La poesia di Umberto Colombo/11: elezioni e logica politica

Domenica 12 febbraio e lunedì 13 febbraio si sono tenute le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale: i cittadini sono stati chiamati alle urne per scegliere il presidente che governerà la Lombardia per i prossimi cinque anni.

Al di là dell'esito elettorale e dell'elevato astensionismo di cui si discute da giorni, Umberto Colombo, nella sua poesia del sabato, ci offre la sua analisi alla ricerca di una logica politica che, saziando gli animi dei rappresentanti politici, spesso scontenta il popolo. Un invito a riflettere sulle ragioni di un astensionismo che continua a rinvigorire le fila.

Logica politica
 
il nazismo si sa, sta al fascismo
come il populismo sta al comunismo
lo statalismo finisce in sciovinismo
e il socialismo rifiuta il suo civismo

quattro dettati furbi al real sistema
nel senso di poter giovar al cittadino
sempre irrisolto sarà su questo tema
il concetto, poi spiegato, con un inchino

le quattro facce, ognun per conto suo,
daranno certo diverse le ragioni
ma al dire sta di fatto nel voler far tuo
un valido interesse sulle loro azioni

il gioco sta nel trovar consenso
per poi giovarsi di un cotal governo
l’essere assurti con il maggiore assenso
per poi superare così il loro inverno

la calda e comoda poltrona sta all’inverso
le idee le tratte i sogni e le promesse fatte
svaniscono lontano anzi son di traverso
e il popolo avrà di contro leggi ancor rifatte

il galateo finisce molto in fretta
non v’è rispetto alcuno da chi ci governa
di questi ognuno pensa a sé ed è operetta
sul popolo che va ramengo con la lanterna
 

Umberto Colombo

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