Nibionno: il moderno Barbablù alimenta la riflessione sulla violenza contro le donne

Una prigione dorata che, con il trascorrere del tempo, si fa grigia, cupa, piena di fantasmi. Una regina del focolare domestico con una corona che prima perde lo smalto e poi va in frantumi, spezzata da inquietudini, dolori, violenze, sudditanza psicologica ai maltrattamenti di un uomo mascherato da principe.

Gli amministratori comunali sul palco durante lo spettacolo ''Barbablù 2.0''

Lo spettacolo teatrale "Barbablù 2.0" di Magdalena Barile, interpretato da due ottimi attori, Alessandro Quattro e Laura Negretti, ha lasciato ammutolita la sala del teatro don Olimpo Moneta di Tabiago di Nibionno nella serata di mercoledì 8 marzo. L'evento è stato promosso, per la giornata internazionale della donna, dall'amministrazione comunale con il patrocinio dei comuni di Annone Brianza, Bosisio Parini, Colle Brianza, Costa Masnaga, Dolzago, Garbagnate Monastero, Rogeno e Sirone.

"Questo spettacolo Barbablù 2.0. è un invito a riflettere insieme sulle condizioni di disagio morale, fisico e psichico in cui sono costrette a vivere molte donne - ha detto il sindaco Laura Di Terlizzi in apertura - Desidero trasmettere anche a voi le emozioni che questo spettacolo mi hanno fatto vivere la prima volta che ho avuto l'onore di poter assistere a tale rappresentazione. Rivolgo un doveroso augurio a tutte quelle donne che vivono situazioni di emarginazione sociale, di condizioni di abbandono, di denigrazione del rispetto dell'essere donne, a tutte coloro che sono obbligate ad alzare la voce contro le ingiustizie e i soprusi che sono costrette a sopportare quotidianamente e rivolgo un accorato augurio a tutte quelle mamme che stringono al petto i loro figli dovendoli difendere dai rumori delle bombe o dal rumore dal mare che si increspa e spesso se li vede strappare ingiustamente ed inumanamente. A tutte le donne uno speciale augurio affinché possano vivere le sfide e le difficoltà di ogni giorno con determinazione e tenacia e con lo spirito positivo che ogni battaglia, con forza e coraggio può essere vinta".

La storia narrata è quella di un moderno Barbablù, un uomo d'affari, spesso fuori casa per viaggi di lavoro che mostra il lato del buon marito coprendo di regali la moglie ma si trasforma nel suo aguzzino tra le mura domestiche. L'archetipo, la figura di ispirazione per questa rappresentazione, è il protagonista della fiaba di Barbablù trascritta da Charles Perrault nel XVII secolo come parte della famosa raccolta "I racconti di Mamma Oca", del 1697: un principe azzurro, persona dolce e cortese che, per queste pregevoli caratteristiche, viene sposato dalla protagonista, ma questa scelta per lei si trasformerà in un incubo, dopo che avrà aperto la porta della stanza a lei proibita.

Lo stesso incubo è quello vissuto dalla protagonista di Barbablù 2.0, che si trova a ricostruire la dinamica del suo omicidio, quello di una donna la cui vita, soltanto in apparenza armonica, viene spezzata da continui, martellanti e incessanti maltrattamenti: sono meccanismi di violenza fisica e ancor più psicologica che, in quelle mura di casa, sono diventati la norma.

Un'abitudine che non deve mai diventare tale nella vita di tutti i giorni per evitare che ciascuna donna, come la protagonista, sprofondi sul divano esanime, privata ormai di un corpo e di un'anima. Privata dell'identità, di se stessa.
Barbablù 2.0 è uno spettacolo di valore che genera consapevolezza tra le donne e si impone come riflessione per gli uomini, anche se ancora troppo pochi in sala, ancora pochi a riconoscere la figura femminile.
M.Mau.
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