Nibionno: l’ing. Marco Rigamonti racconta il dietro le quinte del moto GP team 'Ducati'

Abituati a metterci comodi sul divano per guardare alla televisione l’attesa gara di gran premio motociclistico, non pensiamo a tutto il lavoro di preparazione che viene fatto a monte di questi eventi. Lo ha spiegato nel dettaglio, in un interessante incontro per conoscere il dietro le quinte, Marco Rigamonti, cittadino di Nibionno, da un ventennio in Ducati, ospitato sabato 21 gennaio nel salone dell’oratorio di Cibrone per raccontare il suo lavoro. Un’occasione, come ha rilevato il sindaco Laura Di Terlizzi, “per dare spazio ai nostri concittadini che magari non conosciamo”. L’evento è stato promosso dalla commissione biblioteca presieduta da Alberto Bigoni, insieme a Claudio Usuelli.

Da sinistra il consigliere e componente della commissione biblioteca Claudio Usuelli, l'ingegnere Marco Rigamonti, il presidente della commissione biblioteca Alberto Bigoni e l'assessore Davide Biffi

 

Diplomato nel 1995 al Grassi di Lecco, Rigamonti nel 2002 si è laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano con una tesi a Padova sulle due ruote. La sua passione si è successivamente tramutata in lavoro: dal 2004 al 2007 ha fatto parte del team sviluppo Ducati che definisce le strategie elettroniche. Nel 2008 è approdato al muretto: è stato l’ingegnere di pista di Max Biagi, poi passato in moto GP, è stato al fianco di Jannacci. Dopo una pausa nel team Suzuki, è rientrato in Italia e dall’anno prossimo sarà nel team Ducati ufficiale.

Il team di lavoro sul circuito è formato da circa 40 persone che stanno alle spalle dei due piloti ufficiali, tra cuochi, meccanici, staff, tecnici e ufficio comunicazione. Ciascun pilota ha un gruppo di 7 persone che lavorano con lui durante i turni di prove: 5 meccanici, 1 ingegnere elettronico e 1 capo tecnico. Il lavoro avviene nel paddock, la zona in cui vengono allestite le strutture per far svolgere la gara del gran premio della domenica. Nella parte posteriore vengono posizionati i camion (ogni team ne ha a disposizione 2), al cui interno è stipato il materiale che viene portato in giro per il mondo. Nella zona tra il “Pit lane” e l’uscita box, viene lasciato tutto libero per lasciare lo spazio alle due ruote.

La parte di lavoro, quella che capita di vedere in TV, è il box: “Quando arriviamo, troviamo il magazzino vuoto che poi prende forma - ha spiegato Rigamonti - Qui si svolge il lavoro di messa a punto e preparazione della moto ed è il luogo dove stiamo quando la moto entra ed esce dalla pista. In moto GP, ci sono due moto a disposizione per ciascun pilota. I turni sono molto brevi e si deve reagire in fretta alle varie problematiche: i dati vanno analizzati subito, soprattutto in termini di affidabilità. Una delle difficoltà è che ogni circuito ha dimensioni diverse: ciascun box è fatto con pannelli modulabili che si adattano alle esigenze di quello che troviamo”.

C’è poi la parte di hospitality, ovvero strutture mobili di accoglienza - e luogo per i pasti - e sono composte dai camion. “Nelle gare extra europee non ci sono i camion che viaggiano e quindi ci muoviamo con le casse, fino a un massimo di 50. Il peso extra viene pagato dal singolo team e per questo si cerca sempre di stare nel peso indicato dall’organizzazione della gara. Tutte le casse contengono i materiali che usiamo. Più la cassa è pronta, più è veloce la preparazione del box. Fuori dall’Europa l’hospitality è fatta da container spediti via nave o aerea che hanno una struttura più semplice assemblata al momento per dare lo stesso servizio.”. Il trasporto, invece, viene gestito dall’organizzazione.

Rigamonti ha approfondito nel dettaglio com’è scandita la settimana di una gara di gran premio. Lunedì e martedì sono dedicati alla sistemazione dei camion per creare l’hospitality. "Gli autisti non possono permettersi errori, altrimenti il box diventa difficile costruirlo. Il camion fino a domenica non può più spostarsi perché non ha lo spazio materiale per farlo” ha specificato l’ingegnere.

Il mercoledì, quando il team arriva in pista, trova l’hospitality già montata mentre il box viene montato quel giorno: “Ogni volta che si cambia il box, si cerca di renderlo anche più efficiente nel montaggio, per esempio dall’utilizzo di pannelli a vite si è arrivati ad usare pannelli con calamite”.
Il giovedì è invece il giorno interamente dedicato al montaggio del moto. “Essendo moto prototipi, l’affidabilità è uno dei punti critici: non si ha tempo né statistica per capire quanto durano i pezzi - ha rimarcato Rigamonti - Al termine di ogni gara del week-end precedente, la moto viene messa subito nei camion e portata via dal circuito. Si riprende dal giovedì successivo, quando la moto viene smontata e rimontata completamente, verificando sia tutto a posto. Facciamo anche la sostituzione per chilometri dei pezzi: la priorità è che la moto non si fermi, quindi si cambiano con più frequenza i pezzi. La moto è una lista di pezzi sul computer, che il magazziniere aggiorna aggiungendo i chilometri fatti con quel pezzo”.

Una volta che la moto è in ordine in termini di pezzi, si fanno i cambiamenti di rapporti di cambio in base al circuito (mediamente ogni team ha a disposizione 24). “Ci troviamo spesso in situazione in cui, a moto completata, ci avvisano che in un altro box hanno avuto un problema e quindi dobbiamo smontare alcune parti e sostituirle. Per questo spesso si sfora con l’orario, arrivando a lavorare fino a mezzanotte” ha raccontato Rigamonti. In seguito, si provvede al setup, ovvero all’adattamento della moto al circuito.

In questa giornata vengono anche montate le novità da testare: “Si testano nei primi turni, si analizzano i dati e non vengono utilizzati nelle prove ufficiali e nella gara. Oltre la montaggio, viene fatto tutto lo studio - ha riferito l’ingegnere - I tempi sono stretti, soprattutto durante i turni di prova: se è per un crash o un malfunzionamento, vengono fatti i pre montaggi per ridurre i tempi di sistemazione della moto”.
Una volta montata la moto ci sono altri pezzi che vengono preparati: serbatoi (per regolamento devono avere capacità di 22 litri) e accessori; cerchi e termocoperte visto che non si può andare in pista con le gomme fredde (la gomma viene portata a 90°); freni (in carbonio, “quelli in acciaio sono inadeguati perché non si riesce a rendere in sicurezza l’impianto frenante e il carbonio ha il potere di assorbire una quantità elevata di energia”); carena (“è fatta in modo da ridurre l’impennamento, portando al minimo gli svantaggi in rettilineo perché queste soluzioni portano a una velocità inferiore”). I tecnici partecipano alle riunioni con gli addetti Michelin per la gestione delle gomme.

A questo punto, si arriva quindi alla pianificazione dei turni di prova: ci sono quattro prove prima delle qualificazioni (45 minuti ciascuna), poi al sabato due turni di qualificazione. La domenica, prima della gara, viene fatta una mezz’ora di riscaldamento. Gli orari delle prove possono variare quando si gareggia fuori dall’Europa perché vengono regolati sul fuso orario, in modo che la gara venga trasmessa in diretta negli orari in cui il numero di spettatori è maggiore.
Per una prestazione migliore della moto in pista, si verificano anche il meteo, si fanno la configurazione dei freni, il setup e l’elettronica e le novità da testare. “I primi tre turni di prova sono importanti perché fanno la combinata di tempi. Le prove servono per fare i tempi per stare in Q2 e definire la griglia di partenza della gara”. Al sabato pomeriggio si compiono le analisi dei dati per definire come preparare la moto per la domenica e, tra le varie, capita spesso di fare la sostituzione dei motori.
Una volta compiuta la configurazione definitiva, si arriva a domenica quando si compie l’ultimo controllo della moto durante la fase di riscaldamento del mattino, che si conclude attorno alle 10. Alle 12.30 viene dichiarata la temperatura ufficiale per la benzina della gara. si fanno il mix della benzina e il riempimento dei serbatoi. Alle 13.25 aprono i pit lane perché i piloti possano schierarsi in griglia di partenza. Si porta il capello griglia, 3 meccanici, 1 ingegnere elettronico, 1 capo tecnico, lo staff, l’ombrellina e gli ospiti. Ogni pilota ha un assistente che gli sistema i caschi e la tuta. A seconda del pilota, c’è il momento in cui si chiacchiera o in cui vuole rimanere isolato con la musica. Alle 13.50 si chiude la griglia e alle 13.58 c’è il giro di warm-up per ritornare in griglia prima della gara. Il resto, da quando la moto è ai nastri di partenza, è una storia che conosciamo…
M.Mau.
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