Casatenovo: la corona inglese raccontata da Antonio Caprarica chiude IterFestival

Si è concluso con l'incontro di Antonio Caprarica IterFestival, la kermesse letteraria organizzata dal Consorzio Brianteo Villa Greppi. Nel pomeriggio di sabato 27 maggio, Villa Mariani di Casatenovo ha ospitato il giornalista che per tutti gli italiani è stato per anni il riconoscibilissimo corrisponde Rai da Londra.

Il giornalista e scrittore Antonio Caprarica

Fine conoscitore della società britannica, Antonio Caprarica ha risposto alle domande della moderatrice Martina Garancini, di fronte a un salone pieno di ammiratori e curiosi. Poco prima i presenti sono stati accolti da un ''Afternoon tea'' a cura dell'Istituto Graziella Fumagalli. A portare i saluti iniziali Marta Comi, vicepresidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi e vicesindaco di Casatenovo, che ha ricordato la scelta di dedicare la rassegna di quest'anno- proposta in sinergia con la libreria Lo Sciame - alla donna. Il ricordo della regina Elisabetta II, scomparsa lo scorso settembre ha dato il via allo scambio tra Caprarica e Garancini.

Prima però di addentrarsi nella storia, nel gossip e nelle dicerie che circondano la corona inglese, Antonio Caprarica ha raccontato qualche aneddoto della sua esperienza internazionale come inviato di guerra in Afghanistan e Iraq e poi corrispondente da Gerusalemme, Il Cairo, Mosca e Parigi.

Il primo ricordo di Antonio Caprarica legato all'Inghilterra risale al 1965, aveva solo quattordici anni e si trovava a Oxford in vacanza studio. Mentre cercava un passaggio per il centro di Londra incontrò un ex ufficiale britannico stanziato in Italia durante gli anni della guerra. Il suo blazer blu e una cravatta in stile regimental gli diedero il benvenuto oltremanica. Alla domanda che cosa gli italiani dovrebbero imparare dagli inglesi afferma senza esitazione "memoria e senso della comunità". Secondo Caprarica per capire l'Inghilterra non si può prescindere dalla sua principale istituzione: la corona.

Al microfono Enrica Baio, consigliere con delega alla cultura di Casatenovo

"Non si tratta di solo pettegolezzo. Per gli inglesi occuparsi dei figli del re è uno sport che dura da almeno duecento anni, questo perché gli inglesi sono stati i primi ad avere una stampa libera, perché le notizie sui royal fanno vendere tante copie e perché l'istituzione monarchica rappresenta un legame con la storia e l'identità nazionale", ha spiegato il giornalista.

Un importante distinguo con le altre monarchie europee che sono state rimpiazzate da forme di governo repubblicane risiede nel fatto che ovunque la monarchia costituiva un fattore politicamente oppressivo, in Inghilterra, al contrario, i principali diritti degli uomini vengono garantiti dalla corona inglese. "La corona non aggiunge granché, ma impedisce il peggio" è la frase che tanti inglesi ripetono per far capire agli europei come sia possibile che la monarchia sia ancora accettata in Inghilterra.

L'autore con la moderatrice dell'incontro, Martina Garancini

Passando per le protagoniste del suo libro "E non vissero per sempre felici e contente" e collegandosi al tema legato alla donna della rassegna, Antonio Caprarica ha ricordato l'infelicità di molte principesse e sovrane della storia, come Vittoria ed Eleonora d'Aquitania: "la morale che viene fuori da queste fiabe è la battaglia continua delle donne per affermare la propria identità, la propria forza e il proprio carattere per essere riconosciute come soggetti autonomi e pensanti". 

Anche Camilla non visse tempi felici prima che il popolo inglese la accettasse. "Quando la regina Elisabetta si decide ad accettare Camilla è perché l'opinione pubblica ha accettato Camilla", ha dichiarato Caprarica, ricordando come nonostante i tanti interessi in comune tra lei e regina Elisabetta, la precedente sovrana ha opposto una strenua resistenza all'ingresso dell'attuale regina consorte in famiglia perché accettarla avrebbe minato la stabilità della corona. La riabilitazione della figura di Camilla è dovuta all'abile lavoro degli uffici stampa, alla storia d'amore che continua a durare con Carlo nonostante le difficoltà e al fatto che Camilla è diventata finalmente una figura pubblica.

A destra Marta Comi, vicesindaco di Casatenovo ed esponente del CdA di Villa Greppi

Infine, il corrispondente ha parlato anche di Diana, della sua quasi santificazione dopo la morte e dell'empatia con cui era in grado di capire qualsiasi persona si trovasse davanti. "Con l'ondata rivoluzionaria che ha scatenato la morte di Diana, Elisabetta ha riconosciuto il suo valore, tanto che ha dovuto chinare il campo davanti alla sua bara, cosa che non ha mai fatto per nessun'altra persona, e ha capito che la monarchia doveva cambiare, tanto che ha lasciato i nipoti liberi di sposare chi volevano. Forse questa volta avrebbe dovuto dire no" (ride).

Poche parole, in conclusione, dedicate al rapporto tra William e Harry, legame polverizzato dalla legge del potere inglese, che recita inappellabile che questo passa nelle mani del solo primogenito. Al termine dell'incontro, Caprarica ha lasciato frasi motivazionali in inglese e il suo autografo sui tanti libri acquistati dal pubblico.
Martina Bissolo
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