La poesia di Umberto Colombo/10: rime baciate per il genetliaco
Un editto per il genetliaco, insomma un ordine - a gloria e memoria - per il compleanno. Il poeta del sabato, Umberto Colombo, questa volta si è spinto in un auto elogio in versi. L'occasione per incensarsi è presto detta: questo mese - precisamente il 3 febbraio - ha compiuto gli anni. Il vigoroso capello bianco che ormai da qualche anno lo accompagna è la rappresentazione plastica di un'energia interiore che l'accompagna, nonostante il passare degli anni.
Anzi, l'augurio che Colombo fa a se stesso è proprio quello di andare oltre i cento anni di età: le forze e l'entusiasmo per affrontare questa fase della vita non mancano. Nella poesia, qualcun altro si potrà rispecchiare, come ci dice l'autore: "Le mie speranze sono dovute a due eventi: il primo è ciò che posso prevedere, il secondo è che purtroppo in questo periodo si sta preparando un aumento del costo della vita, per via dell'inflazione. Quindi il tutto aumenterà inevitabilmente. Sarà dunque l'unico caso di svalutazione ben vista. Naturalmente, chiunque voglia essermi d'appoggio potrà farlo. Chi è del mio stesso parere lo preveda anche per i suoi giorni".
Editto! … il Genetliaco del super
Cent’anni anzi meglio centodieci
è questo il traguardo cui vorrei arrivare
mi dicon i cento son dieci volte il dieci
io me ne frego posso ancor sperare
perché un limite da porre al mio destino?
son discolo, son bello, ho gioco di fantasia
lo voglio, lo penso, non sono un pulcino
quindi non c’è ragione per buttarmi via
vivo, rifletto mi guardo e mi ammiro
non vedo intoppi al mio pensiero
mi piaccio e mi sento ancora in tiro
viva me stesso vado avanti fiero
pasticche? si ne prendo per compagnia
ma è un fatto soltanto di alimento
do lavoro apposta a pro di farmacia
non va in crisi e nutro il suo sostento
guardatemi e cercate un punto fiacco
troverete soltanto pace e buon umore
quando mi capita non mi attacco al fiasco
ecco il segreto del mio buon dottore
quindi il centodieci mi basta e avanza
non sono un arruffone, no! per niente
mi spetta di diritto l’ho scritto nella panza
non c’è un disposto ma lo tengo in mente
brindiamo a questo fatto ed al concetto
nessuno tra di voi ponga obiezione
io festeggio il tempo come sopra detto
non ho rivali, sono il primo, datemi ragione…
Umberto Colombo
Cent’anni anzi meglio centodieci
è questo il traguardo cui vorrei arrivare
mi dicon i cento son dieci volte il dieci
io me ne frego posso ancor sperare
perché un limite da porre al mio destino?
son discolo, son bello, ho gioco di fantasia
lo voglio, lo penso, non sono un pulcino
quindi non c’è ragione per buttarmi via
vivo, rifletto mi guardo e mi ammiro
non vedo intoppi al mio pensiero
mi piaccio e mi sento ancora in tiro
viva me stesso vado avanti fiero
pasticche? si ne prendo per compagnia
ma è un fatto soltanto di alimento
do lavoro apposta a pro di farmacia
non va in crisi e nutro il suo sostento
guardatemi e cercate un punto fiacco
troverete soltanto pace e buon umore
quando mi capita non mi attacco al fiasco
ecco il segreto del mio buon dottore
quindi il centodieci mi basta e avanza
non sono un arruffone, no! per niente
mi spetta di diritto l’ho scritto nella panza
non c’è un disposto ma lo tengo in mente
brindiamo a questo fatto ed al concetto
nessuno tra di voi ponga obiezione
io festeggio il tempo come sopra detto
non ho rivali, sono il primo, datemi ragione…
Umberto Colombo