La poesia di Umberto Colombo/13: il mondo al giorno d’oggi
Una puntale critica al mondo in cui viviamo. Umberto Colombo, nella poesia di marzo proposta nell'ambito del consueto appuntamento con la rubrica a lui dedicata, si sofferma sul lato più aspro del mondo, quello con il quale a tutti, a volte, capita di confrontarsi e di scontrarsi.
Meglio prestare attenzione e tenere gli occhi aperti perché, come ricorda il garbagnatese, si rischia grosso: "L'umanità finita sarà tritata al pesto".
Al giorno d'oggi
Signori a milioni si contano i morti
tra guerre terremoti naufragi e carestie
siamo matti o d’intelligenza siamo corti
o il mondo è impazzito o è il frutto di apatie?
si sente solo parlare di guerre e di siccità
e quasi mai di pace in grandi occasioni
il verbo declinato è solo forza e abilità
l’egoismo il danaro la furbizia sono le funzioni
v’è solo la parvenza di un grande abusivismo
si fanno carriere e denaro sulla pelle altrui
ed a gomiti si giunge con forza all’impietismo
l’uomo pensa a s’è stesso e mai ai vuoti bui
di questo passo tutto finirà ben presto
il mondo cadrà sepolto tra le rovine
l’umanità finita sarà tritata al pesto
e tutto si forgerà e finirà nelle latrine
Umberto Colombo
Signori a milioni si contano i morti
tra guerre terremoti naufragi e carestie
siamo matti o d’intelligenza siamo corti
o il mondo è impazzito o è il frutto di apatie?
si sente solo parlare di guerre e di siccità
e quasi mai di pace in grandi occasioni
il verbo declinato è solo forza e abilità
l’egoismo il danaro la furbizia sono le funzioni
v’è solo la parvenza di un grande abusivismo
si fanno carriere e denaro sulla pelle altrui
ed a gomiti si giunge con forza all’impietismo
l’uomo pensa a s’è stesso e mai ai vuoti bui
di questo passo tutto finirà ben presto
il mondo cadrà sepolto tra le rovine
l’umanità finita sarà tritata al pesto
e tutto si forgerà e finirà nelle latrine
Umberto Colombo