Missaglia: basilica gremita per i funerali di Vincenzo Chionna. Don Carlo, 'con la sua solarità ha seminato affetto e rispetto'

E' bastata una manciata di minuti. Pochi maledetti minuti perchè la giovane vita di Vincenzo Chionna, il 44enne vittima del terribile incidente stradale verificatosi lo scorso 27 dicembre sulla SP54 a Missaglia, volgesse al termine. Non basterà una vita intera alle persone che lo hanno conosciuto e soprattutto ai suoi cari, per dimenticarlo.

La basilica di San Vittore, gremita fino all'inverosimile, ha tributato stamani l'estremo saluto al ristoratore che nella nostra Brianza ha vissuto un'intera esistenza ''seminando il bene'', come ha sottolineato il parroco don Carlo Pirotta nella sua toccante omelia. Senza troppi fronzoli il sacerdote si è rivolto direttamente alla moglie Crina e alle sue bellissime bambine, per cercare di aiutarle a superare questo dolore lacerante. Un dolore che - come la spada citata nel brano del Vangelo di Luca - trafigge anche i genitori Angelo e Maria, i fratelli Vito e Giancarlo e i tanti amici di ''Enzo'', una persona così solare che era impossibile non apprezzare.

Vincenzo Chionna

''Le letture sono quelle previste per oggi. Ho pensato che questa coincidenza fosse adatta perchè nelle parole del Vangelo di Luca c'è nascosta una profezia che Simeone fa alla Vergine: una spada le trafiggerà l'anima'' ha esordito don Carlo nella sua omelia, accostando a questa immagine quella dei familiari che stanno vivendo ore davvero difficili. ''Eppure quella spada nasce dal desiderio di Dio di continuare lungo la strada che conduce alla libertà e ad una nuova vita, quella garantita dalla resurrezione''.

Il prevosto ha dunque invitato l'assemblea ad identificare il bambin Gesù con Cristo Risorto, entrambi presenti sopra l'altare: ''il passaggio terreno ci conduce verso una vita più grande e più vera. La vita di Vincenzo non è stata tolta, ma trasformata. Non è finita per lui, semplicemente sta conoscendo una dimensione diversa che noi non riusciamo a vedere''.
Eppure la speranza di una vita nuova non cancella il dolore della mancanza, di quella spada che trafigge l'anima dopo il drammatico incidente che ha spezzato la vita di Enzo che con il suo amato cane husky stava rientrando dal Rengione nella sua casa di Missagliola dopo una passeggiata serale.

''Di fronte a questo dolore abbiamo due scelte: quella di cancellarlo con la rabbia verso l'incuria umana che ha permesso che la vita di Vincenzo finisse. Oppure attraverso quel dolore possiamo guadagnare un rapporto nuovo con lui, che con la sua socialità ha rallegrato la vita di tanti'' ha proseguito don Carlo, citando le parole della figlia maggiore di Vincenzo Chionna, che gli ha confidato in questi giorni di aver conosciuto tante persone mai viste prima, tutte presentatesi per porgere le condoglianze alla famiglia. ''Eh sì, il tuo papà era amato e benvoluto da tanti: ha seminato affetto e rispetto e tutto questo continuerà'' ha detto il sacerdote rivolgendosi direttamente alla ragazzina e invitandola a vivere questo dolore nella maniera corretta, quella che le consentirà di responsabilizzarsi. ''Quel dolore ti renderà una donna grande, capace di interpretare al meglio quello che stai vivendo, nonostante il tuo papà ti mancherà sempre''.

Se alla moglie Crina don Carlo ha lanciato un messaggio finale nella sua lingua di origine - ''quello che ti direbbero le tue nonne'' - alla piccola di casa ha invece spiegato il momento dell'invocazione dei santi che in quegli istanti accompagnavano il viaggio terreno di Vincenzo verso la vita eterna. Una vita purtroppo lontana dalla sua famiglia e da coloro che in questi anni lo avevano conosciuto e apprezzato. Una testimonianza a questo proposito è giunta anche da don Adelio Molteni, parroco di Carnate, il paese dove ha sede l'attività lavorativa della famiglia Chionna. Il sacerdote ha parlato di ''notizia molto dolorosa'' riferendosi alla scomparsa del missagliese. ''Qualche mattina ci incrociavamo al bar, c'era uno scambio velocissimo di saluto perchè avendo un'attività si è sempre presi da tante preoccupazioni'' ha detto il religioso, esprimendo alla famiglia il dolore della sua comunità.

A chiudere la funzione, le parole di uno zio che ha affidato a don Carlo uno scritto dedicato all'amato nipote Enzo, intriso di commozione e lacrime, mentre il feretro ricoperto da fiori bianchi si è avviato verso l'uscita della parrocchiale, accolto dall'applauso sincero di familiari, amici e di chi ha voluto con la propria presenza, esprimere vicinanza alla famiglia Chionna. Il lancio di palloncini bianchi sulle note del brano di Enya ''You can say'', ha preceduto il tragitto in processione verso il vicino cimitero: l'ultimo viaggio terreno del 44enne nell'ultimo giorno di un anno che si è chiuso nel più tragico dei modi.
G. C.
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