Nibionno: controllo del vicinato contro la microcriminalità. Si parte da un incontro
Sul palco il sindaco Laura Di Terlizzi
L'iniziativa prevede obblighi da parte dell'amministrazione comunale e degli aderenti, compresa l'individuazione di uno o più coordinatori che faranno da filtro tra i cittadini e le forze dell'ordine e vigileranno sulle segnalazioni.
Il controllo del vicinato, come spiegato dal responsabile di zona Raul Piemonti, è una pratica che si è sviluppata in America negli anni Sessanta-Settanta, poi arrivata in Inghilterra negli anni Ottanta, dove all'epoca viveva il presidente italiano che l'ha portata nel suo paese d'origine, a Caronno Pertusella, ottenendo un buon riscontro. L'associazione, nata nel 2013, oggi raggruppa 76.000 famiglie dislocate su tutta Italia, la maggior parte delle quali si trovano nel centro-nord Italia, ma si sta espandendo anche nelle regioni del sud: è stata strutturata tramite esperti criminologi e appartenenti delle forze dell'ordine e riguarda la sicurezza partecipata, un bene di tutti e senza colore politico. Il controllo del vicinato non è un presidio mobile, bensì uno strumento di prevenzione della microcriminalità e di promozione della sicurezza urbana tramite la solidarietà dei cittadini.
Il luogotenente Mauro Ruggieri della stazione CC di Costa Masnaga
Sono due i modelli teorici di riferimento del progetto, la teoria delle finestre rotte e la teoria delle attività routinarie. La prima sostiene che una finestra rotta può generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante: mantenere e controllare gli ambienti urbani contribuisce a creare un clima di ordine e legalità. Per la teoria delle attività routinarie, ci sono invece tre fattori alla base del crimine: un bersaglio disponibile (come l'abitazione), un potenziale aggressore e l'assenza di un controllore capace. ''Favoriamo collaborazione tra residenti, andando a integrare la fascia debole e ad abbattere le vulnerabilità'' ha sottolineato Piemonti, che ha spiegato all'attento pubblico presente i diversi tipi di vulnerabilità, che vanno tenuti in considerazione per evitare episodi di microcriminalità.
Raul Piemonti
Esistono le vulnerabilità comportamentali come quando non si inserisce l'allarme se ci si allontana da casa per brevi periodi o si diffondono informazioni sulle assenze ma ci sono anche quelle di status, che coinvolgono soprattutto le persone che abitano da sole come gli anziani. Le vulnerabilità strutturali riguardano l'edificio come le siepi troppo alte che mascherano la vista all'interno e quelle ambientali hanno a che fare con strade poco frequentate, abitazioni vicine a punti di osservazione, abitazione vicina a vie di fuga. Infine, le Vulnerabilità temporanee sono limitate ad un determinato periodo come mercati ed eventi, lavori di ristrutturazione e traslochi.
''Anche il più costoso impianto di allarme è meno efficiente di un buon vicino di casa - ha rilevato Piemonti, chiarendo i ruoli dei cittadini aderenti al progetto - La sorveglianza organizzata deve essere effettuata dai professionisti, quindi forze dell'ordine, polizia e sicurezza privata, ma costoro non possono essere dappertutto nello stesso momento. Qui il controllo del vicinato diventa utile e prezioso: la sorveglianza spontanea è rappresentata dalla nostra conoscenza dei luoghi ed è operativa virtualmente h24. Le attività di sorveglianza e prevenzione vogliono portare il ladro da una condizione di agio, a una di disagio e rinuncia. Il controllo del vicinato sviluppa territorialità, senso di appartenenza alla comunità, maggiore consapevolezza dell'ambiente, riduce l'anonimato tra vicini e crea reti di protezione per i soggetti più vulnerabili''.
La collaborazione con le forze dell'ordine avviene nel rispetto dei reciproci ruoli, con i cittadini che provvedono a fare segnalazioni qualificate, ovvero in presa diretta. Ci sono alcune buone pratiche che possono costituire un deterrente dei furti e che ciascun cittadino può mettere in pratica: assicurarsi di chiudere bene porte e finestre, illuminare di sera le zone buie, non lasciare mai le chiavi dell'auto visibili o, peggio ancora, nel garage all'interno dell'auto e fotografare oggetti di valore che si posseggono per facilitare eventuali denunce alle forze dell'ordine o alla compagnia di assicurazione in caso di furto. ''Non restiamo indifferenti quando suona l'allarme, i nostri cani abbaiano, si sentono rumori strani, persone gridare. Denunciamo sempre i furti, le truffe e anche solo i tentativi'' ha concluso Piemonti, specificando che l'associazione non si occupa di un altro diffuso fenomeno, lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Un vivo apprezzamento per l'iniziativa è giunto dal luogotenente Ruggieri, che ha sollecitato i cittadini a relazionarsi con le forze dell'ordine. ''Sono a Costa da vent'anni e ho sempre chiesto che si chiamasse a qualsiasi ora del giorno e della notte. La segnalazione qualificata deve essere fatta subito e deve chiamare chi ha visto direttamente, altrimenti i racconti non corrispondono alla realtà dei fatti. Se vi si chiede nome e cognome è perché necessario per sapere chi chiama, ma la segnalazione rimane anonima. Vi invito anche a segnalare i tentati furti: noi dobbiamo sapere quello che è accaduto sul territorio. Spero che questo progetto vada in porto perché ritengo sia un ottimo sistema di prevenzione e di supporto alle forze dell'ordine''.
Il prossimo passo sarà quello di verificare se, a fronte delle richieste di adesione al progetto, si riuscirà a creare dei gruppi di controllo del vicinato.