Bulciago: in 70 per festeggiare Sant’Agata, tra cibo e tombolate

L'oratorio di Bulciago ha festeggiato la ricorrenza della martire Sant'Agata, ricordata il 5 febbraio, nella serata dello scorso sabato. Dopo la messa delle ore 18, una settantina di partecipanti è stata accolta nel salone dell'oratorio, allestito per l'occasione di garofani colorati fatti di carta pesta.

La ricorrenza viene celebrata nel paese da ben ventitre anni: correva l'anno 2000 quando suor Armida, emozionata e presente anche durante la serata del 4 febbraio, organizzò per la prima volta una festa in nome della santa.

Suor Armida

Oltre al cibo, servito dalle volontarie dell'oratorio, due conduttori hanno allietato la serata, introducendo persone, giochi, momenti di divertimento, di poesia e di preghiera. Insieme a suor Giovanna e ad altre consorelle, c'erano don Giovanni, don Simone e padre Leopoldo.

La musica è stata protagonista della serata con una gara di karaoke, insieme a una tombolata, che ha messo in palio diversi premi offerti dai commercianti del paese.

Infine, una delle partecipanti, Sonia, ha letto una poesia in rima scritta da lei stessa sulla figura di Sant'Agata, mentre un'altra invitata si aggirava tra i tavoli impersonando un'Agata insolita che dispensava benedizioni.

Le organizzatrici si dicono soddisfatte della serata e dedicano a tutte le donne la strofa conclusiva della poesia letta: "Di questa gran signora cogliamo un giusto messaggio: possiamo dire NO, se abbiamo coraggio".
Nel lontanissimo passato della storia
di un’intrepida fanciulla abbiamo memoria.

Secondo una leggenda a noi tramandata
da ricca e nobile famiglia, a Catania è nata.

“Agata “è il suo nome benedetto
giacché per grande fede, sacrificò il suo petto.

Vittima di una ignobile sventura,
la Sicilia le diede degna sepoltura.

Di ogni donna, mamma o nutrice
Agata è la Santa protettrice.

In un giorno di febbraio si festeggia la nobile signora
che ricca solo nel cuore, difese il proprio onore.

Per ideali di fede ha più volte combattuto,
e neppure il carcere lei ha temuto.

Perché del proconsole Agata ha rifiutato
quel vile corteggiamento non desiderato.

Di questa gran signora cogliamo un giusto messaggio:
possiamo dire NO, se abbiamo coraggio.

M. Bis.
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