Sirone piange Mario Cattaneo, il 'barbè' di generazioni, originario di Castello Brianza

E' venuto a mancare Mario Cattaneo, meglio conosciuto - tra Sirone e Castello Brianza - come ''Mario barbè'' per la professione esercitata per un lungo periodo.
L'uomo si è spento domenica 14 maggio a seguito di una malattia: aveva 80 anni. Originario di Castello Brianza, si era avviato al lavoro in giovane età: aveva appreso i rudimenti del mestiere in una bottega di Sirone per poi passare alle dipendenze di parrucchieri a Olgiate Molgora e Lecco. A vent'anni prende la decisione di mettersi in proprio, aprendo un'attività a Cologna di Castello di Brianza, rimasta aperta fino agli anni Duemila. Contemporaneamente gestiva, a giorni alterni, l'attività che, dopo qualche anno, aveva avviato a Sirone, tra via don Fimuli e via don Garibaldi, in prossimità della piazza che una volta ospitava il monumento dei caduti. Qui ha esercitato fino alla pensione mentre il figlio Marco, che ha seguito le orme paterne, sta ancora proseguendo l'attività.

Mario Cattaneo

Per il suo lungo impegno, Confartigianato gli aveva assegnato nel 2006 il premio fedeltà associativa: un diploma con medaglia d'oro ''per i 42 anni di iscrizione all'Unione e per l'impegno imprenditoriale''. Una benemerenza che la famiglia ha incorniciato e conserva con affetto tra le mura domestiche.
Mario aveva espresso anche in altri modi le sue doti creative: appassionato di poesie, qualche anno fa, infatti, aveva scritto un libro contenente i suoi versi che è conservato ancora oggi nella biblioteca comunale di Sirone. ''Pensieri comunque, una vita qualunque'' è il titolo della sua opera in cui raccolse il suo modo di vedere il mondo, ma anche versi sui paesaggi e la natura. Molte altre poesie sono state da lui riordinate per un'altra pubblicazione: un compito che ha lasciato ai figli.
Un'altra passione di Mario era la montagna- ''Fino al 2019, prima del Covid, quando eravamo in vacanza, usciva ogni giorno per andare al rifugio Chiavenna, a Campodolcino'' racconta il figlio Roberto. ''Partiva presto la mattina e, dopo aver bevuto il caffè, alle 9.30 era già di ritorno''.

Instancabile lavoratore, Mario, con l'avanzare dell'età, scherzava sul suo futuro immaginando di andare a lavorare al cimitero dove riposavano tutti i suoi conoscenti, a cui avrebbe tenuto "la testa in ordine" la sera, quando le luci del giorno si sarebbero spente.
''È sempre stato una persona solare, molto conosciuta nei paesi dove era solito girare con la bicicletta - ha proseguito il figlio Roberto - Come ha ricordato il parroco nell'omelia, mio papà non solo sistemava le teste, ma le ascoltava: era sempre in mezzo alla gente e ascoltare le storie di tutti quelli che volevano raccontargli qualcosa''.
Le esequie funebri si sono tenute nella mattinata di martedì 16 maggio a Castello Brianza, suo paese di residenza, dove è stato tumulato. Ha lasciato la moglie Gesuina, i figli Roberto e Marco oltre a tutti i nipoti.
Il suo testamento spirituale è raccolto nella poesia che i familiari hanno voluto mettere in accompagnamento alla fotografia ricordo e che il nipote ha letto in chiesa del giorno delle esequie:

Chi sono?

"Non sono che un ramo

di quell'albero

che una goccia

di quel fiume

che una nuvola

di quel cielo

che una piuma

di quell'uccello...

In entrambi i casi

Devo e dovrò

Sempre seguirli.

Lasciatemi pure indietro,

lo desidero.

Voglio fermarmi.

Voglio riposare"

M.Mau.
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