Maresso: in tantissimi per l'ultimo saluto a Simone, 41enne stroncato da una malattia

Lo ha evidenziato don Guido Limonta nella sua omelia: la numerosissima partecipazione alle esequie di Simone Casiraghi, è la testimonianza più vera dell'affetto che è riuscito a seminare durante la sua esistenza. Non soltanto la chiesa dedicata ai Santi Faustino e Giovita di Maresso era gremita, ma anche il sagrato esterno: in centinaia questa mattina hanno voluto partecipare all'estremo saluto al 41enne venuto a mancare a causa di una grave malattia contro la quale stava combattendo da qualche tempo.

Nell'immagine Simone Casiraghi e le tante persone intervenute alle esequie stamani a Maresso di Missaglia

Una persona normale Simone - o meglio Platt, soprannome con il quale era conosciuto sul territorio - che nella sua quotidianità ha saputo però farsi apprezzare da tante persone: sul lavoro, nelle uscite con gli amici, sul campo di calcio della frazione missagliese, oltre ovviamente che dalla sua famiglia.
''Per chi suona la campana?'' si è chiesto in esordio di omelia don Guido, sottolineando come la scomparsa di una persona cara rappresenti il sostegno che improvvisamente viene a mancare. Per superare questa condizione difficile però, vengono in aiuto due cose: innanzitutto la parola di Dio ''che è Padre e ci protegge anche nelle vicende dolorose. Possiamo leggere questi eventi alla luce della fede, perchè chi è fedele vivrà presso di lui nell'amore''. Il sacerdote a questo proposito ha richiamato le letture scelte per la liturgia, come il brano del Vangelo di Luca: ''invita alla prontezza perchè purtroppo per nessuno è garantito un domani. Siamo tutti fragili ma ci attende un invito a nozze, un banchetto presso il regno di Dio. Una cena a lume di candela con chi ci ha preceduto'' ha proseguito don Guido sottolineando la giovane età di Simone, strappato alla vita a causa di una grave patologia contro la quale non ha purtroppo avuto scampo.

Al centro don Guido Limonta, che ha officiato le esequie funebri

Oltre alla parola di Dio, il religioso ha invitato i presenti ad aggrapparsi alla ''memoria degli affetti''; a ricordare cioè i tanti momenti vissuti insieme al familiare o all'amico venuto a mancare. ''La frase semplice scritta qui, sopra la corona di fiori è la ricchezza più grande: la tua famiglia. Serve comunione, ricchezza e fraternità. Portiamo tutto questo nel cuore anche se non è facile accettare una morte avvenuta in giovane età e sono tanti gli interrogativi che ci poniamo'' ha proseguito don Guido, evidenziando anche il rovesciamento della situazione più normale, con i genitori costretti a piangere un figlio ancora nel fiore dell'età, quando solitamente sono proprio loro ad essere accompagnati alla dimora eterna da chi hanno generato. ''Facciamoci sostenere dalla fede anche se in questo momento sentiamo tanta fatica: la partecipazione numerosissima a questa funzione è la testimonianza più vera'' ha concluso il religioso missagliese.

Al termine della messa, il feretro di Simone accompagnato da mamma Ernestina, da papà Ivano, dal fratello Mauro con Monica insieme ai parenti e agli amici più cari si è diretto verso il vicino cimitero per l'ultimo viaggio terreno. Con una certezza: il ricordo del 41enne resterà indelebile nelle loro menti e nel loro cuore, dove ha lasciato un segno grande.
G. C.
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