Rogeno: dopo le storie per bambini, arriva una biografia. Un nuovo libro per zia Giada

''Sognavo un viaggio in mongolfiera. La storia vera di Natalina di Blasi''. È il nuovo libro scritto da Maria Frigerio, in arte zia Giada, residente a Rogeno con una prolifica attività letteraria: dal 2008 a oggi ha infatti scritto e pubblicato diversi libri per bambini contenenti raccolte di filastrocche, racconti, fiabe spesso corredate da disegni da colorare. Con questo nuovo libro, si è cimentata per la prima volta in un genere diverso rispetto a quello dedicato all’infanzia: si tratta di una biografia, di una storia vera vissuta dalla protagonista, Natalina Di Blasi.
Non si trattava di una conoscenza diretta dell’autrice: Natalina, infatti, seguiva il profilo social di zia Giada e aveva chiesto di poter avere un libro da leggere suo figlio. Maria si è recata da lei per consegnarli e in quell’occasione si sono incontrate e Natalina le ha confidato il desiderio di voler mettere nero su bianco la sua storia di vita. Aveva già fatto un tentativo ma, per vari motivi, il progetto non era proseguito. Con il lockdown della pandemia, le due donne, pur non potendo vedersi assiduamente, si sono tenute in contatto con i mezzi tecnologici a disposizione. ''Mentre Natalina mi raccontava le sue vicende, mi dava modo di capire quanto era forte la sua voglia di condividere la sua storia: il mio coinvolgimento era sempre più spontaneo e con naturalezza l’ho portato nella scrittura – ha detto l’autrice - Mentre parlava, mi ha trasmesso commozione, a volte anche la rabbia, nostalgia. Mi ha fatto riflettere sull’importanza della famiglia, dell’amicizia, del circondarsi di persone con cui scambiarsi supporto e affetto''.


Maria Frigerio

Il libro si sviluppa in 19 capitoli, nel quale sono descritti gli altri e i bassi della vita. ''Le vicende comuni si alternano a quelle peculiari affiancando normali esperienze quotidiane ad eventi che sconvolgono e travolgono chi li vive – ha raccontato zia Giada - Mentre Natalina mi raccontava le sue vicende, mi dava modo di capire fino a che punto era forte la sua voglia di condividere la storia. La difficoltà maggiore che ho incontrato è stata riordinare le vicende che mi raccontava e così ho deciso di scriverle seguendo un ordine cronologico, descrivendo il suo rapporto con i nonni e poi con i genitori, del trauma subito per la perdita della mamma quando era ancora piccola, dell’incontro con il fidanzato diventato il marito e del desiderio, che poi si è avverato, di avere un bambino''. Il figlio, appunto. Peppe è il co-protagonista di questa storia. ''È un bambino sano fino a 8 anni, poi purtroppo subentra un problema cardiaco per il quale deve essere sottoposto a un intervento che i medici definiscono di routine. Durante l’operazione, purtroppo qualcosa non va per il verso giusto e Peppe, per essere salvato, avrà bisogno di un trapianto di cuore. Natalina si annullerà completamente, lotterà tra mille difficoltà per difendere i diritti di suo figlio che purtroppo rimarrà leso nel fisico e regredirà all’età cognitiva di un bambino di tre anni. Natalina avrà molti momenti di scoraggiamento, la forza di reagire la troverà nell’amore che prova per il figlio e nell’aiuto di tutta la sua grande famiglia. Affronterà anche una battaglia importante quando, dopo qualche anno dal trapianto di cuore, Peppe dovrà affrontare anche un trapianto di rene''.
La scelta del titolo del volume, ''Sognavo un viaggio in mongolfiera'', è legata a un dettaglio biografico. ''Quando Natalina era piccola aveva visto sorvolare sopra la vigna del padre una grande mongolfiera colorata – ha proseguito l’autrice - Da quel momento cominciò a sognare di fare un viaggio su quel mezzo. Non potendo però permetterselo inventò un gioco con un’amichetta e nei pomeriggi d’estate, quando erano in vacanza, andavano alla vigna e insieme fantasticavano i viaggi più belli su questa mongolfiera: un giorno sorvolavano la giungla, un altro erano sopra il deserto, un altro ancora sopra una grande città e così via. Con il proseguire dei capitoli, la mongolfiera, da gioco fantasioso, diventa la metafora di vita e così su questo mezzo Natalina vive tutte le emozioni: quelle difficili e buie quando il volo incontra correnti che ne deviano la rotta e sembra impossibile atterrare in un luogo sicuro e quelle belle e gioiose, come quando la mongolfiera vola nel cielo azzurro con le nuvolette bianche''.
Zia Giada ha già scritto diversi volumi per bambini, frutto della sua fantasia nel raccontare le storie della buonanotte ai figli. ''Visto che mi venivano spontanee e mi divertivo, al mattino le scrivevo su un quaderno: perlopiù erano filastrocche in rima che anche i miei figli ripetevano a memoria nei giorni seguenti – ha raccontato – Dopo tanti anni, un’amica mi aveva esortato pubblicarle: nel 2008 è nata così la prima raccolta di filastrocche, che si intitola “poesie in rima per i più piccini”. Questo volume l’avevo regalato a tutti i bambini della scuola materna Ratti di Rogeno: l’avevo consegnato personalmente ed era stata una bella festa''.



Negli anni a seguire sono state pubblicati altri libri, ''Filastrocche da colorare'', ''Storia e geografia tra realtà e fantasia'' (un libro adottato dal sistema bibliotecario lecchese e distribuito in tutti i comuni della provincia), ''Le stagioni'' e ''Le invenzioni', tutti corredati da disegni da colorare. Altri sono ancora nel cassetto e potrebbero essere contenuti in pubblicazioni future.
Sulla differenza tra racconti per l’infanzia e una biografia, ha esposto il suo punto di vista. ''La scrittura per bambini la faccio per diletto, per sfogare la mia fantasia, che ho in grande quantità: mi viene facile inventare prendendo spunto dalla via reale. Ogni filastrocca e ogni fiaba racchiude un messaggio o una morale. Scrivere filastrocche e fiabe è divertente, per me è un gioco, mentre scrivere una biografia così drammatica è stato a tratti difficoltoso, per esempio dovendo riordinare le vicende che Natalina mi raccontava in modo da rendere la lettura sempre fluida e non distogliere l’attenzione del lettore. Ho deciso di adottare poi l’ordine cronologico dei fatti, che ho arricchito con excursus e disgressioni con i vari personaggi e le figure che hanno accompagnato Natalina. La scrittura per bambini mi dà serenità e gioia; aver scritto questa biografia è stato molto più complicato ma a lavoro finito mi ha dato molta soddisfazione, in primis per aver accontentato Natalina perché l’esposizione dei fatti è stato, come lei stessa dice, terapeutico e poi perché dai commenti che abbiamo ricevuto si evince che il libro insegna a non arrendersi mai e che l’amore in generale, ma soprattutto quello di una mamma, può fare miracoli''.
Infine, un accenno allo pseudonimo zia Giada. ''Da bambina avevo una zia che veniva a prendermi all’uscita dall’asilo: quando arrivavamo a casa ci sedevamo su una panchina di sasso nel cortile, Zia Ida cominciava a raccontarmi delle storie che riguardavano una gallina bianca e una nera. Ogni giorno ne combinavano di tutti i colori: credo che la zia queste storie le inventasse e io ero molto affascinata dai suoi racconti e dal modo in cui le raccontava, differenziando le voci tra le due galline. La ascoltavo con attenzione e non vedevo l’ora dell’uscita dall’asilo perché sapevo che mi aspettava la zia Ida con una nuova storia. Forse è stata proprio lei a far nascere in me questa passione di scrivere. Anche se ora ho una sbiadita memoria della sua figura perché ero molto piccola, mi è rimasto il desiderio di non dimenticarla e l’ho fatto dedicandole questo nome artistico di zia Giada, nel quale si trovano le lettere che compongono Ida. Questo nome lo trovavo un po’ antico e l’ho modernizzato tramutandolo in Giada''.
Il libro sulla storia di Natalina di Blasi è acquistabile su Amazon o sui principali store online ed è disponibile in tutte le biblioteche del circuito lecchese. ''Questo mi rende molto felice ed orgogliosa'' ha concluso zia Giada.
Michela Mauri
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.