Oggiono: mostra di fiber art con la lana ed il lavoro di un territorio per salvaguardarla

Fabrizio Redaelli, Giovanni Corti, Pasquale Redaelli, Chiara Narciso, Agostina Pallone e un rappresentante della famiglia Donadeo, Franco Donadeo

 

La lana come materia prima da lavorare per realizzare prodotti artistici. La sua origine, la tutela e la valorizzazione come strumenti didattici per le giovani generazioni. ''Lana è'', la mostra d'arte contemporanea di Agostina Pallone, inaugurata nel pomeriggio di sabato 15 aprile in Villa Sironi a Oggiono, non è semplicemente un'esposizione di opere meravigliose ma è qualcosa di più: un legame con la comunità e la tradizione da cui discende questa porzione di territorio brianzolo.

L'iniziativa, patrocinata dalla Città di Oggiono e con il contributo di Fratelli Donadeo, è promossa dal Circolo culturale Angelo Tenchio, dall'Università del Monte di Brianza, dall'Istituto scuola grafica moda design di Lecco (Isgmd), dall'Associazione della Pecora Brianzola e dalla Pro Loco di Oggiono. Tutte queste realtà contribuiranno, ciascuna a proprio titolo, ad animare la dimora novecentesca per una decina di giorni.
''Questa mostra ha un'originalità pazzesca'' ha esordito il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso. ''Quando mi hanno presentato l'idea, ne sono rimasta affascinata. Essere qui in questa villa che abbiamo voluto valorizzare come luogo di cultura, cercando di andare incontro a diversi temi e fasce di popolazione e vedere una mostra come quella di oggi con una valenza artistica elevata, significa portare messaggi culturali, sociali e ambientali''.

L'assessore alla cultura Giovanni Corti ha rimarcato l'importanza di questo evento su più campi. ''Con questa mostra si può fare cultura a 360 gradi perché non un'esposizione semplice come vuole essere una mostra d'arte. Quando ho visto l'idea da portare avanti, sono stato colto da tante emozioni: mi sono venuti in mente mestieri che non si fanno più e mi sono chiesto com'è cambiato il nostro paese, dove ricordo ci fossero greggi di pecore''.

L'artista Agostina Pallone si è presentata tramite una video intervista realizzata dagli studenti dell'Isgmd di Lecco. ''L'interesse per la lana è nato anni fa: amavo fare vacanze al nord dove incontravo spesso pascoli e raccoglievo batuffoli di lana che si incastravano nel filo spinato. Durante il Covid, ho incontrato un pastore in valle d'Intelvi che pascolava le pecore e me ne sono innamorata. Sono andata a prendere la lana e l'ho pulita: con una ricerca sul web, ho guardato fasi di preparazione del feltro e, tramite un annuncio su Fb, mi sono fatta insegnare da due professioniste''.
Per Pallone ''l'arte è la possibilità di esternare e condividere le mie emozioni'' e la sua fonte di ispirazione è la materia, che nella sua arte riveste un ruolo predominante.

L'iniziativa coinvolge direttamente l'Associazione della Pecora Brianzola, nata il 13 marzo 1999 presso la comunità montana del Lario Orientale allo scopo di recuperare, salvaguardare e valorizzare l'ovino tipico legato a questa parte di territorio. Ne ha parlato il presidente del sodalizio, Pasquale Redaelli. ''Lo standard di razza brianzola è una pecora di taglio medio-grande che appartiene alle razze dell'arco alpino a orecchie pendenti. Giovanni Segantini, quando ha dipinto ''Ave Maria al trasbordo'' a Pusiano, ritraeva le pecore brianzole. Quando si è spostato in Engadina, dipingeva le pecore con le orecchie piccole perché era un osservatore attento. In una lettera, oltre ad ammirare le pecore, confessò di non amare le pecore bastarde, ma preferire quelle di razza pura perché più proporzionate ed armoniche. Le pecore brianzole sono totalmente bianche e senza alcuna macchia: non ha lana dietro le orecchie, sotto la pancia, sul collo ma solo nelle parti che danno lana migliore. La lana deve avere tante ondulazioni in modo che si possa allungare e la grossezza del filo va da 28 a 32 micron. Non è adatta a realizzare gli indumenti perché punge. La lana delle pecore brianzole da decenni è in crisi, anche se per tappeti e imbottiture è molto adatta: oggi importiamo tonnellate di lana da Argentina, Nuova Zelanda e Australia e così la lana non dà più reddito. Anzi, è diventata persino un costo perché i pastori devono pagare per il suo smaltimento. La pecora brianzola da cinque anni è un presidio slow food, l'associazione che valorizza le piccole produzioni: questo è valore aggiunto per la tutela del territorio e della biodiversità''.

Dai circa 70 capi iniziali si è arrivati oggi a contare circa 2000 esemplari; tuttavia sotto i 10.000 capi, l'ovino è a rischio di estinzione. Per questo, l'associazione cerca di continuare a difendere la pecora e il territorio a cui è legata.
Fabrizio Redaelli, presidente dell'Università del monte di Brianza, ha posto l'accento sulla proposta trasversale. ''Cogliamo l'occasione di una mostra legata a qualcosa di reale del territorio per ricreare un puzzle che, partendo dalla lana, arriva a interessare le scuole e i ragazzi. L'associazione università del monte di Brianza collega tutti gli eventi che valorizzano il nostro territorio, le persone, i ragazzi. Dietro alla mostra c'è tutto il lavoro che ha investito gli oggionesi, il territorio e i ragazzi''.
Per l'intera settimana la mostra sarà visitata dalle scuole che, a seconda del grado di istruzione, porteranno avanti programmi di approfondimento o laboratori sul tema (qui i dettagli: https://www.casateonline.it/articolo.php?idd=137401), mentre sabato 22 aprile sarà il giorno di chiusura con una didattica aperta al pubblico tenuta dagli alunni di ISGM sulla lana nella storia del costume e della moda.

La mostra è un'occasione preziosa per apprendere come la materia non solo possa essere trasformata a fini artistici, ma possa anche formare e trasformare chi entra in contatto con essa. Nel caso specifico, è il filo della lana, proprio come si vede su alcune opere di Agostina Pallone, a unire i punti di un'esplorazione culturale e territoriale.
M.Mau.
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