Valaperta ricorda l'eccidio di quattro partigiani e Galbiati cita Vittorio Arrigoni e Kennedy
Era il 3 gennaio 1945 quando Natale Beretta, Nazzaro Vitali, Mario Villa e Gabriele Colombo furono fucilati dai fascisti a Valaperta. Come di consueto mercoledì sera autorità civili e militari hanno voluto ricordare il sacrificio dei quattro giovani: una delle pagine più tragiche e buie della storia casatese.
La cerimonia, organizzata dal Comune di Casatenovo in collaborazione con Anpi Lecco, ha preso il via come da tradizione alle ore 20.15 nella chiesa di San Carlo a Valaperta, località che nel 1945, pochi istanti prima della fucilazione dei partigiani, fu depredata e incendiata dalle Brigate Nere.
Una breve messa officiata dal parroco don Antonio Bonacina - affiancato da don Carlo Pirotta di Missaglia - ha introdotto la manifestazione, proseguita con il corteo snodatosi lungo Via Dante e Via della Resistenza sino al monumento situato in territorio di Lomagna che ricorda i quattro giovani. Una consuetudine quest'ultima, ripresa lo scorso anno dopo lo stop dovuto alla pandemia.
Una lunga sfilata di esponenti di Anpi ed Alpini, alla presenza di sindaci e assessori di alcuni comuni del territorio, tra cui - oltre a Casatenovo - Arcore, Bellano, Biassono, Lomagna, Missaglia, Usmate Velate, Bernareggio e Osnago, ha attraversato l'abitato di Valaperta, sino al cippo eretto in ricordo della fucilazione di Beretta, Vitali, Villa e Colombo.
Alla manifestazione ha preso parte - fra gli altri - anche il senatore Tino Magni, oltre agli agenti di Polizia locale, i volontari di Protezione civile, i Carabinieri della stazione di Casatenovo, i rappresentanti di associazioni e sindacati, e tanti cittadini.
Dopo la deposizione al cippo delle corone di alloro da parte delle penne nere, è stato il primo cittadino di Casatenovo Filippo Galbiati a prendere la parola, ringraziando e salutando innanzitutto i presenti.
''Combattere i fascismi vuol dire scegliere sempre di schierarsi come i partigiani dalla parte di chi è oppresso'' ha detto il sindaco casatese, richiamando il 60esimo anniversario dell'uccisione di John Fitzgerald Kennedy e in particolare il discorso pronunciato dall'allora presidente nella Berlino Ovest. Un testo che ''ci dice di questo legame fra la libertà degli oppressi e la pace''.
''La pace duratura fondava le sue ragioni nella libertà degli oppressi e credo che l'epoca che stiamo vivendo ci riporti ancora lì. Le tragedie di questo periodo ci dicono che c'è un rapporto irrisolto'' ha aggiunto Galbiati, ricordando come i quattro partigiani ''avessero compreso che nel fascismo stava la violenza, l'odio, la limitazione della libertà dell'altro e che lì stavano le ragioni della guerra come poi è avvenuto''. Di quel periodo a detta di Galbiati ''vanno rigettati anche i simboli'' per non mantenere alcun legame, pericoloso, con il passato.
Nel proprio discorso il primo cittadino di Casatenovo ha poi ricordato la recente intitolazione della sala civica di Cascina Levada, spazio utilizzato dalle associazioni, alla memoria di Vittorio - Vik - Arrigoni che proprio per i diritti dei più deboli si è speso nel periodo di permanenza a Gaza, ''fino al martirio''. Una lotta per la libertà che il bulciaghese ha pagato con la vita, esattamente come 79 anni fa era accaduto ai partigiani uccisi a Valaperta.
All'intervento di Filippo Galbiati hanno fatto seguito le parole di Alberto Magni di Anpi Lecco che ha ripercorso i fatti successivi all'eccidio, per citare infine quello che anche oggi rappresenta un rischio per la libertà e i diritti universali dei popoli.
Alle note di ''oh bella ciao'' diffuse sul finire della commemorazione al cippo, ha fatto seguito un piccolo rinfresco presso l'oratorio di Valaperta offerto da Anpi.
La cerimonia, organizzata dal Comune di Casatenovo in collaborazione con Anpi Lecco, ha preso il via come da tradizione alle ore 20.15 nella chiesa di San Carlo a Valaperta, località che nel 1945, pochi istanti prima della fucilazione dei partigiani, fu depredata e incendiata dalle Brigate Nere.
Una lunga sfilata di esponenti di Anpi ed Alpini, alla presenza di sindaci e assessori di alcuni comuni del territorio, tra cui - oltre a Casatenovo - Arcore, Bellano, Biassono, Lomagna, Missaglia, Usmate Velate, Bernareggio e Osnago, ha attraversato l'abitato di Valaperta, sino al cippo eretto in ricordo della fucilazione di Beretta, Vitali, Villa e Colombo.
Alla manifestazione ha preso parte - fra gli altri - anche il senatore Tino Magni, oltre agli agenti di Polizia locale, i volontari di Protezione civile, i Carabinieri della stazione di Casatenovo, i rappresentanti di associazioni e sindacati, e tanti cittadini.
Dopo la deposizione al cippo delle corone di alloro da parte delle penne nere, è stato il primo cittadino di Casatenovo Filippo Galbiati a prendere la parola, ringraziando e salutando innanzitutto i presenti.
''Combattere i fascismi vuol dire scegliere sempre di schierarsi come i partigiani dalla parte di chi è oppresso'' ha detto il sindaco casatese, richiamando il 60esimo anniversario dell'uccisione di John Fitzgerald Kennedy e in particolare il discorso pronunciato dall'allora presidente nella Berlino Ovest. Un testo che ''ci dice di questo legame fra la libertà degli oppressi e la pace''.
''La pace duratura fondava le sue ragioni nella libertà degli oppressi e credo che l'epoca che stiamo vivendo ci riporti ancora lì. Le tragedie di questo periodo ci dicono che c'è un rapporto irrisolto'' ha aggiunto Galbiati, ricordando come i quattro partigiani ''avessero compreso che nel fascismo stava la violenza, l'odio, la limitazione della libertà dell'altro e che lì stavano le ragioni della guerra come poi è avvenuto''. Di quel periodo a detta di Galbiati ''vanno rigettati anche i simboli'' per non mantenere alcun legame, pericoloso, con il passato.
Nel proprio discorso il primo cittadino di Casatenovo ha poi ricordato la recente intitolazione della sala civica di Cascina Levada, spazio utilizzato dalle associazioni, alla memoria di Vittorio - Vik - Arrigoni che proprio per i diritti dei più deboli si è speso nel periodo di permanenza a Gaza, ''fino al martirio''. Una lotta per la libertà che il bulciaghese ha pagato con la vita, esattamente come 79 anni fa era accaduto ai partigiani uccisi a Valaperta.
All'intervento di Filippo Galbiati hanno fatto seguito le parole di Alberto Magni di Anpi Lecco che ha ripercorso i fatti successivi all'eccidio, per citare infine quello che anche oggi rappresenta un rischio per la libertà e i diritti universali dei popoli.
Alle note di ''oh bella ciao'' diffuse sul finire della commemorazione al cippo, ha fatto seguito un piccolo rinfresco presso l'oratorio di Valaperta offerto da Anpi.
G.C.