Missaglia: proiettato il film ambientato al Monastero cinquant'anni fa
E’ stata una serata davvero speciale quella che si è tenuta ieri sera al Monastero della Misericordia di Missaglia, che ha permesso ai molti presenti di fare un vero e proprio salto nel passato di oltre cinquant’anni. Per tutto il weekend l’ex convento missagliese è stato animato dall’edizione autunnale della Mostra Mercato che ha portato nel chiostro molti produttori locali che hanno fatto scoprire le bellezze e le bontà del territorio e a chiusura il Comune ha organizzato la proiezione dl film ''Venga a prendere il caffè da noi''. Una scelta non banale quella per la pellicola firmata da Alberto Lattuada che per la prima volta è stata proiettata nel luogo in cui sono state girate alcune scene.
''Venga a prendere il caffè da noi'', uscito nelle sale nel 1970 e tratto da un romanzo di Piero Chiara di alcuni anni prima, è ambientato nel lago maggiore, ma alcune scene girate proprio al Monastero che in quell’epoca riversava in uno stato di totale abbandono. Con gli anni è stato tutto riqualificato e da questa stagione il Comune di Missaglia ha deciso di ricreare lo storico legame con il cinema, prima con una rassegna tenutasi nel mese di luglio ed ora con il film cult degli anni Settanta. Per l’occasione è stata allestita anche una piccola mostra con alcuni fotogrammi delle scene girate proprio tra le mura del Monastero.
Ad inaugurare la serata è stata l’assessore alla cultura Donatella Diacci che dopo aver ringraziato i presenti ha rinnovato l’impegno dell'amministrazione per il cinema e il desiderio di portare ancora importanti iniziative all’interno del Monastero. La parola è passata poi alla direttrice artistica Giorgia Monguzzi che ha spiegato ai numerosi presenti l’importanza di ''Venga a prendere il caffè da noi'' all’interno della storia del cinema italiano.
''In Italia il cinema è sempre stato legato alle istituzioni statali e con la vittoria della Democrazia Cristiana nel 1948 si è crea un sistema censorio che impedisce ai film che non rispettano determinate regole di circolare. L’intento è quello di educare il popolo italiano attraverso il mezzo cinematografico e vengono create opere apposite escludendo quelle che mostrano comportamenti troppo espliciti. Nel 1960 esce nei cinema italiani ''la Dolce Vita'' di Federico Fellini, inizialmente bloccato dalla censura riesce poi a passare grazie all’importanza del suo regista. Questo fatto crea un precedente che permette ai film successivi che precedentemente non avrebbero mai potuto circolare, di arrivare nelle sale. Inoltre proprio in quegli anni la DC perde potere e questo fa sì che si diffondano sempre film che si ribellano alle regole censorie. ''Venga a prendere il caffè da noi'' si inserisce nell’usanza di prendere un’opera di un autore apprezzato dalla critica e adattarlo a film passando più facilmente la censura –ha spiegato Giorgia per poi soffermarsi proprio sulle scene girate al monastero- le scene del monastero sono state le più problematiche in sede censoria ed è attraverso quelle che Lattuada porta avanti il massimo grado dell’ironia attaccando la censura ecclesiastica. Nei locali del Monastero assistiamo alla ribellione di Tarsilla che condizionerà poi tutto il film, ma di fronte alle sue azioni gli esponenti del clero sono incapaci di agire, ma possono solo tacere. Per rendere bene tutto questo Lattuada ha pensato di servirsi di alcuni dettagli degli affreschi presenti proprio della chiesa con santi e madonne, opere che purtroppo negli anni sono andate perse a causa di atti vandalici''.
Un pubblico interessato ed entusiasta ha assistito alla visione gustandosi le vicende di Emerenziano Paronzini, interpretato da un perfetto Ugo Tognazzi, con il tentativo di entrare nella famiglia Tettamanzi per sistemarsi. Le risate hanno letteralmente accompagnato prima la vittoria iniziale del protagonista e poi le azioni delle sorelle Fortunata, Tarsilla e Camilla che si prendono una rivalsa nei confronti del proibizionismo cattolico. Le scene ambientate al Monastero sono state accolte da un grande applauso e dall’emozione di trovarsi nel luogo esatto in cui più di cinquant’anni prima Lattuada ha girato la pellicola che ha rivoluzionato il cinema italiano.
Dopo questa bella iniziativa il Comune di Missaglia di certo non si forma, ma è già al lavoro per riportare nuovamente il cinema al Monastero.
''Venga a prendere il caffè da noi'', uscito nelle sale nel 1970 e tratto da un romanzo di Piero Chiara di alcuni anni prima, è ambientato nel lago maggiore, ma alcune scene girate proprio al Monastero che in quell’epoca riversava in uno stato di totale abbandono. Con gli anni è stato tutto riqualificato e da questa stagione il Comune di Missaglia ha deciso di ricreare lo storico legame con il cinema, prima con una rassegna tenutasi nel mese di luglio ed ora con il film cult degli anni Settanta. Per l’occasione è stata allestita anche una piccola mostra con alcuni fotogrammi delle scene girate proprio tra le mura del Monastero.
Ad inaugurare la serata è stata l’assessore alla cultura Donatella Diacci che dopo aver ringraziato i presenti ha rinnovato l’impegno dell'amministrazione per il cinema e il desiderio di portare ancora importanti iniziative all’interno del Monastero. La parola è passata poi alla direttrice artistica Giorgia Monguzzi che ha spiegato ai numerosi presenti l’importanza di ''Venga a prendere il caffè da noi'' all’interno della storia del cinema italiano.
''In Italia il cinema è sempre stato legato alle istituzioni statali e con la vittoria della Democrazia Cristiana nel 1948 si è crea un sistema censorio che impedisce ai film che non rispettano determinate regole di circolare. L’intento è quello di educare il popolo italiano attraverso il mezzo cinematografico e vengono create opere apposite escludendo quelle che mostrano comportamenti troppo espliciti. Nel 1960 esce nei cinema italiani ''la Dolce Vita'' di Federico Fellini, inizialmente bloccato dalla censura riesce poi a passare grazie all’importanza del suo regista. Questo fatto crea un precedente che permette ai film successivi che precedentemente non avrebbero mai potuto circolare, di arrivare nelle sale. Inoltre proprio in quegli anni la DC perde potere e questo fa sì che si diffondano sempre film che si ribellano alle regole censorie. ''Venga a prendere il caffè da noi'' si inserisce nell’usanza di prendere un’opera di un autore apprezzato dalla critica e adattarlo a film passando più facilmente la censura –ha spiegato Giorgia per poi soffermarsi proprio sulle scene girate al monastero- le scene del monastero sono state le più problematiche in sede censoria ed è attraverso quelle che Lattuada porta avanti il massimo grado dell’ironia attaccando la censura ecclesiastica. Nei locali del Monastero assistiamo alla ribellione di Tarsilla che condizionerà poi tutto il film, ma di fronte alle sue azioni gli esponenti del clero sono incapaci di agire, ma possono solo tacere. Per rendere bene tutto questo Lattuada ha pensato di servirsi di alcuni dettagli degli affreschi presenti proprio della chiesa con santi e madonne, opere che purtroppo negli anni sono andate perse a causa di atti vandalici''.
Un pubblico interessato ed entusiasta ha assistito alla visione gustandosi le vicende di Emerenziano Paronzini, interpretato da un perfetto Ugo Tognazzi, con il tentativo di entrare nella famiglia Tettamanzi per sistemarsi. Le risate hanno letteralmente accompagnato prima la vittoria iniziale del protagonista e poi le azioni delle sorelle Fortunata, Tarsilla e Camilla che si prendono una rivalsa nei confronti del proibizionismo cattolico. Le scene ambientate al Monastero sono state accolte da un grande applauso e dall’emozione di trovarsi nel luogo esatto in cui più di cinquant’anni prima Lattuada ha girato la pellicola che ha rivoluzionato il cinema italiano.
Dopo questa bella iniziativa il Comune di Missaglia di certo non si forma, ma è già al lavoro per riportare nuovamente il cinema al Monastero.