Monticello: finanziato dal PNRR l'impianto per i rifiuti tessili nei capannoni ex Seruso

La sede operativa di Seruso a Cortenuova di Monticello
in un'immagine scattata nel lontano 2005
''Siamo ancora in una fase preliminare per capire come gestire l'intero iter, ma il progetto è stato finanziato''. L'assessore all'ecologia Luca Pozzi ha dato brevemente notizia al consiglio comunale del contributo al PNRR che il Comune di Monticello ha ottenuto per la realizzazione di un impianto di selezione dei rifiuti tessili da collocare nell'ex sede operativa di Seruso a Cortenuova. Capannoni ormai dismessi da tempo, situati nella zona artigianale della frazione, nell'area Agrati-Garelli.
Pur essendosi trasferita - una quindicina di anni fa almeno - a Verderio, la società pubblica continua ad essere proprietaria di alcuni stabili nella località al confine fra la provincia lecchese e monzese.
Nel 2020 Seruso aveva messo in vendita uno dei capannoni, partendo da una base d'asta di 572.500 euro. Asta andata poi deserta: nessuno aveva infatti manifestato il proprio interesse ad acquisire l'edificio, rimasto ancora vuoto.
A questo proposito lo scorso anno Silea (la società partecipata che a sua volta controlla Seruso ndr) ha iniziato a lavorare ad un progetto decisamente interessante, finalizzato a rendere gli ex stabili attivi a Cortenuova punto di riferimento per il territorio. La creazione cioè, di un impianto di selezione dei rifiuti tessili che funga da hub per l'intera provincia di Lecco ed eventualmente per territori limitrofi (Como, Monza Brianza) con capacità produttiva complessiva di circa 8mila tonnellate annue. Questo perlomeno è quanto prevede lo studio di fattibilità presentato dal Comune di Monticello, dopo l'accordo con Silea, e ritenuto finanziabile grazie ai fondi del PNRR.
Silea ed il Comune di Monticello avevano infatti candidato il progetto ad un bando del MITE-Ministero della Transizione Ecologica dedicato proprio ''all'ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili''. Il tutto per un costo ipotizzato di poco superiore ai 5milioni di euro, iva compresa.
L'esito della candidatura è stato positivo: il progetto è stato dunque dichiarato fattibile e finanziabile con l'intera somma richiesta. La strada da percorrere tuttavia, è ancora lunga e complessa, in virtù proprio del carattere innovativo dell'impianto, che consentirebbe anche di valorizzare un immobile ormai da troppo tempo dismesso.
''La procedura è in atto: dobbiamo innanzitutto capire formalmente come andare avanti. Con Silea siamo appunto in una fase interlocutoria'' ci ha detto in proposito il sindaco Alessandra Hofmann. ''Quello che abbiamo presentato è solo uno studio di fattibilità: via avviato l'iter per la redazione del progetto vero e proprio. A questo proposito è necessario che il nostro ufficio tecnico venga affiancato da una figura che segua nei dettagli tutta la procedura, stante la sua portata''.
L'eventuale impianto monticellese ipotizza fasi di selezione e cernita sia manuale che meccanizzata del flusso tessile in ingresso, anche tramite l'ausilio di soluzioni di lettura ottica, e fasi finali di imballaggio e stoccaggio del materiale da destinare al riciclo sul mercato. Il tutto contempla un elevato livello di digitalizzazione del processo e di tracciabilità dei dati raccolti, dai flussi in ingresso sino all'etichettatura di ogni balla in uscita.
Insomma, un percorso importante e ambizioso, ma ancora tutto da definire. Restano anche da valutare gli aspetti legati al traffico di mezzi in entrata/uscita dalla nuova ipotizzata struttura con il conseguente impatto sulla viabilità.
G. C.
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