Nibionno: Mara di Domo Mia in campo ai mondiali di pizza

Erano solo due le donne in gara al campionato mondiale della pizza nella categoria napoletana. Una è lecchese, unica rappresentante del nostro territorio nella più importante manifestazione dedicata ai professionisti della pizza. Si tratta di Mara Mancosu, di sangue sardo e campano, titolare insieme al compagno Loris del ristorante pizzeria Domo Mia di Nibionno.
Il campionato mondiale della pizza, giunto alla trentesima edizione, si è tenuto nelle scorse settimane al polo fieristico di Parma con tre giorni di competizioni, cooking show e seminari animati da più di 800 professionisti da tutto il mondo che hanno celebrato in tutte le sue declinazioni il piatto più amato al mondo e simbolo dell'italianità per eccellenza, la pizza.

Per Mancosu non si tratta della prima partecipazione in gara alla manifestazione: esattamente dieci anni fa, nel 2013, si era aggiudicata il Trofeo Heinz Beck. ''Avevo gareggiato nella competizione dedicata ai cuochi che lavorano nelle pizzerie - ci ha raccontato - Oggi che con il mio compagno, abbiamo un nostro locale, ho deciso di partecipare di nuovo. Non avevo mai gareggiato per la pizza. Negli ultimi anni mi sono approcciata al mondo della pizza, che ho imparato a preparare in un ottimo ristorante della zona''.

Nella competizione sono solo tre le tipologie di pizze ammesse e sono le classiche: marinara, margherita e bufala. I pizzaioli preparano la pizza al momento, portando i propri ingredienti. ''Si passa prima dal controllo di due giudici: uno guarda il forno e l'altro si occupa della valutazione tecnico, misurando ad esempio il peso del panetto e il pomodoro. Entrambi controllano che tutto il disciplinare depositato al ministero delle politiche agricole sia rispettato. Poi, quando esce dal forno, c'è la valutazione complessiva dell'aspetto, del sapore e della fragranza''.
Insomma, per arrivare a conquistare un premio, si deve superare la verifica di ben sei giudici. Per dare la misura del severo criterio di valutazione, su 104 partecipanti, 53 pizzaioli non sono giunti a qualificazione.
''É stata davvero una bella esperienza, anche se non ci siamo classificati perché il disciplinare di gara della pizza napoletana è molto rigido e sicuramente da parte mia c'è stata un po' di agitazione. Sono stati molto rigorosi ma questo mi fa piacere e abbiamo già deciso che si rifarà l'anno prossimo. È stimolante anche il fatto che ci sono poche donne, che io ho rappresentato''.

Su oltre 700 concorrenti, una percentuale risibile di pizzaioli era composta da quote rosa, ma Mancosu era tra queste. Un orgoglio doppio per lei: una donna in un settore fortemente rappresentato da uomini, che ha portato l'espressione del territorio lecchese.
M.Mau.
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