Annone: 'Le note del violino maledetto' è il sesto giallo scritto da Enrico Rigamonti

Enrico Rigamonti torna in libreria con un giallo. ''Le note del violino maledetto'' è il titolo dell’ultima opera, acquistabile online o prenotabile presso ogni libreria, pubblicata dall’avvocato scrittore di Annone Brianza: si è cimentato nuovamente in un giallo che vede protagonista il giovane avvocato Maurizio Aldini. Quest’ultimo si trova ad affrontare un caso di uxoricidio che lo porta a scontrarsi col suo cliente e primo indagato, il violinista Gianangelo Piretti. Le indagini sull'omicidio e i personaggi coinvolti diventano una presenza sempre più ingombrante nella vita dell'avvocato Aldini, finché il suo stesso ruolo nella vicenda non diventa un affare indecifrabile. Come per tutti i gialli che si rispettano, la sintetica sinossi non aggiunge orpelli descrittivi per non rovinare il gusto della lettura.


Enrico Rigamonti

Questo volume è, in qualche modo, un ritorno alle origini per l’avvocato Rigamonti che, nel lontano 2006, aveva pubblicato il primo testo del genere giallo, ''Delitto nella radura''. Ne sono seguiti altri cinque, ma intanto la sua produzione letteraria non è mai rimasta ferma e si è concentrata su altre storie. Per citare solo i più recenti testi, durante il Covid aveva scritto ''Annone del Millnöfcent…voltes indré'', un volume sui personaggi del paese; nel 2021 era uscito ''La forza dell’umiltà'', racconto di fantasia ambientato nell’Annone medievale e in particolare in quello che era l’oratorio benedettino, la chiesa di San Giorgio. Lo scorso anno, invece, aveva pubblicato ''Ne costruiremo una nuova'', un testo con immagini dell’artista annonese Scegle per commemorare i 170 di edificazione della chiesa parrocchiale di Santa Maria: il testo era stato presentato alla cittadinanza a dicembre, alla presenza dell’arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini, giunto ad Annone in visita non ufficiale.
''Non ho mai abbandonato le origini, ma ho cercato di alternare i gialli ai libri a sfondo storico, dove comunque ho inserito delle scene tipiche del giallo'' ha spiegato l’autore, che ha aggiunto dettagli sul processo di scrittura e la relativa ispirazione. ''Idealmente parlando, è come se il personaggio venisse a bussare alla porta di casa, mi portasse sul posto a mostrarmi quello che è successo: ho in mente chiari l’inizio e la fine, ma cerco sempre di essere sempre coerente e di giustificare la fine. Non ci può essere infatti un elemento che rende contraddittorio il finale. C’è un ideale dialogo con il personaggio, che diventa come un amico: ci si affeziona e c’è rincrescimento nel vederlo partire dopo che, per qualche mese, è rimasto un ospite''.
Le vicende e i personaggi del volume sono frutto di pura fantasia. ''Nessuno può dire di riconoscersi – ha affermato Rigamonti - Non ci sono personaggi ispirati alla cronaca o a fatti reali: se lo facessi, mi sentirei molto contratto. Sul dettaglio della vicenda, invece, siccome c’è un aspetto processuale, allora sì, mi ispiro al mio lavoro, cercando tuttavia di non essere pesante dilungandomi oltremodo''.


La copertina del libro

Come nel secondo giallo, dal titolo ''Le certezze dell’evidenza'', il protagonista è un avvocato: questa professione è funzionale a tutto lo svolgimento della storia. In merito a cosa lo appassioni della scrittura, ha confessato: ''in generale, mi diverto a scrivere. È lo scopo fondamentale che mi spinge a scrivere. Nei gialli mi piace l’indagare l’animo umano. Secondo me la vera personalità, i veri tratti caratteristici emergono nei momenti di emergenza quando non ci sono freni inibitori e quindi nel giallo mi piace descriverne le sfumature. Nei romanzi storici, mi piace affiancare e far coesistere personaggi della storia e di fantasia e farli dialogare, come ha saputo fare un maestro ineguagliabile quale Manzoni''.
Nella costruzione dei gialli, c’è un’influenza delle letture in età giovanile. ''Sto sempre attento a non imitare nessuno dei grandi perché poi sarebbe una stonatura. Probabilmente sono condizionato dai grandi giallisti della mia gioventù, come Agatha Christie. Sono state esperienze di lettura che mi sono rimaste dentro, in senso positivo''. Oltre ai volumi dei migliori autori del genere, l’avvocato Rigamonti tiene sempre bene in mente l’insegnamento della sua maestra alle elementari, venuta a mancare, quasi centenaria, negli scorsi mesi. ''La maestra Mazzoni Mauri ci insegnava una cosa: quando scrivete, mettetevi sempre dalla parte di chi legge. Per me è un esercizio continuo: se qualcosa non mi soddisfa, non lo lascio passare. Cerco sempre di pormi dalla parte di chi legge''.
''Le note del violino maledetto'', il cui titolo si ispira alla storia ma è volto anche a stimolare la curiosità, è il sesto giallo di Enrico Rigamonti: per gli appassionati del genere un nuovo libro da divorare, perdendosi nella storia tra colpevoli da scoprire e indizi che condurranno alla risoluzione del mistero.
M.Mau.
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