Oggiono: la mostra dedicata alla Carniti riapre un’importante pagina di storia della città

''Quel rumore di motori e scafi che sfrecciavano sul lago di Oggiono, io lo sento ancora'' ha raccontato Giovanni Corti - assessore alla Cultura della Città – durante l’inaugurazione della mostra ''Epopea e mito della nautica in Brianza'' dedicata alla Carniti motori.
L’orgoglio e la commozione si leggevano negli occhi di chi, a vario titolo, ha condiviso parte della propria vita con la storia dell’azienda oggionese. Chi perché giovane dipendente all’epoca, chi perché figlio o nipote di un addetto di un’azienda che arrivò a contare un migliaio di lavoratori.
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L'assessore Giovanni Corti e il sindaco Chiara Narciso

Quella che si racconta in ''Epopea e mito della nautica in Brianza'' – presso Villa Sironi - è una storia parallela a quella dell’azienda Carniti produttrice di macchine destinate alle aziende del settore tessile e fondata nel 1923, esattamente un secolo fa, da Arturo Carniti.
E’, invece, la storia della Carniti motori, realtà industriale che a mosso i primi passi esattamente settant’anni or sono nel 1953. Prima con la produzione di motocicli e motori fuoribordo per barche, poi proseguendo con la sola produzione di questi ultimi.
La realizzazione di motori nautici iniziò con modelli di bassa cilindrata, poi salì gradualmente con la produzione di motori da 20 a 50 cv. Successivamente vennero proposti sul mercato motori ancora più potenti fino a 9 0cv.
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Gli artisti che hanno realizzato il murales accanto a Corti e Narciso

Un’espansione motoristica che andò di pari passo con l’introduzione di accorgimenti tecnologici all’avanguardia. Soluzioni che permisero all’azienda di produrre motori nautici di prim’ordine che si posizionarono sul mercato facendo concorrenza direttamente ai più grandi produttori statunitensi.
Il nome Carniti divenne conosciuto nel settore degli sport nautici motoristici e sinonimo di propulsori di alta qualità in tutto il mondo. Fondamentale in questa crescita fu la collaborazione con Pietro Vassena ed Enrico Conti.

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Gli acquirenti esteri finirono per rappresentare il principale mercato per la Carniti. Nella seconda metà degli anni Sessanta l’azienda arrivò a produrre alcuni fra i motori fuoribordo più potenti mai realizzati.
Motori oggi visionabili nella mostra. Alcuni dei quali, in particolare la serie risalente ai primi anni Cinquanta e Sessanta, particolarmente belli anche per il loro design elegante e ricercato.
Propulsori in grado di garantire prestazioni e affidabilità eccellenti che, impiegati in ambito sportivo, regalarono importanti successi colti a livello internazionale. Come, ad esempio, il titolo mondiale vinto da Sergio Carniti nella classe 500cc nel 1963.
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''Dal 1953 per una trentina d’anni Oggiono ebbe l’occasione di essere al centro dell’attenzione mondiale nell’ambito della motonautica fuoribordo grazie ai successi sportivi conseguiti e ai titoli vinti dalla Carniti'' ha ricordato Corti spiegando come all’epoca Oggiono fosse ''il più importante centro nazionale della nautica da competizione'' paragonabile a Maranello per la Formula 1 automobilistica.
Oltre a regalare fama a livello internazionale, le competizioni permisero all’azienda di promuovere la creazione di un gruppo di piloti di primo livello. ''La Carniti – ha proseguito l’assessore - vinse campionati del mondo superando squadre agguerrite che erano molto più forti, questo è qualcosa che ci inorgoglisce ancora''.
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Alcuni esponenti della famiglia Carniti

A ricordarli, da oggi, vi è un murales che è stato inaugurato presso l’omonima darsena Carniti – sulle sponde del lago di Oggiono – poche ore prima dell’inaugurazione della mostra. Un dipinto che – creato da Cesare Canali, Fabrizio Redaelli e Pietro Galbusera del Circolo Culturale Angelo Tenchio – riesce a trasmettere tutta la passione per gli sport motoristici d’acqua e la velocità che vivevano e sperimentavano i piloti e i tecnici Carniti negli anni d’oro dell’azienda. Fra loro, Augusto Panzeri, Luigi dell'Oro, Vittorio Pirovano, Pierluigi Carniti e Luigi Baggioli. I tecnici Piantanida Ernesto, Panzeri, Paolo Corno, Armando Bagattini. Il modellista Ermanno Redaelli oltre agli stessi Sergio Carniti e Angelo Vassena – figli dei primi fondatori dell’azienda – il progettista Enrico Conti e l’ingegner Bossi. Questi sono solo alcuni dei nomi che fecero grande la Carniti motori in ambito sportivo.
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A fermare questa realtà oggionese fu la crisi del settore tessile dei primi anni Settanta che, mettendo in difficoltà il settore dell’azienda produttore di macchinari tessili, finì per intaccare l’intera realtà produttiva, inclusa quella dei motori nautici, nonostante questi ultimi continuassero ad essere richiesti.
Dopo una serie di cambiamenti a livello societario l’azienda chiuse i battenti alla fine degli anni Settanta.
''Dobbiamo pensare che questa storia ci può servire, può servire anche i nostri giovani, fare da sprone, per fare vedere che anche dal nulla si può partire e costruire grandi cose, come fece Arturo Carniti'' ha spiegato Corti concludendo: ''Nel dopoguerra, grazie a imprenditori come lui siamo finalmente diventati una nazione degna dei paesi più progrediti d’Europa''.
L.A.
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