Barzanò: la gavetta ai fornelli passando da cucine 'stellate'. E' la storia di chef Panzeri
''Con sacrificio e costanza, in cucina, posso esprimere il mio concetto di cibo consapevole''. Queste le parole di Andrea Panzeri, giovane cuoco classe 1994 cresciuto a Villa d'Adda e attualmente residente a Barzanò.
La sua avventura in cucina, dunque, parte quasi per caso grazie a suo fratello maggiore. ''Lavorava in sala nei ristoranti di Enrico Bartolini, rinomato chef stellato originario della Toscana, ed è riuscito a farmi assumere in cucina: da lì non mi sono più fermato, perché questa esperienza mi ha fatto capire che ero bravo in quello che stavo facendo'' ci ha raccontato il giovane chef.
''Alcuni di loro erano molto severi, ma mi hanno dato la spinta per mettere tutto me stesso in questa passione'' ha proseguito. ''La cucina per me ha assunto con il tempo un’importanza fondamentale, in primis perché mi ha permesso di esprimere una creatività che mi appartiene, che eredito da tutta la mia famiglia''.
Da un anno a questa parte Andrea è diventato executive chef presso il ristorante barzanese, ambiente all’interno del quale riesce ad esprimere il suo concetto di cucina.
''La mia famiglia ha una tradizione contadina, quindi ci tengo a portare una proposta culinaria stagionale in base al periodo dell’anno'' ci ha raccontato.
Tra i suoi progetti, poi, c’è la volontà di fondere cucina e artigianato, le sue più grandi passioni, attraverso un menù che parli di una giornata contadina vissuta dall’alba al tramonto con la realizzazione anche di piccole opere d’arte realizzate con vetro e resina.
''Per me, le cose più importanti in cucina sono la semplicità e il km zero, che ci permette di gustare i veri prodotti della nostra terra'' ha concluso lo chef.
Una vita, la sua, fatta di sacrifici e di lavoro, che gli hanno consentito - a meno di trent’anni d’età - di collaborare con nomi stellati della cucina italiana e portare la sua idea di cucina nel ristorante barzanese. Una storia che ci fa comprendere quanto sia importante la forza di volontà, capace di superare tutti gli ostacoli lungo cammino per mostrare al mondo di cosa si è capaci.
Il giovane originario della bergamasca oggi occupa il ruolo di executive chef presso Zafferano Bistrot in località San Feriolo, ma la sua ''storia d’amore'' con la cucina è iniziata più di dieci anni fa, quando Andrea aveva solo sedici anni.
Andrea Panzeri
''Sono cresciuto in una famiglia che ha sempre amato l’arte in tutte le sue forme'' ha esordito il giovane. ''Mio papà faceva il musicista, mentre mio nonno era un gastronomo e artigiano del legno''. Quando Andrea era solo un adolescente però, la sua famiglia affronta difficoltà economiche molto pesanti, seguite poi dalla malattia e dalla perdita di suo padre. ''In casa c’era un’atmosfera di malcontento che non mi ha permesso di vivere l’adolescenza come i miei amici. Sono maturato molto presto e ho compreso la necessità di intraprendere un percorso lavorativo nell’ambito culinario'' ha spiegato Andrea.
La sua avventura in cucina, dunque, parte quasi per caso grazie a suo fratello maggiore. ''Lavorava in sala nei ristoranti di Enrico Bartolini, rinomato chef stellato originario della Toscana, ed è riuscito a farmi assumere in cucina: da lì non mi sono più fermato, perché questa esperienza mi ha fatto capire che ero bravo in quello che stavo facendo'' ci ha raccontato il giovane chef.
Andrea a 16 anni nella cucina di Enrico Bartolini
Andrea dunque, negli anni si muove tra diversi ristoranti, facendo anche esperienza in Svizzera e in Sardegna e collaborando con nomi molto importanti della cucina italiana, tra cui Paolo Lopriore e Fabio Baldassarre.
''Alcuni di loro erano molto severi, ma mi hanno dato la spinta per mettere tutto me stesso in questa passione'' ha proseguito. ''La cucina per me ha assunto con il tempo un’importanza fondamentale, in primis perché mi ha permesso di esprimere una creatività che mi appartiene, che eredito da tutta la mia famiglia''.
Da un anno a questa parte Andrea è diventato executive chef presso il ristorante barzanese, ambiente all’interno del quale riesce ad esprimere il suo concetto di cucina.
''La mia famiglia ha una tradizione contadina, quindi ci tengo a portare una proposta culinaria stagionale in base al periodo dell’anno'' ci ha raccontato.
Tra i suoi progetti, poi, c’è la volontà di fondere cucina e artigianato, le sue più grandi passioni, attraverso un menù che parli di una giornata contadina vissuta dall’alba al tramonto con la realizzazione anche di piccole opere d’arte realizzate con vetro e resina.
''Per me, le cose più importanti in cucina sono la semplicità e il km zero, che ci permette di gustare i veri prodotti della nostra terra'' ha concluso lo chef.
Una vita, la sua, fatta di sacrifici e di lavoro, che gli hanno consentito - a meno di trent’anni d’età - di collaborare con nomi stellati della cucina italiana e portare la sua idea di cucina nel ristorante barzanese. Una storia che ci fa comprendere quanto sia importante la forza di volontà, capace di superare tutti gli ostacoli lungo cammino per mostrare al mondo di cosa si è capaci.
S.L.F.