Oggiono: in arrivo il dipinto della Madonna del Latte. Sarà esposto dal 7 ottobre
Mancano poche ore all’arrivo della Madonna del Latte. L’antichissimo dipinto realizzato da Marco d’Oggiono e da poco ritrovato sarà esposto al pubblico a partire da sabato 7 ottobre.
L’opera appartiene alla Pinacoteca Ambrosiana ed è stata concessa al Comune di Oggiono per una mostra che terminerà lunedì 6 novembre.
Nella giornata di ieri – lunedì 2 ottobre – è stata presentata ufficialmente l’iniziativa al pubblico con una conferenza stampa che si è tenuta a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana.
Presenti alla cerimonia il sindaco Chiara Narciso e l’assessore alla cultura Giovanni Corti oltre a Monsignor Marco Navoni della Pinacoteca Ambrosiana, Giovanni Morale, curatore della mostra, Michele Coppola di Gallerie d’Italia e Maurizio Lupi della Fondazione Fare Futuro.
La Madonna del Latte di Marco d’Oggiono è un quadro dalla storia piuttosto singolare. Realizzato presumibilmente in un periodo fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, è appartenuto alla collezione privata del cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano. “Si tratta – ha spiegato Corti – di un quadro che possiamo definire “personale”, come è stato illustrato dagli esperti, in quanto le sue dimensioni ne fanno un’opera da esposizione in casa e non in una chiesa”.
Il dipinto è stato realizzato da Marco d’Oggiono, artista cinquecentesco allievo di Leonardo da Vinci, la cui famiglia affonda le proprie origini proprio nella città di Oggiono.
Il soggetto della Madonna del Latte è stato raffigurato dall’artista in almeno altri due dipinti. Una Madonna del Latte realizzata da Marco d’Oggiono è custodita presso il Louvre di Parigi. Questa particolare raffigurazione, denominata La Vierge allaitant l'Enfant Jésus, e realizzata nella prima metà del XVI secolo, differisce per il fatto che lo sguardo della Vergine è rivolto a Gesù.
Completamente differente per il posizionamento dei soggetti è invece la Madonna and Child esposta presso la Aukland Art Gallery. L’opera fatta risalire alla fine del XVI secolo, ritrae Gesù e la Vergine orientati in un modo differente rispetto ai dipinti del Louvre e della Pinacoteca Ambrosiana.
''Forse la versione più bella è proprio quella della Pinacoteca Ambrosiana che sarà esposta a Oggiono” ha commentato Corti. ''Secondo il curatore della mostra Giovanni Morale questo quadro è il più bello e apprezzabile perché sia la Madonna che il Bambino rivolgono lo sguardo allo spettatore che si trova davanti al dipinto ad osservarlo. Quando si ha davanti questo dipinto si nota subito come sia uno sguardo particolare e penetrante''.
Sullo sfondo di questi dipinti di Marco d’Oggiono sono, inoltre, facilmente riconoscibili i paesaggi già identificati come lecchesi e riscontrabili nei dipinti di Leonardo da Vinci, di cui Marco d’Oggiono era allievo. Un altro soggetto frequentemente raffigurato dall’artista la cui famiglia ha avuto origine a Oggiono, è l’Ultima Cena di chiara derivazione leonardesca.
Nonostante ciò, appare sempre meno corretto, come accadeva in passato, identificare Marco d’Oggiono come un semplice allievo di Leonardo.
''Attualmente – ha spiegato Corti - vi è in corso una grande rivalutazione del Marco d’Oggiono artista, in particolare rispetto alla critica degli anni Trenta del Novecento. Prossimamente verranno pubblicati importanti studi nuovi che traggono origine da una attenta analisi dei dipinti dell’artista custoditi presso diversi musei nel mondo''.
La Madonna del Latte che sarà esposta a Oggiono a partire dal prossimo sabato 7 ottobre ha, inoltre, una storia decisamente singolare. Il cardinale Federico Borromeo la donò alla Pinacoteca Ambrosiana nel mese di aprile dell’anno 1618. Qui vi rimase esposta con certezza fino all’inizio degli anni Cinquanta. Si suppone che sia stata sottratta e trafugata dal museo pochi anni dopo.Del dipinto non si ebbero più notizie per circa settant’anni. Venne ritrovato nel 2021 grazie a un antiquario d’arte milanese a cui il quadro la Madonna del Latte venne sottoposto per una valutazione da un privato come dipinto facente parte di un’eredità. Il commerciante comprendendo l’importanza dell’opera d’arte che gli era stata sottoposta contattò i carabinieri di Monza, appartenenti al Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. Il personale dell’Arma confermò che il dipinto era effettivamente la Madonna del Latte di Marco d’Oggiono trafugato una settantina d’anni prima dalla Pinacoteca di Ambrosiana. Ente a cui venne poi riconsegnato.
Dopo essere stato sottoposto a un restauro durato alcuni mesi l’opera è tornata ad essere esposta nella sezione dedicata al Rinascimento lombardo presso la Pinacoteca. Nelle prossime ore il dipinto lascerà di nuovo il suo museo e Milano per ''fare ritorno'' nella città in cui ha risieduto la famiglia del suo autore Marco d’Oggiono.
Il dipinto, che è stato realizzato su una tavola lignea delle dimensioni di circa 50 centimetri di altezza e 39 di larghezza, sarà esposto in una speciale teca all’interno della sala consiliare comunale. Dopo l’inaugurazione sarà osservabile per un mese, nei fine settimana, dalle ore 8 del mattino alle ore 19 di sera.
In concomitanza con la mostra saranno realizzati alcuni tour guidati in città. Il percorso prevede la visita del Museo Urbano Diffuso con le raffigurazioni di undici dipinti di Marco d’Oggiono, la visita presso la chiesa di Sant’Eufemia che custodisce il polittico realizzato dall’artista e la visita presso l’adiacente battistero del X secolo nel quale è presente una raffigurazione dell'Ultima Cena.
L’opera appartiene alla Pinacoteca Ambrosiana ed è stata concessa al Comune di Oggiono per una mostra che terminerà lunedì 6 novembre.
Nella giornata di ieri – lunedì 2 ottobre – è stata presentata ufficialmente l’iniziativa al pubblico con una conferenza stampa che si è tenuta a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana.
Presenti alla cerimonia il sindaco Chiara Narciso e l’assessore alla cultura Giovanni Corti oltre a Monsignor Marco Navoni della Pinacoteca Ambrosiana, Giovanni Morale, curatore della mostra, Michele Coppola di Gallerie d’Italia e Maurizio Lupi della Fondazione Fare Futuro.
La Madonna del Latte di Marco d’Oggiono è un quadro dalla storia piuttosto singolare. Realizzato presumibilmente in un periodo fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, è appartenuto alla collezione privata del cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano. “Si tratta – ha spiegato Corti – di un quadro che possiamo definire “personale”, come è stato illustrato dagli esperti, in quanto le sue dimensioni ne fanno un’opera da esposizione in casa e non in una chiesa”.
Il dipinto è stato realizzato da Marco d’Oggiono, artista cinquecentesco allievo di Leonardo da Vinci, la cui famiglia affonda le proprie origini proprio nella città di Oggiono.
Il soggetto della Madonna del Latte è stato raffigurato dall’artista in almeno altri due dipinti. Una Madonna del Latte realizzata da Marco d’Oggiono è custodita presso il Louvre di Parigi. Questa particolare raffigurazione, denominata La Vierge allaitant l'Enfant Jésus, e realizzata nella prima metà del XVI secolo, differisce per il fatto che lo sguardo della Vergine è rivolto a Gesù.
Completamente differente per il posizionamento dei soggetti è invece la Madonna and Child esposta presso la Aukland Art Gallery. L’opera fatta risalire alla fine del XVI secolo, ritrae Gesù e la Vergine orientati in un modo differente rispetto ai dipinti del Louvre e della Pinacoteca Ambrosiana.
''Forse la versione più bella è proprio quella della Pinacoteca Ambrosiana che sarà esposta a Oggiono” ha commentato Corti. ''Secondo il curatore della mostra Giovanni Morale questo quadro è il più bello e apprezzabile perché sia la Madonna che il Bambino rivolgono lo sguardo allo spettatore che si trova davanti al dipinto ad osservarlo. Quando si ha davanti questo dipinto si nota subito come sia uno sguardo particolare e penetrante''.
Sullo sfondo di questi dipinti di Marco d’Oggiono sono, inoltre, facilmente riconoscibili i paesaggi già identificati come lecchesi e riscontrabili nei dipinti di Leonardo da Vinci, di cui Marco d’Oggiono era allievo. Un altro soggetto frequentemente raffigurato dall’artista la cui famiglia ha avuto origine a Oggiono, è l’Ultima Cena di chiara derivazione leonardesca.
Nonostante ciò, appare sempre meno corretto, come accadeva in passato, identificare Marco d’Oggiono come un semplice allievo di Leonardo.
''Attualmente – ha spiegato Corti - vi è in corso una grande rivalutazione del Marco d’Oggiono artista, in particolare rispetto alla critica degli anni Trenta del Novecento. Prossimamente verranno pubblicati importanti studi nuovi che traggono origine da una attenta analisi dei dipinti dell’artista custoditi presso diversi musei nel mondo''.
La Madonna del Latte che sarà esposta a Oggiono a partire dal prossimo sabato 7 ottobre ha, inoltre, una storia decisamente singolare. Il cardinale Federico Borromeo la donò alla Pinacoteca Ambrosiana nel mese di aprile dell’anno 1618. Qui vi rimase esposta con certezza fino all’inizio degli anni Cinquanta. Si suppone che sia stata sottratta e trafugata dal museo pochi anni dopo.Del dipinto non si ebbero più notizie per circa settant’anni. Venne ritrovato nel 2021 grazie a un antiquario d’arte milanese a cui il quadro la Madonna del Latte venne sottoposto per una valutazione da un privato come dipinto facente parte di un’eredità. Il commerciante comprendendo l’importanza dell’opera d’arte che gli era stata sottoposta contattò i carabinieri di Monza, appartenenti al Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. Il personale dell’Arma confermò che il dipinto era effettivamente la Madonna del Latte di Marco d’Oggiono trafugato una settantina d’anni prima dalla Pinacoteca di Ambrosiana. Ente a cui venne poi riconsegnato.
Dopo essere stato sottoposto a un restauro durato alcuni mesi l’opera è tornata ad essere esposta nella sezione dedicata al Rinascimento lombardo presso la Pinacoteca. Nelle prossime ore il dipinto lascerà di nuovo il suo museo e Milano per ''fare ritorno'' nella città in cui ha risieduto la famiglia del suo autore Marco d’Oggiono.
Il dipinto, che è stato realizzato su una tavola lignea delle dimensioni di circa 50 centimetri di altezza e 39 di larghezza, sarà esposto in una speciale teca all’interno della sala consiliare comunale. Dopo l’inaugurazione sarà osservabile per un mese, nei fine settimana, dalle ore 8 del mattino alle ore 19 di sera.
In concomitanza con la mostra saranno realizzati alcuni tour guidati in città. Il percorso prevede la visita del Museo Urbano Diffuso con le raffigurazioni di undici dipinti di Marco d’Oggiono, la visita presso la chiesa di Sant’Eufemia che custodisce il polittico realizzato dall’artista e la visita presso l’adiacente battistero del X secolo nel quale è presente una raffigurazione dell'Ultima Cena.