Campofiorenzo saluta la 73enne vittima del tragico sinistro. ''Chi come Carla ama, vive nella dimensione di Dio: eterna''

''Carla ha amato e chi vive con amore diventa come Dio: eterno''. Ha cercato di dare conforto ai familiari don Marco Rapelli, chiamato a celebrare stamani le esequie funebri di Carla Viganò, la 73enne deceduta lunedì mattina per le conseguenze di un sinistro stradale nel quale è rimasta tragicamente coinvolta. Un episodio che ha sconvolto la comunità di Casatenovo, dove era molto conosciuta: attiva nell'ambito parrocchiale e per anni volto noto al Caf della Cisl di Barzanò, la pensionata ha lasciato dietro di sè il ricordo di una persona vitale e generosa. Stava accompagnando uno dei nipoti alla scuola primaria di Cascina Grassi l'altra mattina, quando l'impatto con un mezzo pesante in svolta dalla strada provinciale 51 verso Via San Gaetano, non le ha lasciato scampo.

L'uscita del feretro di Carla Viganò (nella foto in alto a destra) dal santuario di Campofiorenzo

Dopo il dolore, ancora troppo forte, questa mattina nel santuario mariano di Campofiorenzo è stato il momento del ricordo e dell'estremo saluto alla 73enne. Gremita la piccola e moderna chiesa dedicata alla Madonna di Czestochowa, dove solo tre mesi fa erano state officiate le esequie di Romano Fiamberti, marito di Carla. Non è stato facile dunque per il vicario don Marco - affiancato da altri sacerdoti della comunità pastorale - trovare le parole giuste per consolare i figli, le sorelle, i nipoti e tutti coloro che avevano conosciuto la donna.
''Vorrei provare a raccogliere le lacrime, le domande e anche la rabbia verso Dio o il destino. La sofferenza e la morte ci sgomentano: non ci abitueremo mai a tutto questo. Eppure la morte fa parte della vita'' ha detto il sacerdote, ammettendo tuttavia che quando essa avviene in maniera così inaspettata e truce, accettarla è ancora più difficile.

''Non c'è altro da fare purtroppo e del resto noi stamani siamo qui proprio per condividere il nostro dolore. Siamo in chiesa e proprio su questo aspetto ci dobbiamo concentrare. Carla era battezzata, era cristiana...il fatto che lo fosse vorrà pur dire qualcosa?'' si è chiesto ancora don Marco avvalendosi del brano del Vangelo di Giovanni letto poco prima. Quello che narra la morte di Lazzaro e la rabbia provata dalla sorella Marta nei confronti di Gesù, così forte da spignerla a dubitare della sua fede.
Del resto davanti ad una tragedia come quella che ha colpito Carla Viganò, di certezze se ne provano davvero poche: ''sarebbe bastato un secondo perchè quell'incidente non accadesse'' ha detto ancora il sacerdote, spingendo però l'assemblea a soffermarsi sulle parole pronunciate da Gesù a Marta: ''Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno''. E' su questo aspetto - a detta del sacerdote - che bisogna riflettere. ''Carla è viva, è come un bruco divenuto farfalla: questa è la resurrezione. L'amore è più forte della morte e lei in vita ha amato molto, per questo ora è nella dimensione di Dio. E' qui con noi che celebra l'eucarestia''.

Il vicario della comunità pastorale don Marco Rapelli, che ha celebrato le esequie

Nel suo intervento don Rapelli ha voluto poi rivolgere un pensiero all'autista del camion e ai suoi familiari, che stanno certamente vivendo momenti di forte dolore: ''preghiamo affinchè l'amore di Dio possa raggiungere anche lui''.
Al termine della messa - durante la quale sono state raccolte offerte a favore del Mato Grosso - il feretro della 73enne è stato accolto sul sagrato dall'abbraccio dei familiari e delle tante persone intervenute, prima di avviarsi verso il tempio crematorio per l'ultimo viaggio terreno di Carla Viganò.
G. C.
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