Monticello: affondo alla burocrazia statale nella serata con Porro e il suo nuovo libro

È un vero e proprio assalto allo stato, o meglio, allo statalismo quello che va in scena durante la presentazione del nuovo libro di Nicola Porro: ''Il padreterno è liberale, Antonio Martino e le idee che non muoiono mai'', ospitata giovedì sera presso l'ex granaio di Villa Greppi a Monticello.
L'intento dell'autore e vicedirettore de ''Il Giornale'' era costruire, nel libro, un manifesto del pensiero, delle idee e della figura di Martino appunto, ex ministro della Difesa e degli Affari Esteri nei governi Berlusconi primo, secondo e terzo.

Nicola Porro ospite ieri sera a Monticello


È però il Martino liberale ed economista ad interessare Porro. A lui tributa - ospite di Maurizio Lupi e della Fondazione Costruiamo il Futuro - il suo ''Padreterno liberale''. Puntando tutto su di un attacco frontale allo stato, alla sua presenza, al suo condizionare la vita odierna dei cittadini. Senza che questi ''ormai abituati'' - a detta di Porro - non se ne rendano più nemmeno conto. ''La libertà dell'individuo è l'origine del potere della politica'' afferma il giornalista criticando alcuni eccessi normativi dello stato.

''Non esiste una libertà civile disgiunta da una libertà economica e non esiste una libertà economica disgiunta da una libertà civile'' ribadisce l'ospte, enunciando un principio fondamentale del pensiero liberale.
Non si fa attendere, di conseguenza, la critica alla burocrazia italiana. Sviluppata a tal punto da limitare le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini. È proprio ''l'abituarsi'' a questa presenza burocratica che andrebbe contrastata. L'analisi dell'autore tocca la situazione estrema raggiunta durante la pandemia, con l'adozione di strumenti per il controllo della popolazione che hanno ricordato da vicino quelli del regime cinese totalitario.

L'onorevole Maurizio Lupi

''È il cittadino il protagonista della comunità e lo stato è una finzione'' gli fa eco l'onorevole Maurizio Lupi citando Gianfranco Miglio. ''Lo stato è il modo in cui noi rappresentiamo una comunità viva; quindi, deve essere la comunità viva la protagonista e lo stato esserne al servizio''. Prosegue ricordando come oggi, invece, lo stato si basi sull'accezione negativa insita nella morale umana, secondo la visione hobbesiana della natura dell'uomo. Alla base della concezione del leviatano e dello stato totalizzante.
Visione alla quale l'onorevole contrappone quella di spirito liberale. ''Io sono stato educato a pensare che la nostra libertà è talmente grande che possiamo riconoscere il bene comune che ci unisce''. ''Che il padreterno sia liberale è una provocazione, ma è anche una verità'' afferma.

Nicola Porro con il segretario Giuseppe Procopio

 

Oltre all'alternativa dello ''stato minimo'' in ambito normativo, condivisa con Lupi, Porro spinge forte sull'acceleratore del liberismo. A partire dalla critica sprezzante alla spesa pubblica statale, oggi pari a ''16mila euro a testa per ogni italiano''.
Entrambi evidenziano alcune politiche che - giudicate negative - ne hanno causato l'innalzamento. Il superbonus edilizio del 110% finisce sul banco degli impuntati. ''La cosa più vergognosa che sia stata fatta a questo mondo, è l'idea che lo stato ti regala tutto'' sentenzia Lupi che avrebbe preferito un sussidio ai giovani per l'acquisto della prima casa.
Rincara la dose di critiche alle politiche adottate per uscire dalla crisi il vicedirettore Porro. ''Il Pnrr è una follia totale''. Opinione che l'autore adotta di fronte alla convinzione che lo stato, e in particolare i suoi apparati, siano incapaci di investirne le risorse in modo realmente efficace. Riporta alla luce la Cassa del Mezzogiorno, esperienza negativa. ''Il punto non è come spendere i soldi pubblici, il punto è che ci dovrebbe essere una grande rivoluzione su come ridurre la spesa pubblica'' conclude.

A sinistra Alessandra Hofmann, sindaco di Monticello

Non mancano le critiche accese alle politiche dell'Unione Europea in tema di risparmio energetico, obblighi normativi edilizi e divieto di produzione futura di autovetture con motore a combustione. Dulcis in fundo la critica al ''reddito di cittadinanza''. La suggerisce il mediatore della serata, il giornalista e direttore scientifico della Fondazione: Ubaldo Casotto.

Analizzate le differenze sostanziali rispetto alla ''imposta negativa'' sul reddito pensata da Milton Friedman, definita ''più modulare e meno assistenzialista'' del reddito di cittadinanza, Porro conclude: ''una persona normale, senza problemi, sotto i trent'anni, che vive in una famiglia normale, non può essere un problema della società''. E aggiunge: ''che deve farsi il culo, dovrebbe essere scritto in Costituzione''.

Il moderatore Ubaldo Casotto

''Distruggi ogni incentivo a crescere e a lavorare, è un segnale sbagliato da parte dello stato'' commenta Lupi. Riflettendo sul significato del lavoro spiega: ''il lavoro non è solo prendere lo stipendio, ma è la dignità, è contribuire a sentirsi protagonista''. Evidenzia, concludendo, quella che a suo giudizio dovrebbe essere invece la priorità odierna dello stato: ''il supporto alla natalità''.

La serata termina fra gli applausi dei presenti, numerosi. Molti dei quali si accodano in fila per acquistare una copia de ''Il padreterno è liberale'' scritto dal vicedirettore de ''Il Giornale''.
L. A.
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