Castello di B.za: ''portare la pasticceria in casa di tutti''. E' l'obiettivo di Luca Perego

Lucake. Un nome che è ormai una garanzia nel mondo della pasticceria, come dimostrano i 450mila follower su Instagram. Un percorso, quello di Luca Perego, che parte da Castello di Brianza, dove si trova il panificio di famiglia, fondato nel 1903. Portando questa tradizione ultracentenaria sempre nel cuore, con personalità ed entusiasmo Lucake è riuscito a coniugare l’amore per la pasticceria con un’efficace comunicazione social. Da un semplice profilo Instagram fino agli studi di Cotto e mangiato, passando per una puntata a Bake Off Italia, questa è la sua storia.

Luca Perego

Luca, da dove inizia il tuo percorso?
Dopo il diploma in un istituto alberghiero specializzato in pasticceria e panificazione, ho trovato un lavoro presso un’azienda di catering per eventi, in particolare i matrimoni. In poco tempo sono diventato il responsabile della parte legata alla pasticceria. Sono stati cinque anni molto formativi, in cui ho imparato a gestire un gruppo di lavoro e ad affrontare questioni puramente organizzative. In quel periodo, era il 2012, ho aperto un profilo Instagram. Era una fase in cui nessuno utilizzava i social, tanto è vero che non ho usato quell’account per un anno. A fine 2013 poi lo ho ripreso in mano e, non sapendo bene cosa pubblicare data anche la mia timidezza, ho iniziato a postare foto di alcuni dei dolci che preparavo per i matrimoni. Erano scatti assolutamente improvvisati, eppure erano quelli che facevano più successo. Piano piano l’interesse è aumentato, le persone hanno iniziato a chiedermi le ricette e io ho iniziato a pubblicare anche foto di dolci che preparavo a casa. È iniziato tutto così.

Qualcosa di assolutamente spontaneo quindi?
Esatto. Ovviamente ho beneficiato anche della crescita che Instagram, come gli altri social, ha avuto nel tempo. Fatto sta che l’interesse intorno a quello che condividevo cresceva e io mi appassiono alla cosa a tal punto da decidere di seguire un corso di food photography. Grazie a questa esperienza ho imparato la gestione delle luci, lo sviluppo delle foto e la post – produzione. Di fatto, quell’hobby si stava trasformando in un vero e proprio secondo lavoro, da affiancare all’impiego nell’azienda di catering. Ad un certo punto sono incominciate le collaborazioni con le riviste di cucina, poi quelle con i brand. Poi è arrivato il blog, che si è reso necessario per far fronte alle continue richieste dei followers sulle ricette dei dolci che condividevo. In quegli anni, ho messo a fuoco quella che sarebbe stata la mia missione, ciò che volevo fare davvero.


E qual era questa missione?
Comunicare la pasticceria, raccontarla con la mia personalità e le mie competenze. Riuscire a portare la pasticceria nelle case di tutti attraverso la riconversione di ricette professionali in ricette casalinghe nonché proponendo dolci realizzabili con gli ingredienti che si trovano al supermercato e con strumenti facilmente reperibili. Penso che con le giuste spiegazioni chiunque possa realizzare una torta che sembra provenire davvero dalla vetrina di una pasticceria. È un’impostazione totalmente diversa da quella del “pasticcere classico”. Arrivato a 22 anni, ho deciso di abbandonare il lavoro nel catering e provare a raggiungere questo mio obiettivo. Lasciare il posto fisso è stato rischioso non lo nego ma dalla mia parte avevo anche l’età. Così ho creato la mia cucina – studio, un ambiente che nasce per produrre contenuti destinati ai social, alle riviste o ai siti dei clienti.

Dopo i social è arrivata la televisione. È cambiato il tuo lavoro? Se sì, come? C’è un contesto in cui preferisci lavorare?
Per me i social e la televisione sono due mezzi complementari, utili entrambi al raggiungimento dell’obiettivo di cui parlavo prima. Sono due mondi molto diversi. La televisione ha dei tempi da rispettare. Bisogna essere sintetici e bisogna anche saper improvvisare in alcune situazioni. Sui social invece non hai limiti di tempo o di spazio, la comunicazione è molto più diretta e spontanea. I social sono una vetrina dove i contenuti che io carico rimangono sempre a disposizione di tutti. Però ripeto sono due mondi diversi, anche perché si rivolgono ad un pubblico diverso, e per il mio lavoro sono complementari.


Un anno fa è arrivato il libro. Che ruolo ha nel tuo percorso?
Quel libro vuole essere il manuale che io avrei voluto avere tra le mani quando stavo muovendo i miei primi passi nel mondo della pasticceria. Nei primi anni di lavoro, infatti, tutte le volte che cercavo delle informazioni mi imbattevo in volumi o imprecisi o troppo tecnici. Per tanto tempo ho sentito l’esigenza di tradurre tutto quanto avevo appreso soprattutto con il mio lavoro nel catering in un manuale strutturato in modo tale da consentire ai lettori di replicare a casa dolci professionali. Non ho mai avuto fretta di fare il libro, volevo realizzarlo al momento giusto. Nello sviluppo di questo progetto i social mi hanno aiutato tantissimo. Ho cercato di affrontare i temi che interessano di più, spiegare nel dettaglio i punti più critici e rispondere alle domande più frequenti che ho ricevuto in questi anni. Si può dire che l’obiettivo del libro sia quello di rispondere a tutte le domande del lettore ancora prima che lui stesso se le faccia. Il libro vuole essere quanto più completo possibile sia sul piano teorico sia su quello tecnico.

Guardando al futuro. Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Pochi giorni fa ho annunciato sui miei canali social l’inizio della collaborazione con Cotto e Mangiato – il menù, il programma di cucina che va in onda su Italia 1 tutti i giorni intorno alle 12.05. Da qui a fine anno parteciperò a nove puntate in cui mi dedicherò anche alla pasticceria salata. Il 3 dicembre alle 16 in centro a Monza sarò ospite di Coin Casa. In occasione dell’apertura del nuovo store, infatti, ci sarà la presentazione del libro, uno showcooking e poi la merenda e il firmacopie. Chiunque voglia una dedica può portare il libro se lo ha già oppure lo può acquistare lì. Dopo l’intenso tour dello scorso anno ci tenevo ad organizzare un altro evento in presenza. Non vedo l’ora di rispondere a tutte le domande sorte ai lettori dopo un anno di utilizzo del mio manuale.


C’è un pasticcere a cui ti ispiri e/o un dolce che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Cedric Grolet è un pasticcere francese che con il suo entusiasmo è riuscito imporsi nel suo campo e a stravolgerlo. Pur essendo molto giovane è già considerato uno dei migliori pasticceri del mondo e ha una pagina Instagram seguitissima. Nonostante la sua sia una pasticceria che ha un fine diverso da quella che faccio io, per me è una fonte di ispirazione. Parlando di dolci cito la number cake, una ricetta che ha segnato in modo particolare il mio percorso professionale. Sono stato uno dei primi a realizzare un tutorial in cui spiegavo come farla. Da quel momento in poi il successo è stato talmente grande che l’ho riproposta più e più volte con vari gusti. Per quattro anni l’ho portata in vari showcooking e ho continuato a ricevere foto di persone che la realizzavano. È una ricetta che è rimasta viva nel tempo. In generale poi amo tornare ogni tanto su quelle poche ricette a cui associo dei ricordi personali o familiari. Assaggiare nuovamente certi dolci mi fa rivivere quei momenti.
Andrea Besati
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