Costa: una relazione 'movimentata' approda in Tribunale

Si sono conosciuti da giovanissimi, per poi ritrovarsi nel 2020... in carcere: lui era detenuto, lei frequentava Pescarenico per permettere al figlioletto di incontrare il padre, il suo ex compagno, anch'egli dietro le sbarre. La relazione è diventata amorosa nel mese di novembre, dopo la liberazione di lui e l'inizio di una convivenza, anche per ragioni di opportunità legate al lavoro e al covid, a casa di lei, a Costa Masnaga. A fine giugno 2021, lui è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare. I mesi tra l'inizio e la fine della coabitazione sono ora al centro di un procedimento penale per maltrattamenti e lesioni intentato nei confronti del giovanotto, evidentemente non nuovo alle Aule del Tribunale di Lecco (e non solo, avendo già affrontato processi anche a Como e Monza).

A movimentare la storia tra i due (che prosegue tutt'ora pur a distanza, essendo lui ancora incarcerato) l'abuso di sostanze stupefacenti e alcool, nella versione resa quest'oggi da lei, sentita quale persona offesa, al cospetto del collegio giudicante (presidente Paolo Salvatore, a latere Martina Beggio e Gianluca Piantadosi).
In astinenza o annebbiati dai fumi dell'alcol, in più occasioni, si sarebbero resi protagonisti di alterchi, sfociati poi anche in aggressioni fisiche con lei che avrebbe lanciato un pesante posacenere all'indirizzo dell'uomo, arrivando a spaccargli - in altro momento - una chitarra sulla schiena. Ma ad essere state refertate, confluendo in denuncia, sono solo le lesioni riportate dalla donna, finita più volte in ospedale, una delle quali dopo essersi rifugiata in stazione, chiedendo aiuto. "Volavano le cose in casa, ma non c'è stata colluttazione" ha detto, in Aula, circa i 10 giorni di prognosi ricevuti a febbraio. Un fraintendimento, invece, all'origine dei lividi riportati per il lancio di un telefonino.
Interrogata dal Pm Chiara Di Francesco e dal legale del compagno, l'avvocato Simona Crippa, la persona offesa, non costituita parte civile, ha faticato a mettere in fila i vari accadimenti, cercando comunque di evidenziare come il problema fossero l'alcool e la droga, chiedendo poi di poter rimettere le querele presentate. Il processo proseguirà comunque essendo il reato di maltrattamenti procedibile d'ufficio. Sentita anche la madre di lei - arrivata a leggere i messaggi con le richieste d'aiuto ricevuti dalla figlia - e gli operanti che hanno seguito la vicenda, la causa è stata aggiornata al prossimo 25 maggio per il completamento dell'istruttoria.

A.M.
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