Oggiono: riscuote interesse il libro di don William

"Quando vedo il cielo, lettera di condivisione per chi è in ricerca", è il titolo del terzo saggio pubblicato il 13 maggio dello scorso anno da don William Abruzzese, vicario parrocchiale per i giovani della comunità pastorale di Oggiono. Da quel momento sono diverse le serate di presentazione presso i comuni del territorio cui l'autore è stato invitato che hanno riscontrato molta partecipazione.

Don William Abbruzzese

"Con questo scritto cerco di superare la dicotomia storica che vede spesso fede e ragione antitetiche e opposte, inconciliabili. Al contrario io penso che scienza e fede possano coesistere, o meglio debbano coesistere per la realizzazione di una vita autentica. Io sono un uomo razionale che ha fede e un uomo di fede che ragione" ha spiegato l'autore che, partendo da questo assunto di base, snoda lo scritto in una seria di domande con l'obiettivo di mettere in luce le contraddizioni di quest'epoca in cui l'uomo sembra essersi ormai rivolto solo alla scienza, credendo possa dare una risposta certa ad ogni cosa. "Siamo sicuri che la scienza possa realmente rispondere a tutto?" si legge in tono provocatorio tra le prime pagine. L'autore compie un'analisi partendo dall'uomo, analizzando chi è l'uomo per poi passare alla materia.
Menziona e analizza il punto di vista di molti scienziati che, pur non credendo nel dio cristiano come lo intendiamo oggi, nel corso dei secoli hanno intravisto nello studio della materia anche una parte di spiritualità.

"Non si può ridurre tutto alla materia, anche gli stessi scienziati se ne sono accorti. Anche la materia in sé contiene già un'interpretazione. Non ci si può fermare solo a ciò che si tocca e si vede, d'altronde anche le emozioni non hanno corporeità, eppure la assumono attraverso l'esperienza, l'uomo gli dà vita" ha aggiunto sottolineando come ogni aspetto della vita presupponga la fede: in un mondo in cui sembra che il contributo scientifico possa dare una risposta a tutto occorre fermarsi e riflettere sulla contraddizione.
Anche la scienza, infatti, presuppone la fede: la fiducia nel fatto che chi opera in nome del pensiero scientifico lo stia facendo effettivamente per il bene dell'umanità. La vita dell'essere umano è dunque, secondo l'autore, intrisa di fede, fede che può trasformarsi in fiducia, quindi apertura verso il prossimo, oppure essere connotata da un punto di vista strettamente religioso.
"Il valore più grande della libertà è la possibilità di scegliere. Questa è l'epoca dell'antidogmatismo per eccellenza, in cui si impone di non accogliere nessuna verità forte, eppure questa stessa scelta è un'imposizione. È bene invece porsi nei confronti della vita si con razionalità, guardando a tutto quello che ci circonda con un occhio critico, ma aprirsi al contempo alla fede, in grado di spiegare tutto ciò che alla ragione sfugge" ha concluso il sacerdote.
Sa.A.
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