Ello: la passione e il talento di Marco per il tennistavolo lo portano fino agli Europei
Era il 2019 quando si è accesa la passione di Marco Ghirlandi per il tennistavolo. Nato nel 2003, l'atleta di Ello ha appena concluso la maturità, dopo cinque anni trascorsi presso l’Istituto Fumagalli di Casatenovo, indirizzo alberghiero. Oltre all’amore per lo sport (ha praticato anche nuoto e atletica ndr), il campione è un grande appassionato di pasticceria, settore in cui spera di intraprendere una carriera lavorativa in futuro. Non a caso fra i principali obiettivi che intende perseguire, vi è quello di trovare il giusto equilibrio tra il percorso agonistico e l'avanzamento professionale, grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni di studio.
Lo abbiamo incontrato in questi giorni, chiedendogli di raccontarci le difficoltà e le conquiste ottenute in questi anni.
''Tutto è cominciato nel 2019, con la prima gara ad Arezzo'' ci ha detto Marco. ''Purtroppo poco dopo è arrivato il Covid e con il lockdown sono stato costretto a interrompere gli allenamenti e ad esercitarmi a casa, giocando da solo contro il muro. Nonostante il periodo complicato, ho avuto l’occasione di conquistare il titolo italiano nell’aprile del 2022, per la prima volta a Lozza, in provincia di Varese, vincendo nella categoria C21 Juniores'' ha proseguito l'atleta ellese. ''Quest’anno è stato riproposto lo stesso campionato ad Abbadia Lariana, organizzato dalla Oltretutto 97 e sono arrivato di nuovo al primo posto, riconfermando il mio titolo italiano. Da quel momento i responsabili della Federazione, che avevano assistito al campionato italiano, mi hanno notato, prendendo contatti con i referenti della società ed esprimendo il loro interesse nel farmi entrare nella squadra nazionale''.Questo è stato l’inizio per la convocazione al raduno nazionale di Treviso e, dal 3 al 10 settembre, per la partecipazione ai “Sud European Championship”, i campionati europei per atleti con sindrome di down.
''Durante questo campionato - ha proseguito il giovane - ho gareggiato il 5 e il 6 settembre nella competizione a doppio e a squadre, mentre l’8 e il 9 ho partecipato come singolo, arrivando in semifinale, fino a raggiungere il terzo posto. Al primo e al secondo posto si è classificato il Portogallo, con atleti fortissimi, mentre, a pari merito, al terzo posto l’Italia con la Turchia. Nella prima competizione, abbiamo vinto la medaglia d’argento; il giorno successivo, durante la gara a doppio, non avevo un compagno con cui giocare e sono rimasto fermo''.
Un'esperienza davvero emozionante per Marco Ghirlandi che ha potuto cimentarsi in un contesto nuovo e stimolante. ''La cosa che mi è piaciuta di più è stata mettermi in gioco nella prova a singolo e, soprattutto, gestire le cose in autonomia. Questa è stata la mia prima esperienza lontano da casa, senza genitori: ho imparato a fare amicizia con persone che non conoscevo, che provengono da diverse parti d’Italia. A livello personale è stata una buona occasione per imparare a gestire le situazioni in autonomia e a relazionarmi con le altre persone'' ha aggiunto l'atleta di Ello.
In questo viaggio, segnato da importanti traguardi non solo a livello competitivo, ma anche personale, il ventenne è stato accompagnato dalla sua allenatrice, Serenella Alippi.
''Marco - ci ha riferito quest'ultima - ha mostrato una crescita notevole nella parte del tennistavolo in questo ultimo anno: credo che abbia giocato un ruolo importante anche essere al posto giusto nel momento giusto. Abbiamo cominciato ad allenarci nel 2019, ma, per il covid, ci siamo fermati. Dopo questa pausa sono stata chiamata ad allenare ad Abbadia, dopo un periodo all’associazione Canottieri di Lecco, e la mamma di Marco mi ha ricontattata per allenarlo''.
''Per essere la sua prima esperienza di partecipazione a una squadra con ragazzi con sindrome di Down - ha proseguito l'allenatrice - si è comportato egregiamente: gli stessi tecnici che lo hanno visto in questa settimana e hanno collaborato a stretto contatto con lui sono rimasti impressionati per la sua sportività, soprattutto per aver gestito bene dieci giorni distante da casa, in autonomia, tappa importante nella vita di un giovane. Ma, in generale, è un atleta diligente ed educato, visto il mondo complicato del tennis tavolo, sport di precisione in cui bisogna essere portati a livello muscolare per gli spostamenti, la velocità per capire la tattica di gioco da utilizzare. Il tutto gira intorno a precisione, mira, coordinazione, caratteristiche difficili per un ragazzo con disabilità. Ma, fin dall’inizio, ho percepito il suo modo attento, la sua voglia di fare e di eseguire con tutte le sue forze i consigli che gli vengono dati''.
''Lui inoltre, gareggia perché vuole giocare, ha passione, è sempre sorridente sia quando vince sia quando perde ed era contento di aver fatto questa esperienza, di aver conosciuto nuove persone e di aver avuto questa occasione, dal momento che la convocazione è stata inaspettata. Già all’inizio aveva una tecnica, cioè il colpo di rovescio, quindi lui per questo aveva dimostrato di essere portato per saper sviluppare il gioco. Non posso che essere felice dei suoi risultati e del percorso che ha fatto e sta facendo anche perché questa esperienza lo aiuterà a essere autonomo nella vita'' ha concluso Alippi.Al termine di questa prima importante prova, Marco Ghirlandi - sostenuto dalla sua famiglia e dalla sua allenatrice - è rimasto soddisfatto ed entusiasta dei risultati conseguiti; la speranza ora è quella di raggiungerne tanti altri, arricchendo il proprio bagaglio di esperienze sportive e umane.
Lo abbiamo incontrato in questi giorni, chiedendogli di raccontarci le difficoltà e le conquiste ottenute in questi anni.
''Tutto è cominciato nel 2019, con la prima gara ad Arezzo'' ci ha detto Marco. ''Purtroppo poco dopo è arrivato il Covid e con il lockdown sono stato costretto a interrompere gli allenamenti e ad esercitarmi a casa, giocando da solo contro il muro. Nonostante il periodo complicato, ho avuto l’occasione di conquistare il titolo italiano nell’aprile del 2022, per la prima volta a Lozza, in provincia di Varese, vincendo nella categoria C21 Juniores'' ha proseguito l'atleta ellese. ''Quest’anno è stato riproposto lo stesso campionato ad Abbadia Lariana, organizzato dalla Oltretutto 97 e sono arrivato di nuovo al primo posto, riconfermando il mio titolo italiano. Da quel momento i responsabili della Federazione, che avevano assistito al campionato italiano, mi hanno notato, prendendo contatti con i referenti della società ed esprimendo il loro interesse nel farmi entrare nella squadra nazionale''.Questo è stato l’inizio per la convocazione al raduno nazionale di Treviso e, dal 3 al 10 settembre, per la partecipazione ai “Sud European Championship”, i campionati europei per atleti con sindrome di down.
''Durante questo campionato - ha proseguito il giovane - ho gareggiato il 5 e il 6 settembre nella competizione a doppio e a squadre, mentre l’8 e il 9 ho partecipato come singolo, arrivando in semifinale, fino a raggiungere il terzo posto. Al primo e al secondo posto si è classificato il Portogallo, con atleti fortissimi, mentre, a pari merito, al terzo posto l’Italia con la Turchia. Nella prima competizione, abbiamo vinto la medaglia d’argento; il giorno successivo, durante la gara a doppio, non avevo un compagno con cui giocare e sono rimasto fermo''.
Un'esperienza davvero emozionante per Marco Ghirlandi che ha potuto cimentarsi in un contesto nuovo e stimolante. ''La cosa che mi è piaciuta di più è stata mettermi in gioco nella prova a singolo e, soprattutto, gestire le cose in autonomia. Questa è stata la mia prima esperienza lontano da casa, senza genitori: ho imparato a fare amicizia con persone che non conoscevo, che provengono da diverse parti d’Italia. A livello personale è stata una buona occasione per imparare a gestire le situazioni in autonomia e a relazionarmi con le altre persone'' ha aggiunto l'atleta di Ello.
In questo viaggio, segnato da importanti traguardi non solo a livello competitivo, ma anche personale, il ventenne è stato accompagnato dalla sua allenatrice, Serenella Alippi.
''Marco - ci ha riferito quest'ultima - ha mostrato una crescita notevole nella parte del tennistavolo in questo ultimo anno: credo che abbia giocato un ruolo importante anche essere al posto giusto nel momento giusto. Abbiamo cominciato ad allenarci nel 2019, ma, per il covid, ci siamo fermati. Dopo questa pausa sono stata chiamata ad allenare ad Abbadia, dopo un periodo all’associazione Canottieri di Lecco, e la mamma di Marco mi ha ricontattata per allenarlo''.
''Per essere la sua prima esperienza di partecipazione a una squadra con ragazzi con sindrome di Down - ha proseguito l'allenatrice - si è comportato egregiamente: gli stessi tecnici che lo hanno visto in questa settimana e hanno collaborato a stretto contatto con lui sono rimasti impressionati per la sua sportività, soprattutto per aver gestito bene dieci giorni distante da casa, in autonomia, tappa importante nella vita di un giovane. Ma, in generale, è un atleta diligente ed educato, visto il mondo complicato del tennis tavolo, sport di precisione in cui bisogna essere portati a livello muscolare per gli spostamenti, la velocità per capire la tattica di gioco da utilizzare. Il tutto gira intorno a precisione, mira, coordinazione, caratteristiche difficili per un ragazzo con disabilità. Ma, fin dall’inizio, ho percepito il suo modo attento, la sua voglia di fare e di eseguire con tutte le sue forze i consigli che gli vengono dati''.
''Lui inoltre, gareggia perché vuole giocare, ha passione, è sempre sorridente sia quando vince sia quando perde ed era contento di aver fatto questa esperienza, di aver conosciuto nuove persone e di aver avuto questa occasione, dal momento che la convocazione è stata inaspettata. Già all’inizio aveva una tecnica, cioè il colpo di rovescio, quindi lui per questo aveva dimostrato di essere portato per saper sviluppare il gioco. Non posso che essere felice dei suoi risultati e del percorso che ha fatto e sta facendo anche perché questa esperienza lo aiuterà a essere autonomo nella vita'' ha concluso Alippi.Al termine di questa prima importante prova, Marco Ghirlandi - sostenuto dalla sua famiglia e dalla sua allenatrice - è rimasto soddisfatto ed entusiasta dei risultati conseguiti; la speranza ora è quella di raggiungerne tanti altri, arricchendo il proprio bagaglio di esperienze sportive e umane.
Viviana Iovanella