Valaperta: ricordato l'eccidio partigiano di 78 anni fa. ''Continuiamo la lotta al fascismo''

''I partigiani sono morti per la libertà degli altri, sacrificando la loro vita''. Queste le parole pronunciate ieri dal sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati, davanti al cippo - eretto fra Casatenovo e Lomagna - che ricorda l'eccidio partigiano avvenuto 78 anni fa.

La commemorazione dell'eccidio partigiano martedì sera a Valaperta


Era il 3 gennaio 1945 quando Natale Beretta, Nazzaro Vitali, Mario Villa e Gabriele Colombo furono fucilati dai fascisti a Valaperta. Come di consueto martedì sera autorità civili e militari hanno voluto ricordare il sacrificio dei quattro giovani: una delle pagine più tragiche e buie della storia casatese.

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La cerimonia, organizzata dal Comune di Casatenovo in collaborazione con Anpi Lecco, ha preso il via come da tradizione alle ore 20.15 nella chiesa di San Carlo a Valaperta, località che nel 1945, pochi istanti prima della fucilazione dei partigiani, fu depredata e incendiata dalle Brigate Nere.

Al microfono il sindaco Filippo Galbiati

Una breve messa officiata dal parroco don Antonio Bonacina ha introdotto la manifestazione, proseguita con il corteo snodatosi lungo Via Dante e Via della Resistenza sino al monumento che ricorda i quattro giovani, situato in territorio di Lomagna. Una consuetudine quest'ultima, ripresa dopo lo stop dovuto alla pandemia.

Una lunga sfilata di esponenti di Anpi ed Alpini, alla presenza di sindaci e assessori di alcuni comuni del territorio, tra cui - oltre a Casatenovo - Arcore, Bellano, Biassono, Lomagna, Missaglia, Usmate Velate, Bernareggio e Osnago, ha attraversato l'abitato di Valaperta, sino al cippo eretto in ricordo della fucilazione di Beretta, Vitali, Villa e Colombo.

Alla manifestazione hanno preso parte anche gli agenti di Polizia locale, i volontari di Protezione civile, i Carabinieri della stazione di Casatenovo, i rappresentanti di associazioni e sindacati, e tanti cittadini. Dopo la deposizione al cippo delle corone di alloro da parte delle penne nere, è stato il primo cittadino di Casatenovo Filippo Galbiati a prendere la parola, ringraziando e salutando innanzitutto i presenti.

Il parroco don Antonio Bonacina

''I partigiani hanno lottato contro il fascismo, che ha rappresentato il tentativo di garantire il privilegio di pochi, imposto con la violenza contro la pace che è invece garanzia della libertà di tutti. Mai come in questo anno abbiamo avuto la percezione vera e profonda di come la libertà delle persone sia strettamente legata alla difesa e alla promozione della democrazia, delle istituzioni democratiche: pur deboli, fragili a volte e lente. Pur con le loro fatiche che conosciamo e che ci chiamano tutti i giorni a dare il nostro contributo'' ha proseguito il sindaco Galbiati, rilevando come sia la prima cerimonia di commemorazione dell'eccidio dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. ''Tener viva la costituzione significa non potersi permettere alcuna ambiguità su quanto male abbia rappresentato il fascismo nella nostra storia, anche per combattere le sue nuove forme''.

Alessandro Capuzzo

A guidare i presenti nei fatti occorsi 78 anni fa, le parole di Alessandro Capuzzo, 13 anni soltanto e residente a Missaglia. Il giovane ha condotto un approfondimento sulla Shoah, sulla Resistenza e - a livello locale - anche sull'eccidio partigiano di Valaperta.

Al microfono Roberto Magni di Anpi Lecco

 ''Ho scoperto e toccato con mano fino a che punto può arrivare la crudeltà umana di pochi, l'omertà di molti, l'egoismo di tanti e il coraggio di grandi uomini e donne quali sono stati i partigiani'' ha detto lo studente, il cui intervento è stato introdotto da Roberto Magni di Anpi Lecco. ''Proprio dei partigiani ho scoperto la loro storia, apprezzato il loro coraggio e sono pieno di gratutudine per il loro sacrificio, come quello di Gabriele, Natale, Nazzaro e Mario, i martiri di Valaperta. Erano ragazzi poco più grandi di me, che hanno creduto così tanto nella libertà da andare contro un sistema potente, una dittatura, rischiando la propria vita''.

Parole piene di consapevolezza, anche se pronunciate da un ragazzo di soli 13 anni: uno spiraglio di speranza affinchè fatti come quelli occorsi a Casatenovo possano restare impressi nella nostra mente, senza mai essere dimenticati. Perchè in fondo, un Paese senza memoria è un Paese senza futuro.

Alle note di ''oh bella ciao'' cantate dalle donne iraniane e diffuse sul finire della commemorazione al cippo, ha fatto seguito un piccolo rinfresco presso l'oratorio di Valaperta offerto da Anpi.
G. C.
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