Sirone, 4 novembre: pensieri sul passato, il futuro e la pace



Cerimonia solenne a Sirone per il 4 novembre dove, come ogni anno, si è tenuto un partecipato corteo. La celebrazione si è tenuta nel pomeriggio di domenica 6 novembre con partenza dalla chiesa parrocchiale. Oltre al sindaco Emanuele De Capitani e agli amministratori, hanno partecipato gli alpini, i bambini di quinta della scuola primaria con le insegnanti e il dirigente scolastico Marco Magni, il parroco don Gianluigi Rusconi, il corpo musicale e numerosi cittadini.


Gli alunni della scuola primaria in corteo

Una volta raggiunto il monumento dei caduti si sono tenuti l'alzabandiera e la chiamata "in presenza" dei soldati sironesi caduti: un momento che suscita un profondo coinvolgimento da parte dei presenti. Gli alunni della scuola primaria hanno preso la parola portando le riflessione fatte in classe sulla libertà e sulla pace, prima di recitare una poesia.


Al monumento dei caduti è stato altresì posata la pietra, adornata da un olivo, per ricordare il centenario della traslazione del Milite Ignoto all'altare della patria di Roma: l'amministrazione, con deliberazione di consiglio, lo aveva riconosciuto come cittadino onorario della comunità.


Il corpo musicale

Dopo la deposizione della corona di alloro, il primo cittadino ha preso la parola, ricordando come, a distanza di tre anni dall'avvento della pandemia mondiale, si è tornati a festeggiare in modo tradizionale la ricorrenza del 104esimo anniversario della vittoria e la giornata delle forze armate.


Proprio da questi ultimi ha preso avvio la riflessione: "Si celebrano le donne e gli uomini che operano e rischiano spesso la loro vite per la sicurezza del paese presidiandone quotidianamente il territorio e, pur nelle difficolta sempre crescenti derivanti dal declino dei valori di una parte della nostra società, si adoperano ogni giorno per garantire un livello di legalità degno di un paese civile" ha detto il sindaco, rievocando altresì le donne e gli uomini sparsi nel mondo e impegnati nelle numerose missioni di pace, sulla scia delle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "La pace è un valore da preservare e da coltivare".


De Capitani ha proseguito con il riferimento all'attuale conflitto mondiale: "Noi, invece, davanti al monumento dedicato alla rimembranza dei nostri concittadini caduti in guerra, siamo qui, oggi, in un momento dove purtroppo la parola esattamente contrapposta a pace - ovvero la parola "guerra" - ha conquistato ancora una volta, ora più di sempre negli ultimi decenni, le prime pagine delle cronache nazionali e internazionali. Ed è una guerra, questa, più vicina a noi, a differenza di quelle che abbiamo conosciuto negli ultimi anni e che, colpevolmente, abbiamo pensato non fossero troppo affar nostro a causa dei luoghi lontani in cui le stesse avvenivano e avvengono tuttora.


La pietra dedicata al Milite Ignoto

Ci tocca direttamente il fatto che, al di là dell'inaccettabile cruda violenza che ci viene mostrata quotidianamente attraverso le immagini e i racconti delle vittime innocenti di questo scempio, dopo decenni di relazioni quantomeno accettabili tra nazioni, la guerra vera, quella schifosa, quella che chiama in causa le armi, rischia di propagarsi al mondo generando un altro tipo di guerra, una guerra fredda, una guerra pericolosa, una guerra che mina gli equilibri politici ed economici di tutti i paesi: un tipo di guerra che ha caratterizzato la storia di qualche decennio fa e che non si svolge sui campi di battaglia ma ai tavoli dei potenti del mondo. Ma, come sempre, a farne le spese, sono i popoli. Tutti i popoli del mondo".




Il sindaco Emanuele De Capitani durante il discorso

Da qui le esigenze cui occorre fare fronte: "Combattere la fame e le povertà crescenti, unitamente alle tensioni sociali che questo periodo storico sta generando, dovrà diventare, fin da subito, e per tutti i governi del mondo, la sfida di questi mesi a venire. E lo dovrà diventare anche per l'Europa e per il nostro Paese. Pur nelle difficoltà oggettive legate a questi tempi, le attenzioni e, soprattutto, le azioni da intraprendere urgentemente da chi è preposto a farlo dovranno essere concretamente rivolte al bene del nostro Paese.


Ora è il momento di effettuare scelte che non abbiano il carattere del populismo o che abbiano il solo obiettivo di accontentare opportunamente di volta in volta categorie di elettori a garantire la propria esistenza politica. Ora è il momento di trovare il coraggio di effettuare scelte che guardino al futuro del nostro paese: scelte atte a generare una stabilità e uno sviluppo economico, sociale e culturale, scelte che creino l'opportunità, soprattutto alle giovani generazioni, di crescere in un paese che cresce e non in un paese bloccato da dinamiche troppo spesso atte alla sola sopravvivenza del sistema.


L'alzabandiera

Ora è il momento di fare scelte che possano realmente rinnovare in tutti gli italiani un senso di appartenenza e di orgoglio. Questo credo sia ciò che i nostri concittadini, appena chiamati alla presenza, avrebbero voluto fosse e sia la loro e la nostra Italia".


Un ultimo pensiero, unito a un ringraziamento, il sindaco lo ha rivolto al corpo degli Alpini che proprio quest'anno ha festeggiato il 150simo anno di fondazione: "150 anni di operoso servizio alla Nazione attuato con dedizione, impegno e abnegazione, principi e valori propri del Corpo che abbiamo potuto apprezzare in ogni occasione che ci si è presentata durante questa nostra vita".


Il corteo si è poi diretto al monumento supplica di pace per la deposizione dei fiori e al cimitero, prima di raggiungere la sede degli alpini dove si è conclusa la cerimonia.
M.Mau.
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