Sirtori: la tela del Carpaccio trasferita per tre mesi alla National Gallery di Washington

Dalla parrocchia di Sirtori...alla National Gallery of Art di Washington, negli Stati Uniti. Un viaggio oltreoceano per l'opera ''Padre eterno benedicente tra serafini'' attribuita al pittore del Rinascimento veneziano Vittore Carpaccio e conservata appunto nella chiesa dedicata ai Santi Nabore e Felice.
Saranno probabilmente migliaia i visitatori che potranno osservare da vicino il quadro, nell'ambito di un'esposizione dal titolo ''Vittore Carpaccio: Master Storyteller of Renaissance Venice'' allestita dal 20 novembre al 12 febbraio 2023 presso il museo statunitense. Un'iniziativa artistica organizzata dalla National Gallery of Art in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia (Peter Humfrey il curatore ndr) e dedicata appunto ad uno degli artisti più noti ed interessanti del Rinascimento. Carpaccio fu infatti protagonista della produzione di teleri (tipo di pittura con colori a olio) nel capoluogo veneto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, divenendo forse il miglior testimone della vita, dei costumi e dell'aspetto straordinario della Serenissima in quegli anni.

Romano Negri della Fondazione della Provincia di Lecco e Monsignor Franco Giulio Brambilla
nel 2011 in occasione della conferenza stampa per spiegare l'attribuzione della tela al Carpaccio

Chi varcherà in questi giorni l'ingresso della chiesa di Sirtori quindi, non si troverà più davanti all'originale opera dipinta dal Carpaccio (posizionata a sinistra della navata centrale), momentaneamente sostituita da una sua copia fotografica. Si potrà nuovamente ammirare la tela solo a partire dall'anno nuovo quando, una volta terminati gli impegni oltreoceano, il quadro sarà riportato in parrocchia. La scoperta del suo elevato valore artistico risale ad oltre un decennio fa, durante la catalogazione dei beni culturali delle parrocchie del decanato di Missaglia. In quell'occasione era stato possibile "ritrovare" un autentico capolavoro sconosciuto alla critica: un dipinto databile agli inizi del Cinquecento.
Il dipinto giunse per la prima volta nella chiesa in cui attualmente è conservato - quella dei Santi Nabore e Felice - nel 1866 quale dono di Maria Manara, madre del celebre patriota risorgimentale Luciano, che morì nel 1849 durante la difesa di Roma e le cui spoglie riposano nelle vicina Barzanò. Considerevoli le sue dimensioni: circa 140 centimetri di base per 160 d'altezza. Dio Padre attorniato da angeli e cherubini è invece il soggetto.
''L'Eterno si erge maestoso e ieratico fra le nuvole, la mano destra alzata in un gesto di benedizione, la sinistra a reggere un globo sormontato da una croce. A dare ancora maggior monumentalità alla figura, concorre l'espressione corrucciata del volto e la lunga barba bipartita'' scriveva nel lontano 2011 la Diocesi di Milano che in una conferenza stampa organizzata insieme Fondazione della Provincia di Lecco, aveva presentato il dipinto.

La copia della tela attualmente esposta in sostituzione dell'originale

Non è la prima volta che l'opera del Carpaccio lascia Sirtori: nel 2015 faceva parte infatti dell'esposizione "Carpaccio, Vittore e Benedetto da Venezia all'Istria" allestita a palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto.
La Parrocchia ha voluto informare i fedeli del momentaneo trasferimento dell'opera, attraverso un piccolo annuncio inserito nell'ultimo numero dell'informatore della comunità pastorale.
G. C.
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