Ello, 4 Novembre: dal sindaco un appello alla difesa dei più deboli
A Ello la cerimonia ufficiale per la ricorrenza del 4 Novembre si è tenuta martedì, primo giorno del mese, come avviene da alcuni anni.
Al termine della funzione religiosa svoltasi presso la chiesa parrocchiale e ufficiata da don Maurizio Mottadelli, il corteo delle autorità e dei cittadini si è recato presso il monumento ai caduti. Oltre al sindaco Elena Pirovano, al vicesindaco Danilo Riva e all'assessore al bilancio Tommaso Tentorio, erano presenti altri consiglieri comunali.
Con loro i rappresentanti delle associazioni di protezione civile e gruppo alpini di Ello. Deposta la corona d'alloro in ricordo dei caduti, la sindaca Pirovano ha tenuto il suo discorso ufficiale. Ricordando la distanza temporale che separa oggi dal 1918, anno in cui terminò il primo conflitto mondiale, la prima cittadina ha spiegato: ''a Ello, come testimonianza di quel periodo, rimane questo monumento realizzato nel 1920 dove si legge: per la grandezza della Patria caddero in gloriosa morte, a sacra e imperitura memoria gli ellesi, con i nomi di dieci militari morti nella grande guerra, a cui vennero poi aggiunti tredici caduti sui vari fronti della seconda guerra mondiale''.
Pirovano ha quindi ricordato il costo in termine di vite umane che l'Italia e il mondo dovette affrontare: ''600mila morti tra i militari e quasi altrettante vittime tra i civili'' in una guerra mondiale ''costata almeno 17milioni di vite umane''.
Un conflitto che ''aveva opposto e sacrificato soprattutto i soldati semplici che erano operai e contadini, con gli stessi bisogni, riuniti sotto diverse bandiere e costretti a imbracciare le armi''.
Una condizione, quella della guerra e dei drammi che porta con sé, che l'amministratrice ha ricordato anche con un parallelo a quanto avvenuto e avviene in Ucraina.
''Cercando di capire l'attualità - ha spiegato - ci rendiamo conto che le cose sono complicate e le soluzioni ai problemi internazionali, economici e sociali non sono mai semplici. Rimane la necessità di far conoscere alle giovani generazioni le storie personali che stanno dentro la grande storia con le sue guerre passate e resta il bisogno, speriamo da tutti condiviso, di difendere i più deboli, con ogni mezzo possibile, ovunque essi siano, costretti a difendere le proprie famiglie e le proprie case dagli invasori, oppure costretti a combattere dai loro regimi autoritari e perseguitati in patria''.