Casatenovo: il rapporto con il lavoro, la musica e la dura vita in carcere. Il rapper Chicoria riempie di giovani l'Auditorium

"Una platea di questo tipo non l'abbiamo mai vista qui!". Ha reagito con questa esclamazione Massimo Locati, responsabile dell'Auditorium di Casatenovo, dopo aver visto il fiume di ragazzi che si è riversato nella sala per assistere all'incontro "Dietro le Barre" con il rapper romano Chicoria, organizzato dalla sinergia fra l'Associazione Rifugio, la Cooperativa La Grande Casa, l'Amministrazione comunale di Casatenovo e l'Ambito di Merate.

Chicoria

Tutte queste realtà si sono unite nel progetto per le politiche giovanili "Piazza l'Idea" che ha già fatto parlare di sé per gli eventi di street art in piazza per la Pace nel rione Colombina e nell'Oratorio San Giorgio, per citare solo un paio di azioni concrete con cui si è restituito parte del territorio dell'ambito meratese alle nuove generazioni. Con l'incontro di Rifugio, realtà giovanile che promuove da anni incontri e dibattiti sui temi di attualità più vari, con la Cooperativa La Grande Casa, incaricata da diversi enti pubblici per la promozione di progetti di politiche giovanili, si è organizzato un evento che potesse promuovere una riflessione personale ed un confronto per un ampio target, dai preadolescenti ai giovani. Un obiettivo pienamente raggiunto data la grande partecipazione di queste fasce di età, che giovedì sera hanno riempito l'Auditorium di Casatenovo, come sempre distintosi per la professionalità e disponibilità di tutti i suoi volontari.

Al microfono Mattia Sacheli di Piazza l'Idea

Ma chi è Chicoria, il protagonista della serata? All'anagrafe Armando Sciotto, si è appassionato all'hip hop ed al rap agli inizi degli anni Novanta divenendone un interprete alla fine del medesimo decennio tra le vie della Capitale come membro della crew ZTK. Il successo arriva quando conosce i ragazzi del gruppo di In The Panchine e di TruceKlan, che gli permette di divenire uno dei rappresentanti della scena rap classico di Roma, una vera pietra miliare per coloro che oggi interpretano questo genere di musica oggi.

L'assessore ai servizi sociali, Gaetano Caldirola

Nella vita Chicoria viene arrestato per spaccio e si trova a dover affrontare la dura esperienza del carcere, da cui riesce a uscire grazie alla sua grande forza di volontà e al desiderio di cambiare vita e insegnare alle nuove generazioni a non ripetere i suoi errori. Dalla sofferenza del carcere nasce il progetto "Dietro le Barre" con cui da alcuni anni il rapper sta girando tutta Italia tra scuole e altre occasioni di incontro con i più giovani: i temi degli incontri sono proprio il carcere, la droga e la vita.

Aziz Sawadogo di Rifugio

I ragazzi di Rifugio si sono presi l'incarico di accogliere il rapper romano sin dal suo arrivo a Milano Centrale dove una delegazione dell'associazione gli ha offerto un passaggio verso Casatenovo. Per dare un'esperienza immersiva e autentica della Brianza, è stata preparata in suo onore una grande tavolata al celebre Albergo Roma, dove la calda accoglienza di Cristina e Beatrice avranno di sicuro fatto sentire a casa Chicoria. Il prelibato banchetto ha seguito il tradizionale menù composto da gustosi piatti che hanno soddisfatto tutti i commensali. Oltre a Gaetano Caldirola e Marta Comi, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale, si sono seduti a tavola con l'artista anche i membri della Cooperativa La Grande Casa e quelli dell'associazione Rifugio. Durante la cena Chicoria ha avuto la possibilità di scambiare qualche battuta con tutti i commensali facendo sorridere tutti con il suo marcato accento romano nelle risposte alla padrona di casa Cristina che lo invitava a mangiare tutto, perché, si sa: "Non si butta via la grazia di Dio!".

Alessandra Scaccabarozzi de La Grande Casa

Dopo la cena la comitiva si è spostata all'Auditorium per ultimare i preparativi e prepararsi ad accogliere quella che si presumeva sarebbe stata una grande affluenza di ragazzi. E così è stato: a pochi minuti dall'inizio della serata, l'Auditorium era gremito di ragazzi provenienti da diverse zone della Brianza, tutti in attesa di ascoltare le parole, in questo caso quasi precetti, del loro idolo Armando "Chicoria".

Dopo qualche minuto di attesa e preparazione, l'incontro ha preso il via con le parole di Gaetano Caldirola, assessore ai servizi sociali del Comune di Casatenovo, presente in rappresentanza proprio di quest'ultimo. "Benvenuti a tutti! Questa sera avremmo dovuto incontrarci tutti in Villa Facchi per poter finalmente inaugurare l'edificio che è appena stato ristrutturato, ma il numero di partecipanti segnalati per l'incontro è cresciuto talmente tanto che ci siamo dovuti spostare qui in auditorium, e colgo proprio l'occasione per ringraziare il personale che ci sta ospitando" ha iniziato l'assessore. "Ringrazio don Lorenzo Motta, l'assessore ai servizi sociali di Barzanò, i membri de La Grande Casa e tutti coloro che fanno parte di questo progetto. Per me, per Gaia Riva (presente in sala, ndr), per tutti noi che abbiamo collaborato fare politiche giovanili vuol dire proprio questo, ovvero lavorare in rete ma soprattutto insieme per far sì che i protagonisti siate voi, voi giovani. Per questo le politiche giovanili non si definiscono a priori, perché vogliamo che siate voi a proporle e portarle avanti. Villa Facchi oggi sono delle mura belle e restaurate, ma vogliamo che siano vive: questo è possibile solo grazie alla vostra presenza, la stessa che ha già permesso di organizzare un programma di incontri a partire da novembre''.

All'intervento dell'assessore casatese si è unito quello di Mattia Sacheli di Piazza l'idea, che, seguito poi dagli altri rappresentanti, ha brevemente illustrato la realtà di cui fa parte, un servizio che si dedica alle politiche giovanili nell'ambito del meratese. Si tratta di un ufficio, di uno spazio che si occupa di giovani prevalentemente in quattro campi: il primo è l'orientamento, cioè il bilancio delle competenze volto alla realizzazione di curricula e a orientamenti informativi in ambito scolastico e lavorativo, il secondo è l'imprenditoria giovanile, che permette a chi ha una startup di far crescere e sviluppare la propria idea grazie allo scambio di informazioni utili, il terzo è genericamente il protagonismo giovanile, che riguarda volontariato e tempo libero, e il quarto è il cosiddetto "Fab-Lab", un ufficio di Cernusco Lombardone dove si forniscono corsi abilitanti all'utilizzo di stampanti 3D, macchine a taglio laser e altri strumenti di nuova generazione.

Microfono poi ad Aziz Sawadogo di Rifugio, altra associazione, come spiegato, dietro all'organizzazione e alla conduzione della serata. "Voglio ringraziare voi per essere qui e chi ha reso possibile tutto ciò, ovvero il Comune, La Grande Casa e Piazza l'idea, perché state dando ai giovani la possibilità di esprimersi, in modo da dare loro spazio per condividere emozioni e sentimenti" ha detto il membro dell'associazione. "Oggi abbiamo un ospite che ha tanto da raccontarci, e per me è un'opportunità bellissima e ringrazio chi ci ha permesso di realizzarla''.

L'ultimo intervento è stato quello di Alessandra Scaccabarozzi della cooperativa La Grande Casa, per un ultimo scenario di associazione da presentare ai giovani. "Insieme al Comune e a Rifugio apriremo uno spazio condiviso a Villa Facchi. Si aprirà ufficialmente lunedì 7 novembre, gli orari saranno continuati sempre - secondo determinate fasce - e l'aula è pensata certamente come aula studio ma anche come posto per fare smart working" ha spiegato. "Tutti sono ben accetti e accolti, non ci resta altro che aspettarvi numerosi''.

Ma prima di lasciare la serata nelle mani del Chicoria, affinché esponesse le sue percezioni e denunce sulle carceri italiane, è valsa la pena di fare un piccolo sondaggio: qual è la percezione che i giovani hanno di questi luoghi? Dopo una prima parte di monologo da parte dell'artista, sono state proprio le risposte a questo sondaggio e le reazioni a esse collegate a scaturire il dibattito che ha animato la seconda parte di serata.

"Mi chiamo Armando Sciotto, ma da 15 anni faccio il rap con il nome di Chicoria. Mi trovate nei CD più classici del rap romano: In The Panchine e La Calda Notte, per citarne un paio. Nel 2014 ho scritto "Dura lex", arrivato terzo nei libri più venduti d'Italia, poi ho scritto un progetto che mi ha permesso di visitare circa trecento istituti scolastici in tutto il territorio italiano, isole comprese, e anche oggi vi proporrò proprio ciò che di solito porto nelle scuole. Parlerò di criminalità, carcere e droghe, ma prima, vorrei fare una specie di introduzione, un piccolo pensiero che ho fatto sulla vita: spesso quando sei giovane ti dicono che stai sbagliando, ma non ti spiegano cosa stia a monte dello sbaglio. Ma io vi dico: quando veniamo al mondo dall'utero della nostra genitrice, noi siamo nudi, non abbiamo portafogli con documenti, soldi o carte d'identità, e questo ci fa capire che gli esseri umani sono tutti uguali, e soprattutto ci accomuna a tutte le altre creature che popolano la terra. Noi, però, siamo le creature che dominano, perché siamo gli esseri più sviluppati: da questo si deduce che se vogliamo avere una vita felice e al massimo delle possibilità dobbiamo capire come funziona il cervello umano''.

Per spiegare, dunque, il funzionamento del cervello umano, il Chicoria, ormai padrone dell'Auditorium, si è servito di un'immagine molto semplice: quella di un armadio. Quando è inverno, se indossiamo la maglia di lana, la felpa col cappuccio, la canottiera o la giacca, possiamo stare sicuri che, anche se arriva un diluvio, né ci bagnamo né prendiamo freddo. Al contrario, quando è estate, ci mettiamo un bel costume, perché sappiamo che, se avremo caldo, possiamo andare a farci un tuffo, e quel costume, poiché è fatto di un tessuto particolare, dopo poco tempo si asciugherà e mi farà stare asciutto. Oppure, sempre in estate, ci mettiamo gli occhiali da sole, perché sappiamo che così non verremo abbagliati dal sole. Insomma, per ogni occasione, abbiamo una soluzione. Questo significa che prima c'è stato del collezionamento in cui abbiamo riempito tutti i cassetti dell'armadio per non ritrovarci impreparati per ciò che ci prospetterà la vita: ebbene, il cervello funziona allo stesso modo. "Dovete riempire tutti i cassetti del cervello! Voi al mattino prendete la vostra bella sedia, il vostro bel banco e state attenti alla lezione che vi spiega il prof, perché egli vi sta dando le competenze con cui riempire il vostro cervello: oggi immagazzinate, un domani ritroverete quelle informazioni che vi saranno utili per il futuro" ha esortato, infatti, il rapper.

"Ma attenzione: non si impara solamente a scuola! C'è un vecchio proverbio siciliano che dice che "si impara fino al giorno in cui si finisce nella bara". E infatti, quando per esempio state a casa e usate i vostri cellulari, soprattutto se lo fate in maniera stupida, voi perdete una grossa lezione di vita, perché se non mi sbaglio vostra madre è la persona che dentro casa accudisce, fa da mangiare, tiene pulito e lava e stira tutti i vestiti, no? Se voi non osservate e carpite tutti i segreti con cui vostra madre manda avanti la casa, quando andrete a vivere da soli - e so che volete tutti farlo! - vi ritroverete impreparati". Insomma, una partenza "col botto", sicuramente d'impatto sui propri ascoltatori, da subito rapiti dall'abilità di intrattenimento del relatore.

Il Chicoria, da sua madre, ha imparato la cucina, e nel corso del tempo l'ha trasformata in un lavoro. Come racconta lui, all'età di 17 anni, desideroso di vivere in Olanda e imparare un mestiere, si trasferisce ad Amsterdam e, dopo giri e giri in bicicletta fermandosi a tutti i ristoranti italiani della città e raccontando di aver fatto l'istituto alberghiero (una "fandonia" la definisce lui), alla fine riesce a farsi assumere in un noto ristorante, e inizia a lavorare facendo "il lavoro più umile di tutti": il lavapiatti. Anche in quella posizione, tuttavia, non smette di fare ciò che faceva a casa sua, cioè osservare come gli altri facevano il loro mestiere cercando di carpire i loro trucchi.

Fidanzatosi anche con Nicolette, una ragazza del posto, che nel tempo libero, grazie a un blocco di carta, gli insegnava l'olandese in cambio di lezioni di italiano, arricchisce il suo bagaglio di conoscenze con una nuova lingua. E quando sul posto di lavoro capiscono che parla anche olandese, la sua vita cambia ancora una volta: niente più piatti sporchi da sfregare, ma, dopo un breve scambio di battute col suo datore, Armando inizia a lavorare in sala. Ma ancora una volta, non smette comunque di guardare gli altri camerieri, i più anziani, e ruba con gli occhi tutto quello che sanno fare. E infatti, poco dopo, gli viene data ancora la possibilità di salire di posizione, diventando lo chef del ristorante.

"Perché vi ho raccontato questa storia? Non per farmi bello ai vostri occhi, ma perché voglio essere l'esempio vivente che quando tu riempi il tuo cervello di praticità e conoscenza, avrai tante porte aperte. Per esempio, io vi ho detto che ho lavorato come chef, ma quando sono tornato in Italia e ho tentato di lavorare nel mondo della ristorazione, ci credete che mi son ricresciuti i capelli e mi son venuti dritti? Perché mi costringevano a fare cose che mi facevano schifo: quando facevo il cameriere per esempio, il mio datore di lavoro voleva che io andassi a riprendere dai tavoli il vino della casa che non era stato bevuto e lo rimettessi nella botte per servirlo nuovamente, e la stessa cosa voleva con il cibo nei piatti. Per questo ora non lavoro più nella ristorazione" ha raccontato, per concludere l'aneddoto.

È in questo momento, infatti, che arriva la svolta della musica. "Dopo questa esperienza, allora, ho iniziato a fare il rapper e ora lo sono da 15 anni. Ora, quando voi vi vedete un mio video su YouTube, io percepisco una percentuale monetaria; quando ascoltate una mia canzone su Spotify, io guadagno una percentuale, e tutt'ora, dopo 15 anni, io riesco a mantenermi con la musica. Ma la musica fa parte di qualcosa molto più grande, che è l'industria dello spettacolo, e l'industria dello spettacolo è qualcosa di molto effimero: oggi ci sei e vendi un patrimonio di dischi, il giorno dopo non ci sei più e nessuno ti riconosce più neanche per strada. Nella storia musicale quanti artisti hanno venduto un disco per milioni di copie e poi sono spariti? Si chiamano "meteore" e la discografia mondiale ne è piena. Io so bene che oggi il rap mi dà da mangiare, ma non è detto che lo faccia anche domani, quindi ancora una volta devo prendere una mia competenza e trasformarla in un lavoro".

Questa, insomma, la filosofia di vita del rapper, che lo ha portato, a oggi, a collezionare numerose abilità ed esperienze di vita. Fra le tante, per esempio, ricorda - come citato in introduzione - quando nel 2014 ha scritto Dura Lex, arrivato terzo nella classifica dei libri più venduti in Italia. "Il libro è andato sold out ed è stato ristampato più volte. A una certa però mi sono accorto che ero io da solo a fare la promozione, andando in giro per le scuole e facendomi conoscere" racconta, a proposito. "Così ho rotto il contratto con la casa editrice, e 'sto libro non è stato più pubblicato. Nel 2017 poi ho scritto Dura Lex II, arrivato però solo 30° nei libri più venduti d'italia: stavolta l'ho stampato io, e solo adesso sto avendo diverse richieste da alcune case editrici per ristamparlo. Ora ne ho trovata una con cui mi piace il contratto, basta che io ci metta una firma e i libri vanno in stampa. Però attenzione: il libro oggi vende, ma non è detto che lo faccia anche domani, quindi devo prendere un'altra mia passione e trasformarla in un lavoro".

Un'altra abilità del Chicoria che gli ha permesso di arricchire sé stesso (e gli altri, in questo caso) come persona è proprio quella di saper comunicare: lo abbiamo visto, in effetti, proprio giovedì sera. "Dopo il primo libro, nel 2014, ho scritto questo progetto per poter parlare ai giovani nelle scuole, da allora avrò fatto 300 istituti scolastici in tutta Italia e vi giuro è una gioia poter venire a parlare a voi, perché so che, magari, con le mie parole riesco a entrare nel cervello e parlarvi, e magari convincervi a non fare le stesse stupidaggini che ho fatto io. Ma pure qua, tuttora dopo 8 anni, da tutta Italia continuano a chiamarmi, ma non è detto che sta cosa andrà avanti in eterno, e allora devo trovare un'altra passione da trasformare in lavoro".
All'argomento delle carceri, poi, si è passati grazie al collegamento con l'ultima delle abilità illustrate dal Chicoria: la TV. Tra le sue varie apparizioni televisive, una in particolare è rimasta nella storia, ovvero quella alla trasmissione "Annozero" di Santoro. In sostanza, insieme a Fedez c'è stata una discussione con Giovanardi, che, ai suoi tempi, aveva promosso la legge Fini-Giovanardi, non ben vista agli occhi dei due rapper. "Per qualsiasi cretinata trovavata in tasca a un ragazzino, questo veniva preso e messo in carcere" ha inveito l'artista. "Ma nel momento in cui vieni messo in un istituto penale in Italia, la tua vita viene distrutta, perché si instaurano nel tuo cervello determinate dinamiche criminali che poi estirpare è veramente dura. Inizierai a ragionare come un criminale, e finirai ancora in carcere. Quando si dice che "il carcere è l'università del crimine" è assolutamente vero, quindi per tante scemenze trovate in tasca a ragazzi normali, gli si rovinava la vita". A sostegno della sua tesi, il Chicoria ha poi ricordato che dopo sei mesi da quella trasmissione, l'Unione Europea condannò l'Italia ad abrogare la legge, in quanto considerata anticostituzionale: eravamo, a quanto raccontato, l'unico Paese ad accomunare, in materia legale, tutte le droghe alla stessa maniera. "Non ci vuole un genio per capire la differenza fra chi si fa uno spinello di cannabis e chi si inietta eroina endovena, per cui, una persona che vende erba e una che vende eroina non possono prendere lo stesso tempo dietro le sbarre, perché quello che vende eroina è molto più nocivo per la società. Detto questo, se fossero tutte la stessa cosa, le droghe avrebbero tutte un nome solo, invece hanno tutte quante un nome diverso, e questo perché sono composte chimicamente ognuna diversamente dall'altra, e ognuna di loro dà un effetto e una dipendenza diversa dall'altra".

"Di altre passioni trasformate in lavoro ne ho un'infinità, e di sta roba ci dovete riempire il cervello: più conoscenza avete, più porte aperte avrete nella vita! Vi faccio una domanda stupida: se voi vedete uno che va in giro, a prescindere che sia inverno o estate, solo in mutande, cosa pensate che sia? Un pazzo, chiaramente. Allora, io per tanto tempo ero come questo pazzo qua che vi ho appena descritto, perché nell'armadio del mio cervello ci mettevo solo un indumento, che erano i soldi e la droga. Signori, quando nel tuo cervello metti solo 'sta roba, stai camminando sulla via dell'illegalità: nella realtà non esiste Gomorra, non esiste Romanzo Criminale, non esiste Suburra. A me sembra che nessun criminale abbia una bella vita. Le uniche due destinazioni di questa via sono o il carcere o il cimitero, basta''.

Detto a gran voce, per sottolineare bene il concetto. Che, peraltro, ha concluso la prima parte per collegarsi e lasciare spazio alla seconda, guidata dalle risposte al sondaggio fatto in apertura. La percezione dei ragazzi sulle carceri del nostro Paese, da ciò che è emerso dall'indagine, è piuttosto accurata, come accurati e in certi casi molto personali e intimi sono stati i commenti a ogni tematica da parte del rapper romano.

La prima delle cinque domande in serbo riguardava il tasso di riempimento delle carceri italiane a dicembre 2021, e la media nazionale ci dice che è del 107%. "Credo che adesso la popolazione dei detenuti italiani sia di circa 61.000 unità, detenuti. Contate che tutte le carceri italiane in teoria ne dovrebbero tenere al massimo 51.000, ma tra le sezioni chiuse e quelle non disponibili all'utilizzo, abbiamo in tutto circa 47.000 posti: questo vuol dire che ci sono circa 13.000/14.000 unità in esubero" spiega il Chicoria, che in un istituto di questo tipo ha trascorso 5 anni della sua vita. "Dovete immaginare, dunque, che una cella che dovrebbe essere per sei persone, potrebbe contenerne otto. Quando c'è troppo afflusso, nella stanza - grande 4x4m - dedita alle attività sociali, dove di solito c'è un tavolo da ping pong, le guardie smontano il tavolo, mettono per terra i materassi e ci fanno dormire in fino a tredici persone. Capite che non esiste più la mia privacy, la mia dignità di detenuto". Sempre per avvalorare la sua tesi, il Chicoria ricorda che la prima regola ordinamento penitenziario recita che la detenzione non deve essere punitiva ma riabilitativa, ma se ci sono dalle 13.000 alle 14.000 unità in più, col sovraffollamento di cellule, ora come ora non ci sono abbastanza guardie per portare i detenuti a scuola, al corso di teatro e a frequentare tanti altri progetti. "Se io sto tutto il giorno in cella senza fare nulla, quando cambierò? Si sta ledendo ai miei diritti da detenuto. Per questo 24 ore su 24 in carcere si parla solo di reati, avvocati e sentenze giudiziarie: capite però che non vi hanno messo solo le sbarre alle finestre, ma anche nel cervello, e quando usciamo, siamo diventati degli esperti di crimine".

Un paio di immagini della cena che ha preceduto la serata in Auditorium

Seconda domanda: qual è il tasso di recidivi (persone alla loro seconda incarcerazione, ndr) degli istituti italiani? La risposta è il 62%, un dato che dà sicuramente da pensare. "Al nord il tasso di recidiva è inferiore al sud. Lo sapete perché? Perché vengono spesi molti più soldi per le attività volte alla riabilitazione dei detenuti e alla legalità, perché i carcerati sono seguiti molto più al nord che al sud. Per quello che ho visto, al sud italia c'è molta meno accessibilità a questi percorsi pro legalità, o addirittura non ci sono per niente. Poi, secondo me, le fondamenta del crimine sono basate sull'ignoranza, e al sud vengono investiti molti meno soldi in questo campo. Qualche tempo fa il nostro Premier ha detto quali sono secondo lei le "devianze" per i giovani, e tanti personaggi della politica hanno risposto, ma nessuno di loro ha inquadrato qual è la vera devianza italiana: la dispersione scolastica. Noi siamo quelli che non finiscono la scuola, quelli più ignoranti e di conseguenza anche i più criminali" ha spiegato, ancora, Armando. "Quando uno nella testa mette solo soldi e droga, quando dovrebbe sviluppare se stesso, finisce solo così.

Per tutti gli anni in cui sono rimasto in mezzo alla strada, io sono sempre stato a pensare solo cosa volevano le persone, e quando sei in quella situazione, cioè a spacciare, tu sei sempre pronto a sentire chi viene lì a comprare droga, ma tu rimani ignorante, ti emargini da solo a fare il criminale, e l'unico posto dove arrivi è il carcere. Ecco, se poi per 4 anni sto insieme ad altre persone, tutte che hanno sbagliato... ma quando è che miglioro? Per farvi capire, prima del carcere conoscevo tre spacciatori di cocaina, dopo il carcere ben dieci. Reprimendo soltanto non si ottiene nulla: se una persona ha sbagliato per tutta la vita, tu le devi dare un nuovo orizzonte di vita, magari accompagnato da uno psicologo. Per esempio, per quanto riguarda il reato che ho fatto io - sapete cosa vuol dire fare per vent'anni lo spacciatore? Vuol dire che ti abitui a trattare persone come cani. Se nella vita contano solo i soldi non c'è spazio per amore né amicizia, quindi le persone di cui ti circondi le tieni al guinzaglio come cani. Vi sembra un rapporto sano? No: io ho la droga, io comando, quindi tu ti prostri e fai. Ecco perché serve lo psicologo''.

La terza e la quinta domanda, poi, erano piuttosto collegate, poiché entrambe legate alla tossicodipendenza: i dati mostrano che la principale ragione di detenzione in Italia sono proprio gli stupefacenti e le sostanze stupefacenti (19.000 di casi di persone che ne hanno fatto uso), e che la percentuale di detenuti tossicodipendenti rispetto al totale è del 26%. Anche su questo il Chicoria ha raccontato un aneddoto della sua vita per mostrare concretamente come funzionano determinate situazioni: in questo caso si trattava di un aneddoto su un caro amico tossicodipendente che, anni prima, pur di scappare dalla polizia, consumato dal bisogno di trovare il modo di farsi un'altra dose, si buttò da un ponte dritto nel Tevere, in piena notte, in pieno inverno.
La quarta e ultima domanda, infine, riguardava il tasso di suicidi all'interno delle mura carcerarie: su 100.000 detenuti, in media 107 si tolgono la vita. A confronto, sempre sullo stesso numero, questa volta di cittadini liberi, "solo" in 7 compiono l'estremo gesto. Questi numeri, poi, sono conditi - come racconta ancora il rapper - da tutte quelle morti che avvengono in circostanze sospette: anche la storia italiana ci racconta alcuni casi, ma senza andare a pescare quelli che ottengono attenzione mediatica, si tratta anche, per esempio, di cure che non raggiungono in tempo gli indigenti, o altre circostanze di questo tipo.

Dopo le domande programmate, spazio anche a quelle spontanee da parte del pubblico: dopo una tensione iniziale per rompere il ghiaccio, alla fine non c'era quasi più tempo per passarsi il microfono in dibattiti sull'importanza delle forze dell'ordine (che comunque l'artista ha tenuto a sottolineare), su soluzioni concrete ai problemi mostrati dai dati, sulla violenza fisica negli istituti di detenzione, ma anche sulla forza di volontà personale e su consigli da dare ai giovani d'oggi che vogliono intraprendere la strada musicale. È stato proprio in questo clima che si è quindi concluso l'incontro, non senza un po' di tempo dedicato personalmente ai fan per le numerose foto e ricordi.
Giulia Guddemi - Giovanni Pennati
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