Castello: pestaggio fuori da un locale, c'è una condanna
Era andato al bar, dopo aver - a suo dire - trascorso il pomeriggio in giro con la fidanzata e la "suocera", solo per comprare le sigarette. Ne era uscito poi con il perone e quattro denti rotti dopo un violento pestaggio per il quale quattro soggetti sono così finiti a giudizio, con il procedimento chiusosi quest'oggi, a distanza di quasi tre anni dal "fattaccio". L'episodio all'attenzione del giudice monocratico Paolo Salvatore risale infatti al 13 dicembre 2020. Il parapiglia sarebbe scoppiato - secondo quanto riferito in Aula nel corso dell'istruttoria - all'esterno di un pubblico esercizio di Castello Brianza, al confine con Dolzago. Dopo essersi visto offrire un Campari con il "bianco" proprio da uno degli imputati, la persona offesa - costituitasi anche parte civile e rappresentata dunque a processo dall'avvocato Nadia Invernizzi - sarebbe stata malmenata per una battuta fraintesa. Avrebbe infatti riproposto una "freddura" di Aldo, Giovanni e Giacomo, innescando la reazione di uno dei presenti che lo avrebbe fatto cadere a terra, parrebbe "fiancheggiato" da altro avventore, alla presenza di altre due persone che, quantomeno, non avrebbe fatto nulla per interrompere la zuffa, finita per l'appunto con una corsa in Ospedale prima di approdare in Tribunale.
Al termine dell'istruttoria dibattimentale, il giudice ha irrogato nella tarda mattinata odierna una sola condanna in capo a J.A., riconoscendogli però la sospensione condizionale e rinviando ad altra sede la definizione del risarcimento spettante dalla vittima, alla quale ha comunque già riconosciuto una provvisionale quantificata in 10.000 euro oltre al pagamento delle spese processuali.
Assolti per non aver commesso il fatto invece gli altri tre imputati.
Al termine dell'istruttoria dibattimentale, il giudice ha irrogato nella tarda mattinata odierna una sola condanna in capo a J.A., riconoscendogli però la sospensione condizionale e rinviando ad altra sede la definizione del risarcimento spettante dalla vittima, alla quale ha comunque già riconosciuto una provvisionale quantificata in 10.000 euro oltre al pagamento delle spese processuali.
Assolti per non aver commesso il fatto invece gli altri tre imputati.