times", "International HeraldTribune", "The Sun"), ha partecipato per tre volte al World Press Photo e ha pubblicato due libri fotografici. Fracassi ha iniziato a insegnare giornalismo, scrittura creativa e geopolitica nel 1998: da quel momento ha tenuto corsi per scuole elementari, medie e superiori, per università italiane e straniere, workshop e master per scuole post universitarie. Inoltre, ha tenuto e continua a tenere conferenze e seminari in tutto il mondo.
Il pubblico numeroso, proveniente anche da parecchi chilometri di distanza, ha voluto assistere all'arrivo del giornalista in terra brianzola visto che l'incontro, sulle tematiche d'attualità, si rivelava molto interessante. Le attese non sono state deluse: partendo da fatti storici del passato, si è analizzata la contemporaneità con una prospettiva profondamente differente rispetto a quanto viene diffuso quotidianamente da stampa e tv.

Fracassi è partito dal cambiamento di narrazione degli eventi da parte dei mass media che si è avuto con l'invasione del Kuwait degli anni '90. I giornalisti, inviati di guerra dai paesi occidentali, dovevano firmare un contratto con clausole specifiche e stringenti: "Partivano tutti insieme e, una volta arrivati sul posto, venivano caricati su un blindato dal quale non avevano possibilità di vedere fuori e condotti in un punto di raccolta nel deserto e ogni giorno seguivano le conferenze stampa dei generali americani che riportavano gli avvenimenti di guerra: non avevano il permesso di fare interviste non concordate e non potevano parlare degli armamenti utilizzati" ha spiegato Fracassi. "Avete mai visto un morto? Il peluche di un bambino". Queste immagini non sono mai passate sui media in quegli anni e ancora oggi, in Ucraina, si segue lo stesso schema, con qualche differenza nella modalità di raggiungere il paese (lo si fa raggiungendo il confine in autobus o treno) e negli spostamenti interni (non avvengono su un mezzo blindato perché i giornalisti non vengono condotti sul fronte). Passando per lo sbarco in Somalia da parte degli americani - che andandosene hanno lasciato un paese in piena guerra civile dove prima non c'era - Fracassi è arrivato ad analizzare le origini del conflitto ucraino, a partire dal 2014 e la situazione attuale.

Il giornalista è infatti rientrato da poco da un viaggio nel Donbass: "Ci sono arrivato passando dalla Russia. Ciò che più mi ha colpito è che non ho trovato niente di ciò che mi avevano detto ma tutt'altro: quello che più mi ha impressionato, a differenza di tante guerre che ho visto, è stato sentire continuamente il boato dei colpi che ogni 40 secondi venivano lanciati. Ho ancora quel rumore nelle orecchie ed era continuo, senza sosta, di giorno e di notte. Faccio fatica a svegliarmi al mattino, ma lì quando aprivo gli occhi ero contento: avevo appunto aperto ancora gli occhi. Non si è mai al sicuro in quei territori e, il giorno dopo che me ne sono andato, mi hanno informato che la casa dove vivevo non c'era più".
Spazio poi alle domande delle persone in sala che hanno interagito con il giornalista domandando curiosità, approfondimenti sull'attualità e analisi storiche.
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