La Provincia di Monza 'motiva' l'uscita da Villa Greppi. Intanto i sindaci si riuniscono
Nelle scorse ore la Provincia di Monza ha diffuso un comunicato stampa per motivare ufficialmente la propria scelta di uscire dal Consorzio Brianteo Villa Greppi. Lo scorso martedì infatti, la questione è stata portata all'attenzione del consiglio che, a maggioranza, ha votato a favore del provvedimento.
Intanto questa mattina i sindaci del casatese (con l'aggiunta di Nibionno) facenti tutti parte del Consorzio si sono riuniti ''a porte chiuse'' per discutere il delicato argomento. Si è trattato però di un incontro interlocutorio, senza alcuna decisione assunta, con gli amministratori che hanno parlato del tema sia dal punto di vista politico, sia economico. Nessuno sembra infatti disposto a coprire finanziariamente, il ''buco'' che l'eventuale uscita della Provincia brianzola determinerà per le casse dell'ente. E' tuttavia emersa la volontà di salvare Villa Greppi, prezioso patrimonio culturale per l'intero territorio: monzese compreso, i cui cittadini nonostante tutto, continuano a beneficiare delle svariate iniziative promosse.
Nella nota firmata dal presidente Luca Santambrogio - sindaco di Meda - la decisione di abbandonare l'ente con sede a Monticello viene giustificata in primis con ragioni di natura economica. ''Sono rimasti solo due i comuni del nostro territorio rimasti all'interno, per un totale di meno di diecimila abitanti, a fronte di un esborso economico pari a 145.000 euro all'anno, che di fatto viene tramutato in un'offerta culturale molto limitata per la nostra provincia'' si legge nella nota della Provincia monzese, la cui decisione è stata accolta come una vera e propria doccia fredda dai restanti soci e dal consiglio di amministrazione.
Villa Greppi, punto di riferimento per il Consorzio culturale con sede a Monticello
Pur avendo espresso a più riprese qualche perplessità infatti, l'ente non aveva mai messo in discussione in maniera concreta, la propria permanenza in Villa Greppi. La decisione di uscire, che segue quella dei comuni di Renate, Besana, Veduggio, Briosco e Verano, mette però in seria difficoltà l'ente, il cui bilancio è sostenuto per gran parte proprio dal contributo erogato dai soci, proporzionalmente alle quote di appartenenza. Inutile dire che in questo caso la ''parte del leone'' lo fanno proprio le Province di Monza e Lecco, che insieme ne detengono la maggioranza.
Nel comunicato stampa diffuso in queste ore, Santambrogio fa poi riferimento alla revisione dello statuto, iter in atto ormai da mesi, ricordando di aver espresso da tempo la necessità ''di separare quella che è la parte patrimoniale da quella gestionale''. In sostanza di aprire la possibilità ad altri enti di far parte del Consorzio in una modalità più ''leggera'' di quella attuale, a livello di costi. A questo proposito la Provincia di Monza non esclude la possibilità - qualora dovessero cambiare le condizioni - di revocare la decisione assunta questa settimana, dal momento che l'ente dovrà essere partecipe di Villa Greppi sino alla fine del 2024. Intanto questa mattina i sindaci del casatese (con l'aggiunta di Nibionno) facenti tutti parte del Consorzio si sono riuniti ''a porte chiuse'' per discutere il delicato argomento. Si è trattato però di un incontro interlocutorio, senza alcuna decisione assunta, con gli amministratori che hanno parlato del tema sia dal punto di vista politico, sia economico. Nessuno sembra infatti disposto a coprire finanziariamente, il ''buco'' che l'eventuale uscita della Provincia brianzola determinerà per le casse dell'ente. E' tuttavia emersa la volontà di salvare Villa Greppi, prezioso patrimonio culturale per l'intero territorio: monzese compreso, i cui cittadini nonostante tutto, continuano a beneficiare delle svariate iniziative promosse.
Ora infatti si dovrà procedere - quale prossimi passaggi - alla conclusione della procedura di revisione dello statuto, completando altresì il CdA di Villa Greppi. Nonostante la Provincia abbia indicato il proprio referente la scorsa estate (il giornalista Cristiano Puglisi ndr), del consiglio fanno parte ancora quattro esponenti soltanto (Marta Comi, Lucia Urbano, Raffaele Cesana e Michele Faglia), mancando poi la figura del presidente. Difficile, vista la situazione venutasi a creare, che possa essere espressione del territorio monzese.
Di seguito il comunicato del presidente Santambrogio:
Approvata nel Consiglio Provinciale dello scorso 29 novembre, con otto voti favorevoli, cinque contrari e un astenuto, la fuoriuscita della Provincia di Monza e della Brianza dal Consorzio Brianteo Villa Greppi.
''Dopo attente valutazioni, e nonostante sia in corso un tentativo di modifica dell’attuale Statuto, penso che ricorra in noi la necessità di una grossa valutazione sulla nostra persistenza all’interno del Consorzio'' così ha aperto la discussione il Presidente della Provincia di Monza e della Brianza, Luca Santambrogio.
''Sono rimasti solo due i comuni del nostro territorio rimasti all’interno, per un totale di meno di diecimila abitanti, a fronte di un esborso economico pari a 145.000 Euro all’anno, che di fatto viene tramutato in un’offerta culturale molto limitata per la nostra provincia'' continua il Presidente.
''E’ da tempo che chiediamo di separare quella che è la parte patrimoniale da quella che è gestionale, ma ricordo comunque che la decisione può essere revocata in qualsiasi momento, qualora ovviamente si proseguisse in maniera positiva nel percorso che sta portando alla variazione dello Statuto consortile'' conclude Santambrogio.
Si specifica anche che, pur deliberando l’uscita dal Consorzio, l’Amministrazione Provinciale continuerà comunque ad essere partecipe fino alla fine dell’anno 2024.
''Dopo attente valutazioni, e nonostante sia in corso un tentativo di modifica dell’attuale Statuto, penso che ricorra in noi la necessità di una grossa valutazione sulla nostra persistenza all’interno del Consorzio'' così ha aperto la discussione il Presidente della Provincia di Monza e della Brianza, Luca Santambrogio.
''Sono rimasti solo due i comuni del nostro territorio rimasti all’interno, per un totale di meno di diecimila abitanti, a fronte di un esborso economico pari a 145.000 Euro all’anno, che di fatto viene tramutato in un’offerta culturale molto limitata per la nostra provincia'' continua il Presidente.
''E’ da tempo che chiediamo di separare quella che è la parte patrimoniale da quella che è gestionale, ma ricordo comunque che la decisione può essere revocata in qualsiasi momento, qualora ovviamente si proseguisse in maniera positiva nel percorso che sta portando alla variazione dello Statuto consortile'' conclude Santambrogio.
Si specifica anche che, pur deliberando l’uscita dal Consorzio, l’Amministrazione Provinciale continuerà comunque ad essere partecipe fino alla fine dell’anno 2024.
G. C.