Oggiono: spettacolo su 'Malanova', la donna che subisce violenza e la denuncia

La gabbia interiore, quella di un dolore che viene trattenuto e non viene urlato e la gabbia esterna, quella di un giudizio che ti fa sentire in colpa, quando di colpe non ne hai. La vittima di un abuso è e rimane tale: deve essere accolta, ascoltata, protetta ma, quando la comunità attorno difende gli aguzzini, è lacerante, per se stessi e i familiari.

Il dramma crudo e reale di una violenza non solo fisica ma anche psicologica (fatta di minacce e intimidazioni) emerge in tutta la sua furia in "Malanova", lo spettacolo teatrale di Ture Magro prodotto da Sciara Progetti Teatro e Teatro Verdi di Fiorenzuola d'Arda andato in scena nella serata di martedì 22 novembre su iniziativa dell'istituto superiore Bachelet e reso possibile grazie al sostegno economico del Comune di Oggiono.
Lo spettacolo ha lasciato il pubblico senza fiato, quasi angosciato tanto che quando l'attore ha cercato di stemprare l'atmosfera coinvolgendo i presenti con una nota leggera, nessuna risposta arrivava dalla platea. Tutti silenziosi, a inghiottire i tratti di una dolorosa vicenda.

La pièce è stata proposta in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, come ha ricordato l'assessore alla cultura Giovanni Corti. "La violenza contro le donne dobbiamo averla presente e combatterla tutti insieme. Il fatto successo alla protagonista è qualcosa che potrebbe toccare tutti noi: può succedere a qualsiasi latitudine del mondo. Se vediamo fatti di violenza, dobbiamo essere forti e denunciare questi fatti che sono gravi, non solo per l'uomo ma per l'umanità intera".

La storia in scena al Palabachelet è tratta dal libro "Malanova" edito da Sperling & Kupfer di Cristina Zagaria e Anna Maria Scarfò: racconta di un fatto realmente accaduto nel 1999 a San Marino, una frazione di Taurianova, piccola realtà con duemila anime in Calabria. Qui risiede Annamaria Scarfò, un'adolescente molto bella che attira gli sguardi degli uomini ed è alle prese con i primi interessi affettivi. Questi approcci però mascherano un'altra realtà che, di lì a poco, le cambierà radicalmente l'esistenza: appena quattordicenne, nella sera del sabato Santo, quando tutto il paese è a messa, viene condotta in un cascinale e quattro uomini abusano di lei. Sconvolta e frastornata, l'indomani si confida con il prete del paese, ma qui non troverà una spalla.

Le violenze proseguiranno, nel silenzio omertoso, per tre anni e solo quando gli uomini le chiederanno di portare con lei la sorella più piccola, Anna Maria trova la forza di ribellarsi. Denuncia gli aguzzini che verranno condannati. Il suo incubo però non ha fine: su di lei ricade l'onta di aver fatto cadere il velo omertoso della società. Diventa quindi la "malanova", colei che porta cattive notizie e che in qualche modo se l'è andata a cercare. Riuscirà solo nel 2010 a ottenere la protezione dello stato e a vivere sotto scorta: tutta la famiglia è fuggita dalla Calabria e fa oggi parte del programma speciale di protezione.

Il suo coraggio è raccolto in una drammaturgia coinvolgente, al centro della quale c'è Salvatore, un narratore esterno, che racconta di averle voluto bene ed è venuto a conoscenza della sua storia. "Il personaggio è inventato, ma non troppo. Anna Maria ci ha detto che il suo professore si era presentato da lei, con le lacrime agli occhi scusandosi perché sapeva ma si era perso con qualche pregiudizio di troppo. Questo ci ha posto una domanda su cosa facciamo quando veniamo a conoscenza di un fatto" ha rivelato al termine dello spettacolo un ottimo Ture Magro che ha plasmato molteplici personaggi: oltre a Salvatore, la stessa Anna Maria, i suoi aguzzini, ma anche le voci del paese.

"A San Marino oggi non si parla più di Anna Maria perché, loro dicono, la storia non è come si racconta. Ricordiamoci che, in ogni minuto, in Italia, sta succedendo qualcosa. L'arte serve a questo: vedere cose estreme per ritrovarci a pensare" ha aggiunto l'attore che si è fermato a dialogare con il pubblico.
"È stata una narrazione forte che ha dato indicazioni ai giovani per uscire dalla gabbia, che possono essere i pregiudizi. Mi auguro che i ragazzi presenti lo sappiano riprendere e fare proprio" ha commentato la dirigente scolastica Anna Panzeri.

"Malanova" narra una storia di grande dolore ma anche di coraggio, quello di una donna che è riuscita a rompere le sbarre della gabbia in cui rischiava di rimanere intrappolata.
M.Mau.
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