Missaglia: alla base del cambio degli orari delle messe anche la partenza di don Stanislao

Don Stanislao Brivio
Una perdita di non poco conto per la comunità pastorale di Missaglia: a quattordici anni dal suo arrivo, don Stanislao Brivio ha lasciato il paese per stabilirsi in una struttura residenziale per anziani di Besana.
Originario di Cornate d'Adda, dove è nato nel 1934, il religioso era stato accolto dai missagliesi nel gennaio 2008, coadiuvando dapprima don Albino Mandelli e poi don Bruno Perego nella celebrazione delle messe. Grazie al suo fare affabile, alla sua gentilezza e disponibilità, in questi anni il sacerdote ha saputo conquistarsi la stima dei parrocchiani di Missaglia, Maresso e Lomaniga, che nelle prossime settimane gli tributeranno il loro grazie in occasione di una celebrazione liturgica. Vice rettore del Collegio di Desio, poi direttore spirituale del Collegio di Saronno, parroco di Briosco dal 1972 e amministratore parrocchiale di Triuggio fino al 2008, don Stanislao lascia un vuoto pesante nella comunità missagliese, poichè il suo aiuto in questi anni è stato tangibile e concreto nella celebrazione delle liturgie.
La sua partenza ha infatti spinto il neo parroco don Carlo Pirotta, in accordo con il consiglio pastorale e con il vicario di Lecco, monsignor Maurizio Rolla, a rivedere gli orari delle messe feriali e festive nella comunità.
A partire da oggi infatti, non verranno più celebrate le liturgie del sabato mattina (a Maresso e Missaglia); abolita anche la messa festiva delle ore 7 a Maresso. In sostanza la domenica (e festivi) restano a disposizione dei fedeli le tre celebrazioni nella basilica di San Vittore (ore 8, 10 e 18), alle 9.30 a Contra, alle 10.30 a Maresso e alle 11 a Lomaniga.
Un cambiamento che, come da previsione, ha destato qualche malumore fra i parrocchiani, soprattutto nelle frazioni, disorientati dalla decisione di limitare le liturgie alle quali da anni erano abituati a presenziare. A questo proposito nell'ultimo numero del notiziario settimanale, il parroco don Carlo ha invitato i fedeli a comprendere lo stato di difficoltà nel quale la comunità si trova a causa del numero ridotto di sacerdoti, esortando ad un maggiore impegno da parte dei laici affinchè si possano individuare ulteriori momenti comunitari votati alla preghiera e alla riflessione.
''Ciò che viene chiesto è di provare a vivere per qualche settimana, come sperimentazione, questo nuovo orario, raccogliendo così dati e idee per una verifica e un eventuale affinamento o riprogettazione delle proposta'' ha scritto don Carlo, che ha chiesto a ''superare alcuni condizionamenti psicologici che, a volte, ci impediscono di vivere con responsabilità e serenità il tempo che ci è chiesto di vivere''.

G. C.
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