Oggiono: il ricordo delle donne partigiane e l’importanza della celebrazione del 25 aprile
Il momento dei discorsi in Piazza Manzoni alla presenza delle autorità civili e militari
Giuseppe Chiarella, presidente della Conferenza dei Sindaci dell'Oggionese
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
"Il 25 aprile diventa quindi il giorno della gratitudine verso chi ha lottato per la pace e per la libertà dell'Italia dalla dittatura del nazifascismo. Ricordare questa celebrazione non è quindi retorica ma è festeggiare un patrimonio di tutti. Si tratta di una grande responsabilità collettiva: consapevolezza che libertà e democrazia non sono ‘doni' ma conquiste raggiunte con la lotta e il sacrificio; patrimonio collettivo da presidiare e mantenere costantemente", ha concluso solennemente Giuseppe Chiarella, nel suo invito alla celebrazione di una festa che ha reso l'Italia una nazione libera.
Il sindaco Chiara Narciso con Sveva Paganelli, sindaco dei ragazzi
Subito dopo ha preso la parola Sveva Paganelli, sindaco dei ragazzi, che ha letto la poesia "25 aprile" di Italo Calvino.
Infine Chiara Narciso, prima cittadina di Oggiono ha tenuto il suo discorso ricordando in particolar modo le donne che hanno lottato per la Liberazione.
''Il coinvolgimento del genere femminile nella Resistenza fu consistente. Secondo i dati diffusi dall'ANPI, furono 70mila le donne organizzate nei gruppi di difesa, 35mila le partigiane, 20mila le donne con funzioni di supporto (le staffette), 4mila donne furono arrestate, torturate e condannate da tribunali fascisti, 2900 quelle giustiziate e uccise in combattimento, 2750 quelle deportate nei lager nazisti, 1600 quelle ferite, 623 le donne fucilate, 512 le commissarie di guerra. Per tante donne la Liberazione del proprio pese è stata l'occasione per affermare i propri diritti, auspicando un ruolo diverso della donna nella società. È importante sottolineare che le donne non sono state ai margini nella Liberazione ma ne furono protagoniste" ha detto la prima cittadina oggionese.