Casatenovo, ultima iniziativa per l'UTE: una gita a Cividate

L'Università per Tutte le Età (UTE) di Casatenovo, ha chiuso l'intensa stagione 2022/2023 con una visita culturale. Lo scorso mercoledì una ventina di associati hanno raggiunto Cividate Camuno, in provincia di Brescia, accolti dal locale Circolo Culturale Ghislandi. Una conoscenza, fra i due sodalizi, favorita dallo spiacevole episodio della multa comminata alla professoressa Rosita Corbetta in quel di Bergamo. E' stata l'occasione per visitare la cittadina della Valle Camonica, ricca di gioielli artistico-architettonici e di tracce del passato.
Di seguito il resoconto della giornata a firma di Emanuela Colombo di UTE, sodalizio che riprenderà la propria attività dopo la pausa estiva.

Mercoledì 7 giugno, a conclusione del percorso di visite culturali, nell’album dei ricordi dell’Associazione si è aggiunta una bella pagina di storia: quella narrata attraverso la ricostruzione della vita del popolo preistorico dei Camuni in un sito di particolare interesse in quella Valle, denominata appunto “Camonica”, grazie al fatto di essere stata culla di una vera e propria civiltà oggetto di studi e di curiosità alimentate anche da ritrovamenti piuttosto recenti.  Meta della visita culturale è stato il piccolo paese di Cividate Camuno che ha accolto i  soci in qualità di ospiti di uno studioso e scrittore della storia locale, il dottor Milani che, nel ruolo di Presidente del Circolo Culturale Ghislandi,  ha accompagnato il gruppo in un percorso alla cui brevità ha fatto da contraltare una inaspettata molteplicità di  ritrovamenti e reperti che attestano la presenza dei Romani che conquistarono i cosiddetti popoli “retici”  tra i quali sono menzionati proprio i “Camunni”.


Il gruppo casatese nell'anfiteatro romano

L’indubbia perizia nella strategia militare dei conquistatori, preoccupati di presidiare i punti nevralgici dell’impero, ha reso per centinaia di anni l’arco alpino teatro di scontri in cui i valligiani hanno ceduto, non senza strenue resistenze, alla potenza delle truppe romane. Il tratto forte di ciascuno dei popoli insediati fin dall’epoca preistorica nelle valli alpine, ha continuato a contraddistinguerne l’identità: la fondazione di una vera e propria “Civitas Camunnorum” pur avendo apportato contributi notevoli in ambito architettonico, legislativo e culturale nel più largo senso del termine, non ha cancellato i caratteri di un territorio e della sua originaria popolazione che ha saputo integrare con perizia ed intelligenza pratica alle proprie tecniche e conoscenze gli apporti provenienti dall’esterno. In tal modo “antico e nuovo” si sono reciprocamente alimentati e hanno consentito uno sviluppo culturale che si è aperto a diverse dimensioni compresa quella della socialità e ha saputo dedicarsi ad attività meno legate alla quotidianità come la ricerca del bello nella scultura e nell’arte in genere.  


Mappa della Valle Camonica (reinterpretata)
 
Il percorso tra le strade di Cividate ha avuto come prima meta un piccolo gioiello: il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELLA VALLE CAMONICA.  La nuova sede del Museo, che è stata inaugurata nel 2021, raccoglie le vestigia di un’epoca storica davvero lontana nel tempo e, grazie ad un allestimento completamente rivisto, trasmette ai visitatori l’orgoglio di una comunità che presenta i gioielli di un passato operoso, intelligente e vivace. L’eccellente disposizione dei reperti, dei ritrovamenti e delle ricostruzioni dell’antica “civitas” nelle luminose sale del Museo ha fatto da sfondo alla sensazione di ammirazione e di incredulità provata dai visitatori.  È stato inevitabile ripensare alla maestria nella costruzione di strumenti e utensili, rinvenuti spesso occasionalmente nei terreni e nelle zone limitrofe a Cividate, e sorprendersi di come sia piacevole essere condotti ad immaginare quanto impegno, sforzo, dedizione l’uomo sia riuscito a dedicare alle attività più semplici della quotidianità, ma anche ad opere destinate a soddisfare  bisogni decisamente meno pratici come quello di abbellire case e quello di assicurarsi protezione da parte di “presenze sovrannaturali “ con pratiche e riti.


Statua di Minerva

La guida del Museo, con la sua esposizione appassionata e vivace, ha infatti accompagnato i presenti nel passaggio dalla osservazione di piccoli oggetti, anche di corredo funerario, all’ammirazione di due statue che hanno “rubato la scena” in altrettante sale dedicate: quella di Minerva e quella di un fantomatico eroe la cui identità rimasta nelle pieghe della storia, ha lasciato e lascia spazio ad ipotesi formulate in relazione ai tratti di una cultura che, come tale, non può non avere espresso nel tempo un suo patrimonio valoriale spesso condiviso, ma differente per forme ed espressioni, con altre civiltà: l’ideale della bellezza, della forza , del coraggio dell’eroe, il bisogno del soprannaturale, il bisogno di pensare ad un aldilà …
Usciti dal Museo, il gruppo si è diretto verso la vicina area dell’Anfiteatro Romano sapientemente addossato alla parete rocciosa della montagna che sembra fare da scudo al paese: pochi passi ed ecco che il filo della storia ha ripreso a dipanarsi proprio in un sito che attesta la presenza dell’uomo costruttore di bellezza in un’epoca in cui il paese è stato un punto d’incontro e di scambio economico e culturale per tutta la zona circostante e buona parte della grande vallata.
Nel pomeriggio la visita a Cividate è proseguita raggiungendo due importanti punti del paese: la CHIESA DI SANTA MARIA AL PONTE e la locale Biblioteca.


L'UTE nel teatro romano

Prima di procedere nella visita alla parte interna del piccolo edificio sacro, il dottor Milani ha esposto, con ricchezza di particolari, notazioni e curiosità la non comune collocazione e orientamento della Chiesa, in cui, come recita un opuscolo illustrativo a corredo del monumento: è bene distinguere un “dentro” e un “fuori”, un “prima” e un “dopo”, un “sopra” e un “sotto”.
“Prima e fuori”: La citazione tesse la trama della tela su cui la chiesetta basa la sua storia, da tempio pagano a cappella votiva cristiana, e considerata la sua particolare collocazione un crocevia posto accanto ad un ponte che costituiva lo snodo dell’antica via consolare “Valleriana”.  L’antichissima Pieve fu senza ombra di dubbio un punto di riferimento per la costruzione di insediamenti abitativi importanti come Breno, Berzo, Esine e Malegno. Per il “fuori” è stato di notevole interesse dirigere l’attenzione verso l’adiacente costruzione che fu adibita a ricovero e alloggio offerto dai monaci “Umiliati”.
“Dentro e dopo”: Le spiegazioni del dottor Milani infittiscono la trama della storia della Chiesa che, da cappella votiva divenne vera e propria costruzione che fu ampliata nel tempo grazie alla presenza del limitrofo monastero, divenuto poi orfanatrofio, e grazie anche all’aggiunta di un campanile costruito in virtù della presenza nella zona dei monaci benedettini e del loro scandire la giornata secondo la regola “ora et labora”. I successivi abbellimenti con affreschi di santi e martiri, testimoniano che la pedagogia tardo medioevale voleva che le pareti delle chiese fossero libri aperti per ovviare all’analfabetismo tra le plebi e l’aristocrazia. La Chiesa di Santa Maria al Ponte è abbellita da grandi tele con cornici barocche commissionate da devoti del luogo. Interessanti sono le quattro raffigurazioni della “Vergine in trono con il Bambino” che attestano la presenza della ruota per i bambini abbandonati presente nell’edificio che si trovava accanto alla Chiesa. 


Mappa della Valle Camonica

La visita guidata si è conclusa con la tappa che ha visto l’ingresso dei soci nella ricca biblioteca di Cividate in cui sono conservati gelosamente i volumi e trattati che annoverano pagine, anche riccamente illustrate, che narrano l’evoluzione storica della zona e che documentano lo stato dei diversi ritrovamenti.  Anche in questo contesto la passione del dottor Milani per il proprio territorio e la sua ricca storia é stata espressa con toni che, unitamente alle moltissime informazioni generosamente offerte, hanno lasciato una traccia nella “memoria storica” dei soci a testimonianza di come le “pagine di pietra” di ritrovamenti e reperti possano diventare testimonianze vive solo attraverso lo studio, la passione ed il ricordo di chi, amandoli, ne abbia cura.
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