Casatenovo: tre ragazzi del Mato Grosso pronti a partire per l’America Latina

Daniele, 2000, sei mesi in Brasile. Gioele, 2001, sei mesi in Bolivia. Sofia, 2004, sei mesi in Ecuador. Già questi dati dovrebbero bastare per mettere a tacere le frequenti critiche sui ''giovani che non hanno voglia di fare niente''. Ma non è tutto. Perché il gruppo di circa venti ragazzi del Mato Grosso che per due giorni ha animato l'oratorio a Galgiana di Casatenovo con l'iniziativa ''Party con noi'' rappresenta uno spaccato perfetto di una generazione impegnata e pronta a lottare per degli ideali e un mondo migliore.

Sofia, Daniele e Gioele, i ragazzi in partenza per l'America Latina

Un impegno avvertito e apprezzato dai tanti bambini che hanno girovagato felici tra gli stand dei giochi a premi, allestiti anche grazie all'aiuto di diverse volontarie dell'oratorio. Tra le proposte per i più piccoli c'erano poi i laboratori creativi, i giochi di prestigio e l'immancabile truccabimbi.

''Lunedì sera abbiamo portato in scena uno spettacolo sulla figura di don Chisciotte curato da alcuni ragazzi del Mato Grosso e riproposto più volte ai nostri eventi. Ieri sera, invece, era prevista la cena etnica. Hanno partecipato circa 35 persone'' ci ha raccontato Elena Giorgi, giovane studentessa universitaria casatese in prima fila nell'organizzazione dell'evento. In uno dei saloni era stata allestita una mostra con dei quadri donati da alcuni amici del Mato Grosso e soprattutto degli scatti realizzati nelle missioni in Ecuador e Brasile. Istantanee di una parte di mondo di cui troppo spesso ci dimentichiamo, più o meno consapevolmente.

''Siamo molto soddisfatti di come è andata. È venuta tanta gente. Eventi come questo innanzitutto ci consentono di coinvolgere la comunità e di farci conoscere. In parallelo, siamo riusciti a raccogliere ben 3mila euro. I tre ragazzi in procinto di partire per le missioni porteranno giù questi soldi'' ha aggiunto Elena.
Si torna quindi a loro: Daniele, Gioele e Sofia. Tre giovanissimi che tra giugno e luglio saluteranno la Brianza per recarsi dall'altra parte del mondo ad aiutare i più poveri.

''Non sappiamo ancora cosa andremo a fare. Di solito si va a distribuire i viveri o ad aiutare nelle scuole di falegnameria, mosaico o lavorazione del vetro. Per me fare Mato Grosso è ormai diventato uno stile di vita più che una semplice forma di volontariato. Si condivide con degli amici un percorso fondato su un'ideale bello, pulito e sano come l'impegno per chi ha bisogno'' ci ha raccontato Gioele, giardiniere presso una cooperativa sociale della zona e da sei anni membro del gruppo Mato Grosso del casatese.
''Dopo tanti anni passati ad aiutare i poveri qui in Italia, mi è venuto spontaneo partire verso un altro paese per regalare un pezzo della mia vita ad altre persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna'' ha aggiunto Daniele, monzese e membro del Mato Grosso da ben otto anni. Ovvero, se la matematica non è un'opinione, da quand'era quindicenne.

Per l'ultima intervista, quella a Sofia, dobbiamo andare qualche minuto in più. Giusto il tempo necessario per trasformare il volto di un bambino felicissimo in quello di un fiero leoncino. ''Erano dieci anni che dai gruppi della Brianza non partiva qualcuno subito dopo la maturità. Quando i miei amici mi hanno fatto questa proposta, ho accettato subito. Il mio sogno più grande è entrare nella vita delle persone per conoscerle ed aiutarle. Ho sempre avuto il desiderio di fare qualcosa per gli altri e con il Mato Grosso sono riuscita a realizzarlo. So che posso dare tanto in missione'' ha sottolineato la giovane volontaria diciannovenne, in Mato Grosso da tre anni.

Parole che rappresentano un orgoglio per la comunità casatese e suggeriscono che, forse, c'è speranza di costruire un mondo migliore in futuro.
A.Bes.
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