Sirone: arrivato alla pensione il fotografo Cocco abbassa le serrande del suo negozio

Giuseppe Cocco
Giovedì 1 dicembre le vetrine dello studio fotografico Cocco di Via Molteni a Sirone - già sottoposte a svuotamento in questi giorni - spegneranno per sempre le luci. Cesserà infatti l'attività che da circa quarant'anni ha accompagnato e immortalato i momenti significativi delle famiglie del circondario.
Giuseppe Cocco, originario dell'Abruzzo e residente a Cassago, è cresciuto in Brianza dove ha portato avanti la propria professione di fotografo. "A metà degli Ottanta ho aperto la mia attività a Sirone, quando avevo 22 anni - ci racconta - Prima ero un amatore, facevo parte del fotoclub di Veduggio e avevo due fotografi di riferimento: con uno di loro ho fondato un'attività durata 15 anni a Erba. Ho creduto in quest'attività che prima facevo per passione".
In tanti anni di lavoro, Cocco ha profondamente visto mutare il mestiere: "Ho cominciato con le fotocamere biottiche e sono arrivato alla pellicola, prima che arrivasse il digitale e trasformasse tutto, anche il mercato, tanto che per seguire il mercato bisognava costantemente formarsi - ha raccontato - L'evoluzione del passaggio dall' analogico al digitale è stato un passaggio chiave in cui anche tra professionisti nessuno credeva. Avevamo la camera oscura e pensavamo sarebbe rimasto un mondo solo per amatori. Invece il digitale ha eliminato l'analogico compiendo progressi, anche se è stato una disfatta dal punto di vista economico. Certamente non basta un telefono o una bella macchina per fotografare: bisogna avere la tecnica e le capacità".
Da giovane ragazzo appassionato a professionista affermato, sino al traguardo della pensione e alla scelta di abbassare definitivamente la serranda. "Pensavo di trasmettere ai figli la passione, ma con l'evoluzione del digitale, ci sono costi alti. Mi hanno aiutato quando studiavano, ma poi hanno scelto altre strade, una in ambito economico e l'altra umanistico. Il lavoro del fotografo, d'altra parte dico sempre, si fa quando gli altri fanno festa. Questo significa grandi sacrifici: tenere aperto il negozio da lunedì a venerdì e fare servizi nel fine settimana. Ho finito di smontare tutto e mi dispiace perché ogni anno facevo degli aggiustamenti nel negozio e ogni cosa qui dentro è legata a un ricordo. Sono triste perché mi sono reso conto che era arrivato il momento di chiudere e mi dispiace perché non ho mai fatto un lavoro che mi annoiava. È difficile e dura l'idea che da giovedì mattina non aprirò il negozio. Ho voglia ancora di fare tanto e di mettermi a disposizione".
Sotto questo punto di vista, Cocco si è già mosso iniziando a frequentare, negli ultimi anni, i corsi di formazione della Croce Rossa: da circa un mese ha ottenuto la qualifica di soccorritore e potrà continuare a riempire le sue giornate: "Proseguirò con questo interesse e dedicherò il mio tempo ad aiutare gli altri" ha concluso.
Sirone dice addio a un'altra attività che ha storicamente caratterizzato il centro storico a cavallo del nuovo millennio.
M.Mau.
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