Morte di Papa Benedetto: il ricordo dell'ex sindaco Rigamonti in visita a Roma nel 2011. Anche Roberto Ferrari lo aveva incontrato

''Una testimonianza radicata nella Bibbia, nella tradizione, nel Magistero, nel senso acuto della storia e nel coraggio di affrontare i temi più scottanti che caratterizzano la nostra società''. Così l'arcivescovo emerito di Milano, Angelo Scola, ha ricordato Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI, scomparso l'altro giorno a 95 anni. L'alto prelato, residente ormai da qualche anno a Imberido di Oggiono, aveva collaborato a lungo con il pontefice, instaurando con lui un legame di stima ed amicizia.
Nel corso del suo mandato non sono stati pochi i lecchesi che hanno avuto la possibilità di incontrarlo: ad aprire il cassetto dei ricordi ad esempio, è Luca Rigamonti. L'attuale direttore di Retesalute era volato a Roma nel 2011 - quando ricopriva il ruolo di sindaco di Monticello - insieme ad assessori e consiglieri. Una visita resa possibile da Monsignor Adriano Paccanelli, ufficiale di segreteria di stato e ausiliario della Basilica papale di Santa Maria Maggiore, originario di Casatenovo.

La delegazione di Monticello in prima fila durante il passaggio di Papa Benedetto XVI

''Avere appreso in questi giorni che il Papa emerito si era aggravato sino alla scomparsa l'altra mattina, mi ha fatto ritornare alla mente quella lontana udienza generale di metà ottobre 2011 in piazza San Pietro presieduta appunto da Papa Benedetto XVI'' ci ha detto Rigamonti. ''Ricordo con emozione quell'udienza perché abbiamo avuto il privilegio di essere a fianco del Santo Padre nelle prime file con alcuni assessori e consiglieri e sia al suo arrivo in piazza che al suo congedo abbiamo avuto l'opportunità di ricevere un suo sguardo e la sua benedizione mentre ci passava a fianco. Come emerge in questi giorni da varie testimonianze, il suo sguardo era di attenzione verso la singola persona come se fosse in un colloquio personale anche se si era in mezzo ad una moltitudine di fedeli. Ricordo che essendo stata citata ai microfoni la nostra delegazione del Comune di Monticello, Sua Santità si era voltato verso di noi ringraziandoci e benedicendoci''.
In quell'occasione, sempre grazie a Monsignor Paccanelli, il gruppo monticellese aveva potuto far aver al Santo Padre un quadro con la figura del Signore assiso sul trono, che poi il pittore Emiliano Viscardi realizzò nell'abside della chiesa di Cortenuova, con la raffigurazione delle tre Chiese di Monticello, Torrevilla e Cortenuova. ''Un ricordo indelebile per me e coloro che erano con me a Roma in quella occasione e che conserviamo e ci torna alla mente in questi giorni in cui ci saranno le esequie del grande Papa Benedetto XVI'' ha aggiunto Rigamonti riferendosi agli attuali ed ex assessori Davide Gatti, Maria Teresa Colombo, Monica Gargantini, Maria Pia Pozzi, Pietro Giussani, Giorgio Casiraghi e Giuseppe Vergani.

Gli amministratori monticellesi a Roma nel 2011 con Monsignor Paccanelli

Anche l'ex deputato e sindaco di Oggiono, Roberto Ferrari, aveva avuto modo di incontrare lo stesso anno Papa Ratzinger, nel suo caso peraltro in udienza privata. Un colloquio già previsto da mesi ma che era rimasto in forse fino all'ultimo. "Avevamo
Roberto Ferrari
 programmato da tempo una visita organizzata per ottenere un'udienza dal Santo Padre per porgergli omaggio da parte di tutta la comunità oggionese - ci aveva spiegato Ferrari nel settembre 2011 - la richiesta era stata inoltrata da tempo al Prefetto Pontificio tuttavia quando sono arrivato lì non avevo la certezza che sarei stato ricevuto ma una sentita speranza che infine si è concretizzata".
Al termine dell'Angelus il sindaco - accompagnato dal consigliere Giancarlo Turba - era quindi stato ricevuto da Papa Benedetto XVI nella sala udienze dove aveva avuto modo di presentare al pontefice alcuni doni: una lettera con i saluti della comunità in visita a Roma, un testo di presentazione del comune di Oggiono tradotto in inglese e tedesco, un libro (curato dall'associazione archeologica oggionese) con la storia del Battistero e del suo restauro voluto da don Carlo Gottifredi e infine una croce realizzata in pizzo di Cantù. "Il Santo Padre mi ha chiesto da dove provenissi, e appresa l'origine lecchese ha fatto riferimento ai luoghi manzoniani - aveva proseguito all'epoca Ferrari - a quel punto ho affidato alle sue preghiere la nostra comunità e le intenzioni nei nostri cuori. Ho sempre nutrito particolare ammirazione e affetto per Papa Ratzinger, di cui apprezzo molto la sapienza teologica e la cura per la liturgia, per un cristiano praticante incontrarlo di persona è stata un'emozione e un onore difficilmente descrivibili. Per l'occasione ho voluto omaggiarlo con alcuni testi che mostrano il radicamento della cultura cristiana nella nostra società".
G. C.
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