Cremella: la speranza di una nuova vita (da donare e ricevere), nell'incontro con ADMO

Incontro informativo sulla ''donazione'' sabato pomeriggio a Cremella. Ad organizzarlo - in collaborazione con il Comune - è stata ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo).
Dopo i saluti e l'introduzione a cura dell'assessore con delega ai servizi sociali, Cristina Brusadelli, è stata Lisa Panzeri - volontaria ADMO, referente provinciale per le scuole nonché trapiantata CSE (con cellule staminali emopoietiche) - a regalare emozioni al pubblico presente.

Gli organizzatori dell'incontro con i referenti di ADMO

''Ho deciso di diventare volontaria dopo che, all'età di 12 anni, mi sono ammalata di leucemia. Ho fatto un autotrapianto, perché le mie sorelle erano compatibili con me ma solo al 23%. Il mio sistema immunitario era comunque molto debole, tant'è che, durante le superiori, alla magistrale, le mie compagne mi hanno aiutata molto, a livello emotivo. All'ultimo anno la malattia, purtroppo, è tornata, con la stanchezza e la demoralizzazione. Ho ripreso da capo con la chemio e la radioterapia, ma ho avuto un collasso. Dopo il collasso, quando tutti pensavano che non ci fosse più nulla da fare, è stato deciso per il trapianto di midollo. Ho fatto quindi la maturità in ospedale, nel mentre iniziava la ricerca di un donatore. E proprio qui è iniziata la paura di non riuscire a trovarlo'' ha spiegato Lisa. ''Questo perché, nella mia esperienza, quando capisci che la tua vita non dipende più da te, ti assale la paura. Nella paura ho ritrovato la fede, e ho fatto pace con Dio. Due settimane dopo, finalmente, arriva la fatidica notizia: è stato trovato un donatore. Il problema è che il midollo doveva arrivare dagli Stati Uniti: settembre 2001, le Torri Gemelle, e si blocca tutto. Siamo costretti a cercare un altro donatore. Sono stata davvero fortunata: abbiamo trovato un'altra donatrice, compatibile al 95%. All'ospedale di Monza sono arrivate le sacche per la donazione, ed è stata un'emozione fortissima''.

''Da quel dì, il 24 ottobre festeggio il mio secondo compleanno. Basta pensarci poco: è un gesto gratuito, quello di donare. Soprattutto ripensando al mio percorso, di dieci anni: se a livello fisico sei curata, a livello psicologico ne esci distrutta. E quindi il mio sogno è diventato quello di donare una possibilità a chi ha pochissime possibilità di sopravvivenza, soprattutto perché non trova un donatore''.
Dopo il toccante intervento (conclusosi con l'annuncio che Lisa Panzeri, a distanza di anni, è riuscita a rintracciare autonomamente e a conoscere la sua donatrice) è toccato al dottor Gaetano Brambilla, che ha spiegato con rigore scientifico ai numerosi cittadini accorsi quanto c'è di vero - e quanto di falso - nelle credenze comuni sul midollo, sui trapianti e sulla donazione.

A sinistra Lisa Panzeri

''I globuli bianchi, altresì detti neutrofili, che si differenziano in monociti, le cosiddette cellule spazzino, e linfociti, le cellule intelligenti - sono cellule che intervengono quando c'è un'infenzione. Sono tantissime, queste cellule, e non sono perenni, avendo una durata breve. Queste cellule si formano nel midollo osseo - da non confondersi assolutamente con il midollo spinale - che contiene le cellule staminali, cellule primitive, non strutturate, che possono evolversi e hanno la possibilità di differenziarsi in vari tipi di cellule. Il midollo osseo, purtroppo, può ammalari, per varie cause: tumorali, genetiche, o per aplasie midollari. Se il midollo osseo si ammala, si verifica una carenza di globuli bianchi, e si sviluppa una maggiore possibilità di contrarre e non resistere alle infezioni più comuni, tant'è che spesso chi si ammala a livello midollare necessita di essere ricoverato in camera sterile. Talvolta le cure non bastano, e bisogna procedere ad un trapianto di midollo, tramite donatore. E le possibilità di donazione sono due: o si procede con una serie di punture a lato delle vertebre, in anestesia generale, ovvero si prelevano le cellule staminali dal sangue, facendo una serie di micropunture, con una procedura simile a quella della dialisi. E, a volte, su richiesta del donatore, si può addirittura scegliere la modalità, anche se entrambe le procedure presentano un rischio minimo''.

Il dottor Gaetano Brambilla

''Nonostante questo - ha proseguito il medico - il problema è trovare i donatori, per la tematica della compatibilità: è il cosiddetto sistema HLA (acronimo di human leukocyte antigen: sistema di istocompatibilità formato da molecolecollocate sulla superficie cellulareche agiscono come antigeni: in buona sostanza, tramite tale metodologia, si appura se donatore e ricevente hanno la stessa risposta HLA, per evitare problemi di rigetto, perché le cellule trapiantate non vengano riconosciute come estranee dall'organismo ndr). Ad esempio, un fratello gemello è compatibile, di norma, al 100%. Un fratello non gemello, invece, al 25%. E, sempre di norma, per un donatore non familiare la possibilità scende allo 0,00001%. Per tale ragione è fondamentale donare, perché aumentano i campioni disponibili e aumentano le chances di compatibilità per chi ha bisogno. Soprattutto considerando che ogni anno ci sono circa 2000 malati che necessitano di trapianti da donatore non consaguineo, e che in Italia i trapianti da donatore non consaguineo sono stati 875 nel 2020 e 931 nel 2021 (con un aumento percentuale del 6,4%), quasi tutti - circa il 90% - da sangue periferico. E iscriversi all'ADMO e donare è facilissimo basta essere in buona salute, in età ricompresa tra i 18 e i 35 anni, con un peso corporeo maggiore di 50 kg. Un semplice prelievo di sangue basta per compilare la carta d'identità del donatore, e iscriversi al registro, in maniera completamente gratuita. Un piccolo gesto per donare una speranza alle circa 2000 persone in attesa ogni anno, nel nostro Paese, di un possibile donatore''.

L'assessore Cristina Brusadelli, Lisa Panzeri e Stefano Villa

La parola è poi passata a Stefano Villa, volontario e donatore di vita, che con il suo intervento ha concluso l'interessante pomeriggio di divulgazione e speranza. ''Sono entrato a 38 anni nel database dei donatori. E quindi oggi sono qui per sensibilizzare le persone. La procedura è stata semplicissima: dopo il prelievo e l'inserimento nel registro, sono stato chiamato da un dottore, che mi ha sottoposto ad un ulteriore esame. Per la compatibilità ero in lizza con altre due/tre persone, e quando sono stato chiamato, mi è stato detto che sarebbe stato un bambino a ricevere le mie cellule. Dopo il prelievo mi hanno sottoposto ad un colloquio accompagnato. Il ricovero è stato rapidissimo: sono stato dimesso dopo un giorno e mezzo, con tanto di anestesia. Dalle dimissioni non ho avuto nessun problema, se non un lievissimo indolenzimento. Ho poi semplicemente compilato un questionario per valutare le mie condizioni fisiche e psicologiche. Il tutto sempre assistito e coccolato, perché il donatore è sempre assistito e coccolato durante tutto il percorso della donazione. Sono stato fortunato ad aver potuto dare un aiuto in più e una speranza al bambino''.


Iscriversi è davvero semplicissimo: chi già dona all'AVIS, può recarsi a donare, compilare un questionario, e fare solamente un prelievo in più.

Per maggiori informazioni - e per valutare la possibilità di regalare speranza - basta collegarsi alle pagine Facebook e Instagram di ADMO Lecco, rappresentata nel pomeriggio di sabato anche dal referente provinciale Rosario Vaticano:

https://www.facebook.com/admo.lecco,https://www.instagram.com/admo_lecco/
M.T.
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