Oggiono: Monsignor Delpini porta la croce, simbolo dell'unione dei diversi popoli del mondo

Una piazza gremita di fedeli ha accolto l'arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini, giunto a Oggiono per celebrare la Via Crucis nella serata di mercoledì 28 marzo. La visita pastorale dell'arcivescovo metropolita è avvenuta nel contesto delle cerimonie diocesane previste in occasione della quaresima di quest'anno. Appuntamenti che stanno portando Delpini a celebrare la Via Crucis in ognuna delle sette zone pastorali della diocesi, fra le quali figurano anche Lecco e Oggiono, all'interno della zona terza.

Un momento della Via Crucis alla presenza dell'arcivescovo Delpini, martedì sera a Oggiono

"Portate nel mondo la croce di Cristo" questo il messaggio che la visita pastorale e l'arcivescovo ha voluto comunicare ai fedeli oggionesi. In particolare, ai giovani, in vista della prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Lisbona, in Portogallo, nel mese di agosto.

La Via Crucis ha avuto inizio dalla chiesa di Sant'Eufemia. L'arcivescovo è stato seguito dal parroco don Maurizio Mottadelli, da don William Abbruzzese, da altri sacerdoti del decanato oggionese e non solo, da numerosi chierichetti, dalle autorità civili, ma in particolare da moltissimi giovani ragazzi e ragazze. Il corteo che scendendo i gradini della piazza si è incamminato per le vie del centro città. A seguire l'arcivescovo numerosi fedeli che - giunti da diversi comuni dell'oggionese, e non solo - hanno iniziato il cammino in silenzio.

Alcuni giovani ragazzi e ragazze hanno portato la Croce di legno, simbolo della crocifissione, realizzata da Emanuele Porro di Cesano Maderno. Composta da legni di essenze differenti, questa particolare Croce è stata creata per simboleggiare l'unione delle persone provenienti da differenti parti del mondo, da diversi continenti, accomunate e unite dalla fede. Esattamente come i giovani che si ritroveranno alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Proprio alcuni giovani hanno commentato le varie stazioni della Via Crucis e i loro pensieri sono stati portati in ognuna delle sette vie crucis che Delpini ha voluto realizzare all'interno del territorio della diocesi milanese.

Il corteo, giunto in Piazza Sironi si è fermato per una prima volta. Qui è stata celebrata la quarta stazione "Gesù incontra la madre". Leggendo il Vangelo di Luca, viene ricordato l'incontro di Simeone con Gesù. Incontro che avviene al Tempio e che dona a Simeone la speranza e la promessa della salvezza.

Ripreso il cammino e la preghiera i fedeli si sono diretti da piazza Sironi verso la centrale Piazza Manzoni. Luogo in cui si è svolta l'ottava stazione della Via Crucis: "Gesù consola le pie donne". Il Vangelo di Luca viene letto nel passaggio in cui Gesù riprende in modo severo le donne che incontra mentre con la croce è in cammino verso il Calvario. Un richiamo duro - quello di Cristo - volto a invitare le donne a non limitarsi alla pietà esteriore.

Da Piazza Manzoni il cammino è proseguito presso Piazza Garibaldi. Di fronte al palazzo del Municipio è stata celebrata l'undicesima stazione "Gesù è crocifisso". Luca ricorda nel Vangelo i momenti della crocifissione. "Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto".

Monsignor Delpini con i figuranti della Pro Loco

 

 

Ricordando la scritta "costui è re dei giudei" che viene apposta sopra la croce Giovanni - uno dei ragazzi che hanno commentato il Vangelo della via Crucis - spiega: "Cosa significa essere Re? Per molti è un ruolo di comando e di dominazione, per Gesù è l'esperienza di prendersi cura della gente che gli è affidata e che incontra".

Facendo ritorno verso la chiesa di Sant'Eufemia, il corteo si è fermato in via Primo Maggio, per celebrare la quattordicesima stazione della Via Crucis "Gesù è deposto nel sepolcro". Un passaggio del Vangelo di Luca viene letto e ricorda come il sepolcro venne trovato aperto e vuoto. Terminata la lettura delle sacre scritture e del commento, il corteo ha proseguito sulla via del ritorno verso la Piazza della Chiesa.

Delpini, nelle fasi conclusive della cerimonia, ha riflettuto sul significato dell' "andare e del tornare" nella vita di un credente. "Gesù - ha spiegato - va verso il Golgota e non ritorna. Chiama a seguirlo, "venite e non tornate indietro, chi mi vuol seguire prenda ogni giorno la sua croce e mi segua [...]", chiama a vivere la vita come un andare verso il compimento".

"Vivere dell'incompiuto - ha proseguito l'arcivescovo - è vivere abitando il tempo come un ritmo che si ripete, il giorno e la notte, l'andare e il tornare. Gesù chiama a seguirlo, a vivere la libertà dell'uscire dal ripetersi, il ripetersi come una schiavitù".

Ricordando come l'invito di Gesù a seguirlo sia un invito a "cambiare vita", Delpini ha precisato come quel "cambiare vita" corrisponda alla "libertà di seguire Gesù, di stare con lui e non tornare indietro. L'andare senza ritorno non è finire nel nulla, ma può aprire la porta per entrare nel regno del compimento della missione di Gesù".

I fedeli che hanno riempito la piazza hanno continuato ad ascoltare il messaggio che l'arcivescovo ha voluto lasciare loro: "Gesù chiama a seguirlo a vivere con lui, a vivere la sua stessa vita perché il quotidiano possa essere l'ingresso nel regno. Il paradiso comincia dove si decide di stare con Gesù. [...]" "Noi - ha spiegato Delpini rivolgendosi ai fedeli - possiamo seguire Gesù e cominciare così il paradiso e non esser mai gli stessi perché sempre con un passo che segue il passo di Gesù. Siamo venuti qui per questa via Crucis e siamo invitati ad andare con Gesù, a tornare a casa per non essere più gli stessi, un po' più buoni, un po' più desiderosi di conversione. Andare e non tornare mai come si era prima".

Prima di congedarsi l'arcivescovo ha ricordato il significato della cerimonia per i giovani fedeli presenti: "Questa via Crucis è un modo con cui i giovani si preparano ad andare a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù. Noi abbiamo ascoltato le loro parole, accompagnato i loro passi. Come per dire ai giovani andate a Lisbona vi accompagniamo noi, andate e non tornate come eravate prima. Tornate come giovani che hanno capito la parola di Gesù, che sono entrati con lui nel paradiso. [...] Portateci un po' di fuoco, gioia e speranza".

"Io penso - ha spiegato don Maurizio Mottadelli salutando i fedeli presenti - che di questi tempi abbiamo bisogno di vivere delle esperienze che ci fanno sentire uniti [...] Questa sera abbiamo vissuto qualcosa di veramente unitivo per la comunità civile, la comunità religiosa, le associazioni, i gruppi e le diverse generazioni di giovani, adulti, laici e preti, presenti. Abbiamo vissuto qualcosa che ci fa sentire un'anima sola. E questo a partire dalla contemplazione del Crocifisso. Ci ritroviamo tutti nell'esempio di un uomo che innocente ha dato la vita per gli altri".

A destra l'intervento di don Maurizio Mottadelli, parroco di Oggiono

A rendere possibile la cerimonia della via crucis, scenografica, è stato l'impegno profuso dai volontari della Pro Loco che hanno organizzato le quattro stazioni previste. Una trentina di persone hanno partecipato in modo attivo alla cerimonia come figuranti, grazie sempre all'impegno della Pro Loco oggionese che ha messo a disposizione i costumi indossati.

L'arcivescovo con i sindaci e amministratori intervenuti

La visita pastorale oggionese, compiuta nella serata, non è la prima per l'arcivescovo. Delpini si era già recato a Oggiono per celebrare una Via Crucis, come quella svoltasi in data odierna, nel mese di aprile 2019. A settembre 2021 aveva compiuto una nuova visita pastorale celebrando la santa messa in Piazza Alta e visitando l'antica chiesa di Sant'Agata aperta per l'occasione e presentata ai fedeli dopo i lavori di restauro che avevano interessato gli ambienti interni.

Lorenzo Adorni
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