Barzago: l'omaggio a Olivelli nella mostra allestita in aula civica ''per non dimenticare''

''Olivelli diventa il nostro nuovo capo baracca. Con lui si affaccia la speranza di resistere ancora: è conforto ai più consunti e coraggio ai pessimisti. Nella barbarità indescrivibile del campo, emergeva con lui un’ideale di umanità ancora possibile''. Questa è solo una piccolissima parte delle testimonianze dei sopravvissuti del Trasporto 81 dedicate a Teresio Olivelli, figura al centro dell’esposizione allestita presso l'aula civica di Via Cantù a Barzago.
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Alcune immagini della serata

La mostra, realizzata da Maria Antonietta Arrigoni e Marco Savini per l’Associazione Nazionale Ex Deportati di Pavia, ripercorre la tragica storia dei 432 deportati sul convoglio 81, partiti dal campo di transito di Bolzano-Gries il 5 settembre 1944, diretto al campo di Flossenbürg, dove arrivò due giorni dopo. Tutti i membri del convoglio furono registrati come prigionieri politici, tra questi vi erano figure di spicco della Resistenza, antifascisti in prima linea nella lotta di Liberazione, oppositori di diverso orientamento politico, monarchi, liberali, repubblicani, socialisti, comunisti, e partigiani ''rastrellati'' sulle montagne.
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Augusto Amanti di ANPI

La mostra ricorda Teresio Olivelli, fondatore del giornale clandestino ''Il Ribelle'' e animatore della resistenza cattolica in Lombardia, morto a soli 29 anni, riconosciuto il 17 giugno 2017 Beato dalla Chiesa Cattolica per il suo spirito fortemente altruistico. Nella serata di ieri, giovedì 25 gennaio, Angelo Pavoni, presidente ANPI Valsassina, Veronica Tentori, ex deputata, e Augusto Amanti, ricercatore, hanno preso parte alla serata di inaugurazione della mostra, ripercorrendo insieme ai presenti il suo operato, attraverso le testimonianze scritte dei pochi sopravvissuti e l’intervento del nipote Diego Olivelli. 
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Veronica Tentori

''In questi giorni, così come tutti i giorni dell’anno, è importante mantenere vivo il ricordo, e soprattutto fornire ai giovani tutti gli strumenti per poter comprendere questi avvenimenti, seppur tanto atroci da sfuggire a qualsiasi comprensione. Come amministrazione crediamo sia importante promuovere sul territorio iniziative come questa, e portare i ragazzi a toccare con mano la storia, tramite il racconto di storie di vita come quella di Teresio'' ha detto l’assessore alla cultura Claudia Isacchi, ringraziando i presenti per la partecipazione.
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Il sindaco Mirko Ceroli

L’importanza del ricordo e soprattutto di un’attività di ricerca e raccolta delle testimonianze è stata sottolineata anche dal presidente dell’ANPI, che si è detto contento per la realizzazione di quest’iniziativa: ''è importante dare significato a quello che è successo, attraverso le persone che hanno dato la propria vita per aiutare gli altri''.
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Al microfono il nipote Diego Olivelli

I compagni di prigionia ricordano di Olivelli certamente la bontà, la sua capacità di guardare sempre alla persona, sostenendo i deportati, aiutandoli a procurarsi cibo, qualche garza, medicandogli le ferite. La sua era un’assistenza materiale ma soprattutto morale, e in tanti ricordano ancora le sue parole di conforto e sostegno. ''Ebbi occasione di vederlo dedicarsi a compiti ripugnanti a favore di altri deportati. Quando vedeva alcuni colpiti dalla dissenteria e ridotti da fare ribrezzo, lui nonostante fosse vietata ogni forma di assistenza e aiuto tra compagni, si avvicinava per cercare di pulirli evitando che i prominenti utilizzassero il getto di acqua fredda'' ha raccontato il ricercatore Augusto Amanti, attraverso le parole dei compagni di prigionia.
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L'assessore Claudia Isacchi

''Teresio aiutava i compagni a non commettere atti che avrebbero potuto danneggiarli, si preoccupava dell’intero gruppo, sosteneva i più vecchi e quelli che, nella vita normale, nel proprio paese, non erano abituati alla fatica ed alla miseria'' ha spiegato. 
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I deportati del convoglio furono tutti immatricolati a Flossenbürg, ma in molti, dopo la quarantena, furono trasferiti in altri lager e sottocampi. La destinazione più frequente fu Hersbruck, dove la mortalità superò l’80%. Alla fine della guerra solo 112 di quel convoglio tornarono a casa. Tra questi non c’era Teresio, che per il suo atteggiamento collaborativo e caritativo, fu a lungo percosso dai kapò, fino a che, l’ennesima ricevuta con l’intento di difendere un compagno, ne segnò la fine. La mostra che ne celebra la memoria rimarrà aperta dal 25 al 28 gennaio, ad ingresso libero. 
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Al microfono Angelo Pavoni di ANPI

Questa mattina anche i ragazzi di classe terza della scuola media di Barzanò hanno fatto visita all'esposizione; ad accoglierli - fra gli altri - il vicepresidente di ANPI Valsassina, Augusto Amanti che ha fatto da guida alle scolaresche. 
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''Crediamo che occorre fare il possibile per preservare la memoria e per fornire agli studenti tutti gli strumenti per aiutarli a maturare un loro proprio  giudizio sulle azioni condotte dagli adulti, in questo caso del passato'' le parole del sindaco Mirko Ceroli che ha seguito l'iniziativa insieme all'assessore Claudia Isacchi e al consigliere delegato all'istruzione Cristiano Ratti.
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Sa.A.
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