Ello: il giardino delle rose in ricordo dei bambini di Bullenhuser Damm

"La loro storia è una vicenda straziante, drammatica, poco conosciuta e ci è sembrato doveroso ricordarla". È la vicenda dei bambini ebrei di Bullenhuser Damm. Uccisi nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1945 a pochi giorni dalla resa incondizionata della Germania nazista e dalla fine della Seconda guerra mondiale in Europa.
A ricordare questa storia è la signora Camilla, uno dei membri della Commissione Biblioteca di Ello, che ha spiegato le motivazioni che hanno portato lei e sui colleghi a proporre il ricordo di questa vicenda in occasione della Giornata della Memoria 2023. Ricorrenza nata per commemorare le vittime dell'Olocausto e riflettere sulle politiche discriminatorie che, adottate nella Germania nazista e in alcuni paesi suoi alleati, hanno portato alla violenza prima nei confronti delle minoranze e condotto successivamente alle politiche di sterminio. Applicate nei confronti della popolazione europea in base a discriminazioni etniche, religiose, e politiche, ma applicate anche contro le persone disabili nella stessa Germania.

"Abbiamo deciso di proporre la storia di questi venti bambini ebrei perché noi stessi membri della Commissione non la conoscevamo. Questo ci ha fatto riflettere su quante storie nascoste, quante realtà di questa tragedia non sono conosciute; quindi, ci è sembrato molto importante nel Giorno della Memoria ricordare questi fatti".
Venti bambini che furono uccisi brutalmente. Già sottoposti a esperimenti "medici" nel campo di concentramento di Neuengamme, vennero trasferiti nell'aprile del 1944, visto l'imminente arrivo delle forze alleate, nel sottocampo di Bullenhuser Damm, nei pressi di Amburgo. I soldati tedeschi ricevettero l'ordine di cancellare ogni prova degli esperimenti condotti sui bambini e, per quanto possibile, dell'esistenza stessa del campo di concentramento. Un tentativo condotto in modo simile a quello portato aventi in altri campi di concentramento e sterminio disseminati per l'Europa. Negli ultimi giorni del Reich, l'azione di occultamento dei campi di concentramento si sostanziava nel tentativo di uccisione rapida dei prigionieri rimasti internati. A Bullenhuser Damm, nel seminterrato della scuola, i venti bambini vennero prima sedati con delle iniezioni di morfina e poi impiccati con dei ganci posti alle pareti. I più piccoli avevano cinque anni. Molti di loro erano provenienti dalla Polonia, altri dalla Francia, dai Paesi Bassi e dalla Slovacchia. Uno di loro era italiano. Sergio De Simone, nato a Napoli nel 1937. Con i venti bambini ebrei vennero uccisi anche due medici francesi e due infermieri olandesi, nonché diversi prigionieri di guerra russi, alcuni dei quali soffocati a mani nude.

 

Nei pressi della scuola di Bullenhuser Damm oggi esiste un memoriale e un giardino delle rose. Un modo per ricordare i tragici fatti e commemorare i venti bambini uccisi. Anche la Commissione biblioteca di Ello ha voluto riproporre, proprio in occasione della Giornata della Memoria, l'esperienza del giardino delle rose. Attraverso un'istallazione artistica. Nella piccola aiuola nei pressi della scuola materna sono state installate, e visibili da ieri mattina, venti rose bianche in legno. Corredate da un pannello informativo con dei testi che racconta la storia dei venti bambini uccisi.
"L'idea di fare questa installazione è nata per proporre alla cittadinanza un momento di riflessione che fosse non limitato nel tempo, come poteva essere una serata" ha spiegato la signora Camilla. "Abbiamo voluto dare al paese qualcosa che fosse accessibile a tutti, in qualunque momento".
Presso l'installazione, è possibile leggere una frase posta in evidenza: "chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti". È la medesima frase che Mengele, medico nazista responsabile della morte in modo atroce di un numero imprecisato di bambini attraverso esperimenti, era solito pronunciare per convincere i più piccoli prigionieri dei campi a seguirlo.

L. A.
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