La poesia di Umberto Colombo/16: difficoltà per la scarsità d’acqua
Ghiacciai, fiumi e laghi si assottigliano, facendo emergere lembi di terra. Il settore agricolo è in difficoltà, il nostro verde e la natura iniziano a mostrare segni di sofferenza. La carenza d'acqua riguarda tutti noi e ci coinvolge più di quanto possiamo immaginare, tenendo semplicemente conto che non si tratta di un bene infinito e che il nostro corpo ne è composto - e dunque ne ha bisogno - in gran parte, con percentuali che superano il 60%.
La poesia odierna di Umberto Colombo ci riporta, come ben esprime il titolo, alla natura ferita e dunque alla difficoltà di vivere per mancanza d'acqua. Null'altro da aggiungere come parole, ma tante riflessioni e qualche necessaria azione in più per salvaguardare questo mondo e noi stessi.
La natura ferita
L’aver sparato contro la natura
Soltanto per piacer di prepotenza
ha reso secco il desco per l’arsura
E ha portato il suol solo in quiescenza
a tanto è volta la deficienza umana
senza portar alcuno all’attenzione
di terra il grido trillante di campana
che sparso in giro ha perso la ragione
negata è in lei la venatura giusta
gli va a mancare il succo del suo vivere
con quel continuo batter della frusta
l’uomo, il deficiente, è pronto a ridere
ma il verso preso con disprezzo
per un egoistico sistema di consumo
ha rotto l’equilibrio cambiando il vezzo
dell’armonia di pace viva per ciascuno
di corsa noi corriam con delle pezze
ma il danno provocato è troppo forte
cambiato è il tutto perdiamo le certezze
e il mondo ha serrato le sue porte
il tempo e la stagione ormai son folli
non v’è speranza senza cambiar sistema
le decisioni prese in cambio sono molli
e il nulla fatto non risolve il teorema
Guardiamoci l’un l’altro in promozione
Cerchiamo di cambiare sul problema
buttiamo ciò che sembra la funzione
solo sul breve si può risolvere questo tema
in altro modo noi cadremo buggerati
la colpa sarà del sistema operativo
da soli per inciso ci siam fregati
e ciò che ci sostiene non è più vivo
Umberto Colombo
L’aver sparato contro la natura
Soltanto per piacer di prepotenza
ha reso secco il desco per l’arsura
E ha portato il suol solo in quiescenza
a tanto è volta la deficienza umana
senza portar alcuno all’attenzione
di terra il grido trillante di campana
che sparso in giro ha perso la ragione
negata è in lei la venatura giusta
gli va a mancare il succo del suo vivere
con quel continuo batter della frusta
l’uomo, il deficiente, è pronto a ridere
ma il verso preso con disprezzo
per un egoistico sistema di consumo
ha rotto l’equilibrio cambiando il vezzo
dell’armonia di pace viva per ciascuno
di corsa noi corriam con delle pezze
ma il danno provocato è troppo forte
cambiato è il tutto perdiamo le certezze
e il mondo ha serrato le sue porte
il tempo e la stagione ormai son folli
non v’è speranza senza cambiar sistema
le decisioni prese in cambio sono molli
e il nulla fatto non risolve il teorema
Guardiamoci l’un l’altro in promozione
Cerchiamo di cambiare sul problema
buttiamo ciò che sembra la funzione
solo sul breve si può risolvere questo tema
in altro modo noi cadremo buggerati
la colpa sarà del sistema operativo
da soli per inciso ci siam fregati
e ciò che ci sostiene non è più vivo
Umberto Colombo