Colle B.za: silenzio, natura e recitazione. E' il seminario di teatro nel paesaggio

Silenzio e osservazione. Le due premesse del primo seminario di teatro nel paesaggio, svoltosi alla fine del mese di febbraio a Campsirago, sul Monte di Brianza. Quattro giorni che i partecipanti hanno trascorso quasi senza parlare fra di loro. Con la concentrazione rivolta alla natura, al paesaggio circostante. La comunicazione è avvenuta attraverso l'arte.
Organizzato dal centro di produzione teatrale di Campsirago Residenza, il seminario ha riscosso un particolare interesse, con persone arrivate da diverse regioni d'Italia. Il corso formativo a contatto con l'ambiente si è concluso con una serie di performance teatrali avvenute durante una nevicata inattesa.

"Durante il seminario sono state introdotte delle pratiche indirizzate al contatto e alla connessione al territorio e alla natura. Una connessione che è stata cercata in maniera continuativa e senza sosta" spiega Alvise Crovato, fra i partecipanti al corso.
"Ci siamo trovati, in venti partecipanti e siamo stati quattro giorni insieme senza parlare. Attraverso pratiche individuali e collettive è stata creata una connessione a livello di gruppo, una coscienza comune. Ottenuta non attraverso il logos il discorso, ma attraverso il contatto con la natura. Senza poter parlare con il linguaggio, la comunicazione diviene prossemica, fatta di gesti, vicinanze, lontananze e sguardi".
La sera del primo giorno, prima di recarsi a dormire, è stato acceso un fuoco all'aperto. A turno, durante la notte, i partecipanti lo hanno "vegliato" evitando che si spegnesse. Il mattino successivo, all'alba, è stata compiuta una pratica condivisa di "risveglio comune".

"La mattina ci si ritrovava in cerchio, con i quattro formatori professionisti posizionati verso i quattro punti cardinali. È stato formato un rombo di persone con i vertici a est e ovest, sud e nord. I movimenti dei partecipanti avvenivano insieme, all'unisono, verso i punti cardinali. Si è trattato di un risveglio non solo fisico, ma anche naturalmente spirituale, profondo, comune a tutti, declinato poi a livello personale" ricorda Crovato.
Le giornate sono trascorse affrontando diverse attività legate alla formazione teatrale nel paesaggio. "Siamo andati ad approfondire l'aspetto artistico, creativo, attoriale. All'inizio ci siamo ritrovati a parlare a coppie, raccontandoci a due a due la nostra vita. Passeggiando, andando verso un luogo che ognuno di noi aveva solitariamente trovato qui attorno nei boschi, sentendolo come proprio. Da questo luogo ognuno ha tratto ispirazione per una restituzione artistica". "In questi posti - aggiunge Crovato - ognuno ha trovato qualcosa di energeticamente potente dove poter esprimere non solo la propria capacità attoriale, ma anche dove porre il proprio corpo e il proprio spirito in contatto con la natura".
Dopo il percorso compiuto a coppie, nel giorno successivo, ogni singolo partecipante si è concentrato da solo sulla propria esecuzione artistica che avrebbe voluto realizzare. Assistito e supportato dai formatori professionisti.

Nella mattinata di domenica sono state realizzate le diverse performance teatrali. "Il percorso - spiega Crovato - è stato abbastanza lungo, ha toccato tutti i luoghi scelti dai diversi partecipanti, dalle zone nel comune di Olgiate Molgora alle cime del Monte, oppure ancora verso Campiano".
Partiti insieme, percorrendo i sentieri in fila indiana, in ogni occasione in cui il gruppo raggiungeva un luogo prescelto, un partecipante eseguiva la propria performance. "Eravamo tutti attori e spettatori al tempo stesso, dopo quattro giorni di comunità e pratiche condivise. Nelle performance si poteva fare ciò che si riteneva: c'è chi ha realizzato della prosa, chi ha compiuto delle performance fisiche, chi ha letto, chi ha fatto più cose differenti. La libertà era massima".
Un'esperienza che potrà essere replicata nei prossimi mesi. Infatti, il percorso formativo appena concluso era stato pensato in modo particolare focalizzandosi sulla stagione invernale. Nel mese di aprile verrà realizzato quello primaverile, a luglio il percorso formativo estivo e a ottobre quello autunnale.
"È stato un processo creativo e costruttivo importante, di riavvicinamento al territorio e alla natura, che potrei associare, come ispirazione a "Le vie dei canti" opera di Chatwin oppure, alla tradizione della cultura shintoista e animista giapponese, secondo la quale nel bosco e nella natura esistono posti e oggetti che sono dei canali energetici" conclude Crovato.

Alvise Crovato

Michele Losi, uno dei formatori del seminario, ha ricordato: "si è trattato di un percorso al limite tra l'artistico, lo spirituale e il rituale, lavorando tantissimo sull'attenzione, sulla sensibilità, sull'ascolto della natura e degli elementi che si ritrovano al suo interno. Per innescare poi dei processi creativi".
"È molto interessante vedere come in quattro giorni le persone si trasformino" ha proseguito il direttore artistico di Campsirago Residenza raccontando parte del metodo alla base del percorso formativo: "Si lavora sul silenzio, sulla percezione, sull'attenzione, le persone arrivano qui in un modo ed escono da qui in altro modo. Oltre a degli strumenti tecnici legati al training e a delle pratiche, è interessante vedere il tipo di trasformazione che avviene, soprattutto relativa alla sensibilità nei confronti di ciò che ti accade intorno. È come se i sensi si ampliassero profondamente".
"Nel momento in cui si tolgono alle persone determinati stimoli come i cellulari, gli si chiede di fare silenzio, sottoponendole anche ad attività fisica, ciò che succede è che il livello di attenzione e sensibilità si alza, si alza il livello di percezione dei luoghi. Per finire si alza, in conseguenza, anche il livello creativo artistico che ne esce rafforzato" ha concluso Losi.

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